chevron_left Indietro
flag map

Valtrompia / Ritratto territoriale

Un ritratto territoriale dell'area della Valtrompia

gavel 14 comuni

groups_2 64.491 abitanti

Chiusura documento: 11/09/2024

Indice sezioni:

L’area della Valle Trompia si trova in provincia di Brescia e comprende 14 comuni facenti parte della Comunità Montana Valle Trompia: Collio, Bovegno, Irma, Pezzaze, Marmentino, Tavernole sul Mella, Lodrino, Gardone Val Trompia, Marcheno, Polaveno, Brione, Sarezzo, Lumezzane, Caino. Più della metà dei comuni della Valle Trompia hanno una popolazione compresa tra i 1.000 e i 5.000 abitanti. I centri più popolosi dell’area sono Lumezzane (21.891), Gardone Valle Trompia (11.495), Sarezzo (13.247). I comuni con meno di 1.000 abitanti sono tre: Brione (726) Marmentino (708) ed Irma (155). Il 95% del territorio della Valle Trompia è classificato dal PSR Lombardia 2007- 2013 come Area Rurale Intermedia (zona C). Dal punto di vista altimetrico, tutti i comuni sono zone altimetriche di montagna. La Valle Trompia è la più piccola delle tre valli che costituiscono il territorio montano della provincia di Brescia e si incunea tra la Valle Sabbia, la Valle Camonica e il bacino del Sebino.

image Figura 1. Il perimetro dell'area interna
Fonte: Dusaf Regione Lombardia.

Popolazione

L’evoluzione della popolazione e le sue caratteristiche

leaderboard Tabella 1. Elenco dei Comuni con indicazione della popolazione

Come si può osservare nella figura 2, la popolazione della Val Trompia ha raggiunto il suo picco nel 2011 per poi contrarsi nel decennio successivo. Si tratta di un andamento paragonabile a quello delle altre valli prealpine. Come vedremo più avanti, questo dato aggregato nasconde traiettorie molto diverse in relazione a ogni singolo comune.

photo_library

Gran parte dei comuni della Val Trompia ha una popolazione compresa tra i 1000 e i 5000 abitanti. I più grandi centri sono Lumezzane, Gardone Valle Trompia, Sarezzo. I nuclei abitati con meno di 1000 abitanti sono Brione, Marmentino ed Irma. La popolazione dell’area sta progressivamente invecchiando in quasi tutti i comuni dell’area. Tuttavia, l’indice di vecchiaia ci mostra un processo di invecchiamento della popolazione non particolarmente rilevante tranne che a Bovegno e Collio dove il rapporto percentuale della popolazione di 65 anni e più su quella 0-14 anni è di oltre 250. Questo dato demografico può essere messo in correlazione con i servizi presenti nell’area, in particolare quelli sanitari.

image Figura 3. Indice di vecchiaia
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT 2019.

Per ogni comune sono state considerate la percentuale di popolazione di età compresa tra 6 e 19 anni e quella compresa tra 6 e 64 anni sulla popolazione totale di ogni comune. Le due fasce di età sono state considerate perché la prima descrive la popolazione scolastica che frequenta la scuola dell’obbligo fino all’ultimo anno di secondaria. La seconda considera la popolazione attiva che si sposta per motivi di lavoro o di studio, quindi dalla scuola dell’obbligo fino all’età pensionabile. La popolazione scolastica in Val Trompia è proporzionalmente più elevata soprattutto nella bassa valle con i comuni di Gardone Val Trompia e Caino. Sempre a Sud si riportano valori elevati di popolazione attiva con i comuni di Caino e Brione che raggiungono percentuali del 85%.

photo_library

Sono state inoltre mappate la popolazione di età compresa tra 65 e 80 anni, e la popolazione over 80. Tale distinzione – di largo uso tra i demografi – si fonda anche sulla diversità di pratiche e bisogni tra i due gruppi. Mentre la popolazione fino a 80 anni tende a essere ancora attiva, quella oltre gli 80 anni è tendenzialmente molto sedentaria, con solo un numero limitato di piccoli spostamenti. Il comune di Bovegno ha la percentuale più elevata di persone di età compresa tra 65 e 80 anni mentre gli ultraottantenni sono concentrati nei comuni a Nord: Tavernole sul Mella, Bovegno, Collio, Pezzaze e Marmentino.

photo_library

Analizzando i dati comunali possiamo osservare come, a livello nazionale, tra l’ultimo censimento (2011) e il 2019 oltre 5.200 dei circa 8.000 comuni italiani (circa il 65%) sono in contrazione demografica con una perdita complessiva di circa 925.000 abitanti, di cui ben 754.000 nel solo intervallo tra il 1° gennaio 2015 e il 1° gennaio 2019 (in quest’ultimo intervallo la percentuale di comuni italiani in contrazione è salita a circa il 73%). L’ISTAT ci permette di attingere a numerose banche dati e serie storiche: per indagare le fasi di crescita o diminuzione della popolazione abbiamo deciso di osservare i dati del censimento generale della popolazione a partire dal 1911, mentre per i dati successivi al censimento del 2011 abbiamo tenuto conto della popolazione residente comunale al 1° gennaio 2019. Annualmente l’ISTAT mette a disposizione banche dati sulla popolazione residente derivanti dalle indagini effettuate presso gli uffici di Anagrafe (Demo istat). All’interno di questo lungo periodo abbiamo individuato cinque intervalli temporali: il primo e più ampio include indicativamente le due guerre mondiali (1911-1951); il secondo, gli anni dei ‘boom’ e della crescita urbana concentrata (1951-1971); il terzo, il periodo in cui emergono le ‘tre Italie’ e in generale i fenomeni di industrializzazione ed urbanizzazione diffusa (1971-1991); il quarto, gli anni dell’Unione Europea (1991-2011); il quinto e più breve, gli anni del post-crisi (2011-2019). Appare chiaro come questa divisione non uniforme sia dovuta a necessità di scomposizione e di analisi più che a delle velleità di periodizzazione. Tale scomposizione in cinque intervalli distribuiti in oltre cento anni di storia ci ha permesso di costruire una matrice da cui è possibile ricavare, per ogni comune, una sequenza di bilanci demografici in cui si alternano o ripetono fasi di crescita (C) o decrescita (D). Sono emerse nel complesso 32 tendenze che ci permettono di ragionare sulle non scontate implicazioni territoriali di questo ‘gioco’ tra svuotamenti e addensamenti demografici. Muovendo per successive aggregazioni delle 32 tendenze abbiamo distinto alcuni profili evolutivi che possiamo ordinare a seconda della tendenza nelle ultime fasi: da un lato dinamiche di crescita consolidata a cui si affiancano processi che abbiamo definito di ripresa e, in alcuni casi, controstorie; dall’altro rallentamenti recenti, processi di caduta o di ricaduta che si affiancano a dinamiche di contrazione consolidata. È anche su queste aggregazioni e definizioni che osserveremo gli eventuali recentissimi impatti insediativi della crisi sanitaria che ha investito il Paese e della crisi economica che con ogni probabilità la seguirà per un periodo non breve. Nel complesso l’area della Val Trompia è investita da un processo di contrazione demografica. I comuni di Collio, Bovegno e Irma sono caratterizzati da un processo di contrazione demografica che possiamo definire consolidata. Nella tendenza della contrazione consolidata fanno parte quei comuni che hanno registrato una diminuzione della popolazione negli ultimi quattro oppure in tutti i cinque intervalli temporali. Ad eccezione di Gardone Val Trompia e Lumezzane (caratterizzati da un processo di caduta - comuni che hanno perso popolazione negli ultimi due o tre intervalli dopo aver guadagnato in almeno due intervalli precedenti oppure comuni che hanno perso popolazione nell’ultimo intervallo e in quello centrale dopo aver guadagnato nei precedenti intervalli), Tavernole sul Mella, Marmentino e Pezzaze, (caratterizzati da un processo di ricaduta - comuni che hanno perso popolazione nell’ultimo o negli ultimi due intervalli dopo aver avuto brevi fasi di crescita negli intervalli immediatamente precedenti), tutti gli altri comuni hanno registrato una diminuzione della popolazione negli ultimi quattro oppure in tutti i cinque intervalli temporali osservati. Marcheno, Londrino, Sarezzo e Polaveno invece sono investiti da un processo di rallentamento - comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo più recente dopo aver guadagnato popolazione almeno nei due precedenti intervalli. Solo i comuni di Brione, Villa Carcina, Concesio e Bovezzo sono caratterizzati da un processo di crescita consolidata, registrando una variazione positiva della popolazione nell’ultimo intervallo e almeno in altri tre intervalli precedenti (ad eccezione dei comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo centrale) oppure registrando una crescita continuativa nei tre intervalli più recenti.

image Figura 8. Dinamiche di contrazione demografica (1911 – 2019)
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT.

Tuttavia, l’analisi dei dati ISTAT 2019 sul massimo di popolazione al censimento mette in luce come mentre alcuni comuni non hanno più raggiunto i picchi degli anni Cinquanta, altri hanno invece attratto popolazione in anni recenti. Queste dinamiche descrivono come alcuni Comuni siano divenuti nel tempo più attrattivi e polarizzanti rispetto ad altri.

In particolare, i comuni di Collio, Irma, Pezzaze sono quelli che hanno subito processi di spopolamento, insieme ai vicini Bovegno, Marmentino e Tavernole sul Mella. Al contrario, i comuni di Caino, Brione, Polaveno, Sarezzo, Marcheno e Lodrino sono quelli che hanno attratto popolazione in anni recenti.

Con riferimento all’evoluzione più recente della popolazione, si può osservare la variazione percentuale della popolazione residente in due periodi: tra il 2009 e il 2014 e tra il 2015 e il 2019. Il valore indica in percentuale la differenza fra il valore finale di popolazione e il valore iniziale della popolazione residente in un determinato periodo di tempo: valori positivi indicano un aumento della popolazione, valori negativi, una diminuzione. Questo indice permette di valutare quali comuni presentano dinamiche di crescita o decrescita nell’arco temporale di riferimento.

In particolare, per l’area della Valle Trompia, nel periodo 2009-2014, 4 comuni sono stabili (0-5%) e 2 comuni presentano un valore positivo; nel secondo arco temporale dal 2015 al 2019 invece tutti i comuni hanno un valore negativo.

photo_library

Il Valore medio dell’indice di Migrazione Netto MEI (Migration Effectiveness Index) definisce il tasso netto di migrazione ed è stato calcolato come il rapporto tra immigrati e emigrati da un’area calcolato su un certo periodo di tempo. Un valore positivo significa che nel territorio sono immigrate più persone di quante ne siano emigrate, viceversa in caso di indice negativo. Considerando che nascite e morti non influiscono sull’indice, questo dato è significativo per determinare l’attrattività o meno dell’area, e permette di avere un’idea dell’impatto dei flussi migratori sulla popolazione. Nella fattispecie sono stati definiti due archi temporali significativi: tra il 2009 e il 2014 (fase post crisi) e il periodo tra il 2015 e il 2019 (fase più recente).

In Valle Trompia nel periodo 2009-2014, 3 comuni risultano stabili (0-5%) e 3 con valori tra il 5-10% (comuni di Caino, Sarezzo e Marmentino); mentre nell’arco temporale del 2015-2019, un comune, Brione. È considerato stabile (0-5%), un comune, Irma, presenta una grande attrattività con +25%, e tutti gli altri hanno un valore negativo.

photo_library

Il valore di interscambio TO (Turn Over rate), è un valore sempre positivo, (minimo da 0-0.04), rispetto ad un determinato arco temporale; è un valore che indica quanto più un’area è dinamica in termini di scambio (turnover) e di vitalità. Nella fattispecie sono stati definiti due archi temporali significativi: tra il 2009 e il 2014 (fase post crisi) e il periodo tra il 2015 e il 2019 (fase più recente).

In Valle Trompia nel periodo 2009-2014, il comune più dinamico risulta Brione, e 2 comuni risultano con valori da 0.08 a 0.12; invece nell’arco temporale 2015-2019 diventano a 4.

photo_library

Un’altra dimensione rilevante è quella della presenza di residenti con nazionalità diversa da quella italiana. Il tasso di popolazione straniera nell’area interna è del 9.73%, rispetto ad un tasso provinciale del 12.40%. Osservando la figura sottostante, si può osservare come i comuni con il tasso più elevato siano Gardone Val Trompia Lumezzane, Sarezzo e Brione.

image Figura 15. Residenti con cittadinanza non italiana sul totale
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, 2021.

Per quanto riguarda l’indicatore del reddito lordo pro-capite sebbene si presenti una distribuzione polarizzata, con valori più alti nella bassa valle e minori nell’alta valle, la forbice non è molto ampia con redditi medi che oscillano tra i 16000 e i 23000 euro. Interessante il caso di Lodrino che ha avuto un importante incremento di reddito nel decennio 2010- 2020 e risulta il comune con reddito medio pro-capite maggiore nel 2020.

leaderboard Tabella 2. Reddito Medio Pro Capite (2010 – 2020)

La figura sottostante individua il tasso di occupazione totale; in Valle Trompia il tasso di occupazione è relativamente alto, si attesta in intervalli che variano dal 62 al 71%, i comuni con il tasso di occupazione più basso sono i comuni di Irma (62%), Marmentino e pezzate (64%), i comuni con tasso di occupazione più alto sono i Comuni di Brione (71%), Sarezzo, Marcheno, Lumezzane, Caino (68%), nonostante ciò la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne nell’area interna appare ancora molto al di sotto del suo potenziale, per valutare questo problema impieghiamo l’indice di penalizzazione di genere, che misura la differenza fra i livelli di partecipazione al lavoro delle donne e quella degli uomini. L’indice è negativo sull’insieme del territorio, anche se con valori migliori rispetto ad altre aree interne, i valori peggiori si riscontrano nel comune di Irma (0.37), mentre Brione è il comune con l’indice migliore (-0.13).

photo_library

Patrimoni

Paesaggi, patrimoni naturali e rischi

La Valle Trompia è la più piccola delle tre valli principali del territorio montano della Provincia di Brescia, da cui si sviluppa verticalmente fino al Parco dell’Adamello. La Valle Trompia è “il suol che il Mella irriga”, il fiume che ha origine dalle pendici del passo Maniva e che, dopo aver attraversato la Valle e lambito Brescia, si dirige verso l’Oglio. (fonte: Piano di Sviluppo Locale Montagna della CM Valle Trompia). Tra i monti si distingue il Monte Guglielmo, riconosciuto Area Prioritaria per la Biodiversità. La vegetazione è dominata da boschi ma sono presenti anche pascoli d’alta quota. In particolare, si tratta di un’antica area di alpeggio del bestiame e ospita diverse malghe attive. L’area sommitale del Monte Guglielmo è perciò un esempio ben conservato di paesaggio agricolo montano. I tre principali itinerari sono: la via del ferro e delle miniere, che testimonia il passato produttivo; i santuari e le cappelle votive; la strada del bosco (fonte: Piano di Sviluppo Locale Montagna della CM Valle Trompia).

image Figura 18. Aree naturali protette e aree prioritarie per la biodiversità
Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Regione Lombardia, ARPA Lombardia.
image Figura 19. Inquinamento ambientale (siti bonificati e contaminati); Impianti di trattamento rifiuti, cave attive e cessate, discariche
Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Regione Lombardia, ARPA Lombardia.

Le forme e la diffusione del rischio idrogeologico nell’area della Valle Trompia rimandano a una condizione di rischio molto comune nelle aree interne lombarde, quella propria alle fasce urbanizzate rivierasche e ai versanti dei fiumi e dei corsi d’acqua superficiali montani. In Valrompia molti centri urbani a ridosso dei corsi d’acqua risultano interessati dalle classi di rischio idrogeologico più elevato. Per dare rappresentazione di tali condizioni ricorriamo a una serie di indici.

Il primo è l’indice di rischio idrogeologico. Tale indice considera una varietà di rischi, fra i quali le frane profonde e superficiali, le esondazioni fluviali di fondovalle, i fenomeni di tipo torrentizio lungo il reticolo idrografico in relazione a “bersagli” – ovvero i beni esposti a tali rischi – quali abitazioni, imprese e infrastrutture.

leaderboard Figura 20. Indice di rischio idrogeologico comunale

Scendendo di scala, possiamo osservare come il rischio idrogeologico si distribuisca sul territorio dei comuni più esposti a tale rischio, ovvero con indici superiori a 1.5. Questa operazione è stata resa possibile estraendo dal geoportale PRIM Servizi Protezione civile delle celle di venti metri per venti metri. Gli indici di rischio elaborati nel PRIM sono raggruppati in classi corrispondenti a differenti livelli di criticità rispetto alla media del territorio regionale (che è uguale ad 1). I comuni presi in esame sono Caino, Collio, Gardone Val Trompia, Lumezzane. Come si può osservare ad essere esposte a un livello di rischio molto elevato sono sia i centri abitati sia molte aree produttive.

Un ulteriore strumento per la valutazione dell’esposizione del territorio della Valle Trompia a una varietà di rischi è l’indice di rischio integrato. Tale indice è una combinazione, effettuata mediante una somma pesata, delle evidenze relative ai rischi individuati dal già citato PRIM, ovvero i rischi idrogeologico, meteorologico, sismico, di incendio boschivo, industriale, di incidenti stradali, incidenti sul lavoro, insicurezza urbana. L’indice di rischio integrato ha l’obiettivo di definire il livello di criticità del territorio rispetto alla media regionale che è definita come uguale a 1. In Lombardia varia da 0 a >10. Come si può vedere, nel caso della Valle Trompia, 8 comuni – presentano valori superiori a quelli della media regionale. Tuttavia, anche in questo caso, è l’esposizione al rischio idro-geologico a pesare in modo considerevole.

leaderboard Figura 28. Indice di rischio integrato comunale

Attualmente i prodotti agricoli principali, soprattutto in Valle Trompia, sono la frutta e i formaggi, a cui si associano la produzione di miele e confetture. La frutticoltura è concentrata soprattutto in Bassa Valle ed è specializzata nella produzione di pesche, albicocche e in misura minore di susine e fichi. (fonte: Piano di Sviluppo Locale Montagna della CM Valle Trompia). È passato quasi un secolo da quando i primi pescheti specializzati sono stati realizzati in bassa Valle Trompia andando a costituire la realtà produttiva più cospicua ed interessante su tutto il territorio lombardo. Nonostante la progressiva urbanizzazione del territorio, industrializzazione e infrastrutturazione, permangono in bassa valle circa 60 ettari con una produzione cumulata di oltre 10.000 quintali annui. La produzione della pesca in Valle Trompia si è sempre contraddistinta per un livello qualitativo di eccellenza determinato, essenzialmente, dalle modalità di raccolta che sono rimaste molto simili al passato. Viceversa, è in alta valle che si concentra la lavorazione del formaggio (il poco latte prodotto in bassa valle è destinato alle Centrali del Latte della pianura): i formaggi prodotti sono molli o semiduri. Sempre in Alta Valle, aziende di dimensione familiare confezionano marmellate di frutti di bosco o miele di api allevate in loco. Fino a non molti anni fa, il castagno da frutto era fondamentale per la farina. Per rendere l’importanza dovuta a questo frutto, tre comuni (Bovezzo, Caino, Nave) da alcuni anni organizzano una manifestazione “unica” nel suo genere: la “Sagra del marrone”. Nella descrizione delle caratteristiche del sistema agricolo del territorio non si può prescindere dall’analisi del sistema degli alpeggi. Secondo il Piano Regionale degli Alpeggi del 2003 gli alpeggi rappresentano un vero e proprio sistema territoriale complesso che oltre alla funzione produttiva ne associa molte altre, quali: ambientale, paesaggistica, turistica, storico - culturale etc. L’alpicoltura, costituita dai sistemi degli alpeggi e delle aziende zootecniche che stagionalmente vi conferiscono bestiame, rappresenta un patrimonio economico, sociale e ambientale dell’intera comunità. Delle 237 Malghe censite in provincia di Brescia 43 si trovano in Valle Trompia. (fonte: Piano di Sviluppo Locale Montagna della CM Valle Trompia). La vitivinicoltura in Valle Trompia non ha avuto uno sviluppo simile a quello dei territori confinanti (Franciacorta, Cellatica, Botticino). A causa della scarsa disponibilità delle superfici e della carenza di investimenti, non si è verificata una crescita imprenditoriale del settore al passo con i tempi. Ciononostante, il comune di Caino è inserito nell’IGT “Ronchi di Brescia” e alcune aziende hanno avviato interessanti progetti di sviluppo in questo ambito.

Il suolo consumato, ovvero urbanizzato/impermeabilizzato, nelle 14 aree interne lombarde al 2021 ammonta complessivamente a 49.036 ettari (ha).

Dall’analisi dei dati di consumo di suolo annuale netto nel periodo 2020-2021 contenuta nel rapporto ISPRA sul consumo di suolo dell’anno 2022 applicata ai 485 comuni delle 14 “aree interne” lombarde, risulta che 293 di questi non hanno consumato suolo (pari al 60%), 191 comuni (pari al 39,4%) hanno invece consumato suolo e uno solo ha ridotto il consumo di suolo. Complessivamente, l’artificializzazione del suolo nelle aree interne lombarde ammonta a 92,6 ettari nel solo ultimo anno osservato. Questo valore pesa per il 10,5% dell’intero consumo regionale annuo (pari a 883 ettari) ed è pari a mezzo ettaro circa per ogni comune consumatore di suolo nelle aree interne. Si tratta quindi di un consumo significativo.

Per misurare l’efficienza nell’uso del suolo abbiamo impiegato l’indicatore del consumo marginale di suolo per i 473 comuni delle aree interne lombarde, escludendo 12 comuni che hanno una popolazione stazionaria. Fra questi, 284 comuni non registrano consumo di suolo nel periodo 2020-2021 (pari al 58%), mentre i restanti 189 si dividono tra comuni che hanno avuto un incremento demografico e consumo di suolo (44, pari al 9%) e comuni che hanno registrato una riduzione nel numero di residenti pur continuando a consumare suolo (145, pari al 30% del totale).

Come abbiamo visto, l’intero gruppo dei comuni dell’aree interne lombarde ha consumato 92,6 ettari pari al 10,5% dell’intero consumo di suolo regionale registrato tra il 2020 e il 2021. Quasi l’83% del consumo di suolo delle aree interne (76,7 ha) è imputabile ai 145 comuni con indicatore di efficienza negativo (Cmarg<0), cioè che perdono residenti, mentre gli altri 44 comuni hanno consumato i restanti 15,9 ha. Dunque, in termini assoluti ha consumato più il gruppo dei comuni inefficienti ovvero i comuni che pur perdendo residenti consumano nuovo suolo.

Analizzando le famiglie di comuni per ampiezza demografica si nota che il gruppo di comuni piccolissimi (0-500 ab.) è in assoluto il più inefficiente (-1.243 m2/ab), ma non in termini assoluti (3,5 ha consumati), il cui primato è detenuto dai comuni piccoli tra i 501 e i 2000 abitanti (25,8 ha) e, a seguire, da quelli tra i 5001-10000 ab. con 22,2 ha.

In conclusione, possiamo rilevare che nei 189 comuni consumatori delle aree interne lombarde il consumo di suolo rimane elevato, incidendo per oltre il 10% sul consumo totale regionale. Per loro si profila un andamento contraddittorio che vede oltre l’80% del loro consumo realizzato da comuni con contrazione demografica. Questi comuni sono da considerare come altamente inefficienti perché hanno consumato una risorsa non rinnovabile (il suolo) senza avere una forzante attiva (la popolazione in crescita). Questo non giustifica il consumo di suolo dei restanti comuni, in quanto si tratta di consumi in aree prevalentemente fragili e ad alta sensibilità ambientale dove, in entrambi i casi, andrebbe prima fatto uso delle aree già artificializzate, non utilizzate o dismesse, e delle abitazioni, non utilizzate o sottoutilizzate.

Per guardare all’andamento del consumo di suolo in Valle Trompia, impieghiamo prima l’Indicatore del suolo consumato pro capite che misura la quantità di copertura artificiale esistente al 2021 rispetto alla popolazione residente in quell’anno.; il comune con un consumo di suolo procapite maggiore è il comune di Irma (972 mq/ab), quello inferiore è il comune di Gardone Val Trompia (174 mq/ab).

In seguito, impieghiamo l’indicatore di consumo marginale di suolo, che abbiamo spiegato poco sopra; dei 14 comuni dell’area 4 hanno consumato suolo nel 2021, di questi 3 hanno consumato suolo a fronte di una decrescita demografica.

image Figura 30. Suolo consumato pro capite 2021
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA, 2021.
image Figura 31. Consumo marginale di Suolo
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA, 2021.

Geografie

Geografia dell’insediamento consolidato e patrimoni costruiti

Territori con un patrimonio edilizio molto vecchio sono tendenzialmente più soggetti a forme di abbandono. Si osserva come i comuni con una proporzione di patrimonio edilizio costruito più recentemente coincidano con quelli che hanno registrato un incremento di popolazione negli ultimi anni. L’area interna della Valle Trompia è caratterizzata da un patrimonio residenziale abbastanza recente. I comuni che presentano un patrimonio prevalentemente costruito entro il 1970 sono i comuni di Collio e Gardone Val Trompia. Parimenti i comuni che si distribuiscono attorno al fiume Mella sono cresciuti soprattutto negli anni 80 del secolo scorso. Interessante è la dinamica dei Comuni di Polaveno e Collio che hanno in media un’epoca di costruzione entro il 2005 o post-2005, segnale di vivacità residenziale e processi di sviluppo edilizio.

L’articolazione del territorio comunale per zone omogenee permette di analizzare le dinamiche del mercato immobiliare di un territorio. Le zone sono ambiti territoriali che riflettono un comparto omogeneo del mercato immobiliare locale ovvero nel quale si registra una sostanziale uniformità di apprezzamento per condizioni economiche e socio-ambientali. Il territorio della provincia di Brescia è suddiviso in 8 macroaree omogenee, in cui sono stati aggregati i comuni. L’area interna della Valle Trompia è una di queste. L’andamento delle compravendite per l’intera provincia registra una repentina diminuzione a partire dal 2006 fino al 2013 (punto di minimo), anno in cui si assiste a un’inversione di tendenza che si protrae per tutto il 2016. In particolare, si osserva che per la città di Brescia, pur seguendo la tendenza provinciale, la fase di calo è stata meno marcata e che dal 2013 si assiste comunque ad una ripresa più accentuata rispetto all’intera provincia. Nel grafico è illustrata la serie storica del numero indice della quotazione media per l’intera provincia, il capoluogo e i comuni non capoluogo. Per quanto riguarda le quotazioni, notiamo un’impennata fino al 2008; per Brescia Capoluogo, le quotazioni si mantengono pressoché costanti fino al 2020, mentre per il resto della provincia l’aumento prosegue fino al 2011 per mantenersi anch’esso costante fino al 2020. La Provincia di Brescia conta 1331 architetture vincolate. Nel territorio compreso nel perimetro dell’Area Valle Trompia le architetture vincolate sono 45. La presenza più elevata di architetture vincolate si registra nei Comuni di Gardone Val Trompia e Sarezzo, che ne contano 7, seguiti dai Comuni di Bovezzo, Marmentino e Tavernole sul Mella (rispettivamente 5, 4 e 4 architetture vincolate).

image Figura 33. Architetture vincolate nell’area interna
Fonte: Elaborazione su dati Vincoli in Rete – Istituto Centrale del Restauro – MiC.

Il Sistema Museale della Val Trompia nasce nel 2000 con l’adesione di 18 comuni, cui segue l’istituzione di tre musei nel 2001 e due nuovi nel 2002. (Fonte: Piano di Sviluppo Locale Montagna della CM Valle Trompia). Nell’Area Valle Trompia è presente un Ecomuseo riconosciuto da Regione Lombardia: l’Ecomuseo di Valle Trompia: la Montagna e l’Industria, che comprende tutti i Comuni facenti parte dell’Area interna, oltre ai Comuni di Villa Carcina, Concesio, Bovezzo e Nave (fuori dal perimetro dell’Area, ma a ridosso di questo). Tra i Comuni dell’Area, si riscontra la presenza di un solo museo riconosciuto dal Sistema Museale Lombardo: il Museo delle Armi e della Tradizione Armiera, nel Comune di Gardone Val Trompia.

image Figura 34. Ecomusei e Musei riconosciuti dal sistema museale lombardo
Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Regione Lombardia.

Nessun comune della Valle Trompia è parte di reti o associazioni legate al branding territoriale.

image Figura 35. Branding territoriale
Fonte: Touring Club Italiano, Bandiere Arancioni.

Vita quotidiana

Servizi, mobilità e vita quotidiana

Dal punto di vista dei servizi di welfare di base (istruzione e sanità), l’area interna della Valle Trompia, anche grazie alla sua estensione, presenta una discreta dotazione di attrezzature, anche se con ampie aree non servite. Per quanto riguarda il primo ciclo d’istruzione, non ci sono Comuni completamente sprovvisti di strutture. Nei comuni di alta valle sono presenti, tuttavia, scuole primarie di piccole dimensioni e pluriclasse. Le secondarie di primo grado, così come le superiori, si localizzano nelle vallate e nei centri maggiori. L’istruzione superiore è tutta concentrata nella parte sud dell’area, il che rende più prossime ai territori di alta valle scuole collocate all’esterno dell’area. Lo stesso vale per i nidi e le numerose strutture giovanili, così come per i servizi sanitari. 3 sono gli ospedali pubblici ma nessuno di essi offre servizi DEA; ulteriori 3 le strutture private accreditate. Nella zona sud-ovest sono presenti strutture sanitarie specializzate (SERT e per disabili), mentre numerosi sono i servizi del territorio destinati agli anziani. L’area centrale si presenta come la meno servita.

image Figura 36a. Distribuzione dei servizi educativi, formativi e ricreativi
Fonte: Elaborazione su dati di Regione Lombardia (scuole secondarie II grado, nidi, corsi di formazione, offerta sociale per minori) ed elaborazione del Progetto di Ricerca STEP – Scuole, Territorio e Prossimità (PoliMI, PoliTO, Indire) su dati MIUR 2021 (scuola).
image Figura 36b. Distribuzione dei servizi sociosanitari
Fonte: Elaborazione su dati di Regione Lombardia 2022.

L’indice di mobilità in uscita misura il dinamismo di un territorio attraverso la percentuale di persone che si spostano quotidianamente per motivi di studio e di lavoro rispetto alla popolazione del comune di età compresa tra 6 e 64 anni (dall’inizio della scuola dell’obbligo fino all’età del pensionamento). Il territorio della Val Trompia presenta indici di mobilità in uscita abbastanza elevati nella zona centrale (Pezzaze, Tavernole sul Mella, Marmentino e Irma) che gravano sulla bassa valle (Gardone Val Trompia, Lumezzane e Sarezzo) per i servizi di scala territoriale. I comuni della bassa valle riportano tutti valori elevati di mobilità.

photo_library

L’offerta di trasporto pubblico in Valle Trompia si snoda lungo il fondovalle e nelle valli trasversali di collegamento ad Est con la val Sabbia e ad ovest verso il comune di Iseo, da dove è possibile connettersi anche con la linea ferroviaria Brescia-Iseo - Edolo. Non è presente trasporto su ferro nella valle.

image Figura 39. Struttura e frequenza del TPL
Fonte: Elaborazione su dati di Regione Lombardia.

Un’analisi più approfondita della matrice Origine e Destinazione (O/D) della regione Lombardia, del 2020 ci permette di capire i motivi e i mezzi prevalenti degli spostamenti oltre che le maggiori dinamiche di mobilità. Da un punto di vista metodologico abbiamo classificato i flussi come interni, considerando i flussi interni (FI) con origine e destinazione all’interno dell’area interna, in entrata (FE) con destinazione in uno dei comuni delle aree interne, in uscita (FU) con origine all’interno delle aree interne. La matrice O/D misura il numero di spostamenti delle persone di età maggiore di 14 anni. Il diagramma presenta il numero totale di flussi per ciascuna area interna pesato sul numero di abitanti dell’area. I tre diagrammi permettono di valutare il numero di flussi interni all’AI, il numero di flussi in entrata e quelli in uscita. L’area della Val Trompia si caratterizza per un numero di flussi interni, cioè spostamenti con origine e destinazione all’interno dell’area, nella media, un numero di flussi in entrata molto alto soprattutto con riferimento ai flussi per motivi di lavoro, e infine flussi in uscita nella media con prevalenza dei flussi per motivi occasionali ma anche di lavoro e di studio sottolineando l’interdipendenza con il comune capoluogo (Brescia), che attrae studenti maggiori di 14 anni soprattutto per i comuni della bassa valle. Nei flussi interni prevalgono gli spostamenti per motivi occasionali sottolineando la necessità di spostarsi per fare compere, visite etc.

leaderboard Figura 40. Flussi in entrata per motivo di spostamento

leaderboard Figura 41. Flussi in uscita per motivo di spostamento

leaderboard Figura 42. Flussi interni per motivo di spostamento

Gli spostamenti per motivi occasionali sono effettuati per impegni legati ad attività quali acquisti, commissioni, accompagnamento. Le percentuali dei motivi degli spostamenti suggeriscono la necessità di muoversi per poter raggiungere i servizi. Considerando i flussi è possibile dire che prevalgono gli spostamenti in uscita dall’area. Con riferimento al tipo di mezzo di trasporto risulta nettamente prevalente l’uso del mezzo privato (68%), cui segue l’uso del trasporto su gomma (18%) mentre è totalmente assente il trasporto su ferro.

Economie

Economia e le specializzazioni produttive

leaderboard Figura 43. Addetti per sottore

leaderboard Figura 44. Percentuale addetti settore manifatturiero

I dati ASIA del 2019 mostrano chiaramente che il settore con il maggior numero di addetti è il manifatturiero seguito a grande distanza dal commercio. Se si confronta il numero di addetti del settore manifatturiero in tutte le 14 aree intere della Lombardia in rapporto agli abitanti dell’area si evince che la Val Trompia ha il numero di addetti nel settore manifatturiero più alto in rapporto al numero di abitanti. L’industria è il settore che impiega più della metà degli occupati, seguito dal settore terziario. Come evidenziato nella tabella, i comuni che hanno una maggiore vocazione agricola sono i comuni di Bovegno (10,4% di addetti in agricoltura) e Collio 8,4%; seguono, sempre nella stessa area, i comuni di Marmentino 4,6%, Tavernole sul Mella (4,3%) e Pezzaze (4,2%). Più a sud, il comune con la percentuale più alta di addetti in agricoltura è Brione (4,5%).

leaderboard Tabella 3. Occupati per attività economica

leaderboard Tabella 4. I comuni della Valle Trompia nelle aree rurali intermedie C

La superficie agricola totale è diminuita in tutti i comuni secondo il Censimento generale dell’Agricoltura del 2000, con una diminuzione di circa il -29 %, mentre nell’intera Provincia tale diminuzione è stata più contenuta -10,06%. Nel territorio l’unico comune con diminuzione irrilevante è quello di Irma (- 0,64%). Anche la superficie agricola utilizzata (SAU) è diminuita nel territorio di riferimento in modo molto più significativo rispetto ai dati provinciali, tranne alcuni comuni dove è aumentata, come ad esempio: Irma, Lodrino per l’aumento dei prati e pascoli. Tale consistente diminuzione della superficie agricola è accompagnata da un calo rilevante nel decennio 1990-2000 del numero di aziende agricole (-70% circa). La stessa percentuale di diminuzione si è avuta sia nel numero di aziende con allevamenti sia nel numero di aziende con SAU.

leaderboard Tabella 5. Variazione aziende con SAU

L’attività agrituristica rappresenta uno delle maggiori possibilità per lo sviluppo nelle zone di montagna soprattutto per le interconnessioni con le altre iniziative e ricchezze del territorio, quali le strade del ferro, le aree protette e il sistema museale. Dei 185 agriturismi censiti dalla Regione Lombardia in Provincia di Brescia, 112 si trovano nel territorio del PISL Montagna di Valle Trompia.

Governance

Gli attori, la governance e le politiche pubbliche

image Figura 44. Gli attori della governance pubblica nelle aree interne lombarde
Fonte: Elaborazione degli autori.

L’indicatore di frammentazione del sistema di governance nelle aree interne è stato calcolato in base ai diversi organismi di gestione di servizi sul territorio: la Provincia, gli Uffici scolastici territoriali, l’Azienda di tutela della salute, l’Ambito Territoriale Ottimale, i Parchi Regionali, le Comunità montane, l’Agenzia di Trasporto Pubblico Locale, le camere di commercio. L’area interna della Val Trompia rientra nel territorio della Provincia di Brescia, cui fanno capo l’ambito Territoriale Ottimale per la Gestione delle Acque, l’Ufficio scolastico Territoriale, l’agenzia di gestione del TPL, la camera di commercio. L’area fa capo all’ATS di Brescia per la gestione dei servizi sanitari e sociali. L’area interna corrisponde al territorio della Comunità montana ad esclusione dei comuni di cintura di Brescia: Bovezzo, Concesio, Nave e Villa Carcina.

Sono state poi valutate la dotazione di organico[^1] per ciascun organo di governance e la localizzazione delle sedi degli enti di gestione per capire il livello di capacità amministrativa di ciascun organo di governance e il livello di coinvolgimento e conoscenza del territorio (fig. 45). Per quanto riguarda la localizzazione delle sedi della governance, la dimensione e la capacità amministrativa, si evidenzia che le sedi amministrative dei diversi attori della governance pubblica sono prevalentemente posizionate nei capoluoghi di Provincia.

Nel caso dell’area interna della Valle Trompia, le sedi amministrative dei diversi attori sono prevalentemente posizionate nel capoluogo di Provincia (Brescia), a eccezione della sola sede della Comunità Montana di Valle Trompia che ha sede a Gardone Val Trompia con un numero di punti organico minore di 30, che suggerisce una possibile difficoltà operativa dell’ente.

L’area della Valle Trompia è un’area molto estesa e complessa dal punto di vista della governance e dei rapporti intercomunali. L’area, infatti, è suddivisa in tre Comunità Montane: Alto Garda Bresciano a est, Valle Sabbia al centro (comprendente anche comuni esterni al perimetro dell’area interna) e Valle Trompia a ovest. Per quanto riguarda le esperienze di Unioni di Comuni, è presente un solo caso in Valle Trompia: Alta Val Trompia – Via del Ferro. Questa configurazione complessa fa sì che la cooperazione tra Comuni e con enti locali di livello superiore sia cruciale nella definizione e attuazione di strategia di sviluppo d’area.

Infine, un’ulteriore misura della capacità di cooperazione alla scala dell’area è lo stato della pianificazione energetica e per il clima. In Valle Trompia nessun comune è dotato di Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e dei successivi Piani di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC). Nella valle vi è solo un caso di pianificazione inter-comunale: il PAES CM TROMPIA, approvato nel 2012.

image Figura 48. Stato di approvazione della pianificazione energetica e per il clima
Fonte: Elaborazione CCCR Lab, 2023.

Prospettive

Dove va la Valtrompia? Tre temi verso l’agenda strategica

Indice sottosezioni:

Per agire sulla rigenerazione del territorio della Valle Trompia la direzione può essere quella di aumentare l’attrattività dell’area come luogo per vivere e lavorare, ma anche come spazio in grado di offrire un’accoglienza improntata sulle risorse della comunità locale e sulla valorizzazione degli elementi culturali, ambientali e sociali del territorio. Nello specifico, il progetto Attiv-Aree della Fondazione Cariplo ha individuato alcuni obiettivi specifici;

  • Colmare il deficit infrastrutturale e strutturale in termini di offerta di servizi per imprese e cittadini, per favorire l’accesso alle tecnologie e ai servizi pubblici. In relazione ai servizi di cittadinanza, l’obiettivo è quello di favorire una programmazione integrata d’area che permetta di innovare e di potenziare l’offerta presente, con specifica attenzione agli ambiti più marginali. L’intento è quello di definire un quadro dell’offerta omogeneo ed integrato, all’interno del quale poter attivare risposte puntuali, in linea con le esigenze effettive del territorio. Sul fronte sanitario, lo sviluppo della telemedicina e il potenziamento dei servizi domiciliari, al fine di assicurare un’adeguata gestione, ad esempio, delle situazioni di cronicità. Per quanto attiene i servizi riconducibili alla sfera del welfare, e finalizzati ad uno sviluppo inclusivo delle comunità locali, rilevante è il rapporto tra pubblico e i soggetti del terzo settore che già operano sul territorio (realtà come Edelweiss, Civitas, Linfa, …) per l’attivazione di servizi di cura e di prossimità (dalla delivery di medicinali o generi di prima necessità, ai servizi per le famiglie per la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, …). Il tema dell’accessibilità delle aree interne vallive rimane un aspetto sul quale intervenire, come precondizione per sostenere i processi di sviluppo delineati. In relazione alle condizioni territoriali e alla vocazione del territorio, l’obiettivo è quello di agire da un lato con un rafforzamento e potenziamento dell’esistente sistema di TPL, con un’attenzione specifica al raccordo con l’area urbana e alla creazione di nuove stazioni di interscambio. Un progetto da sviluppare in via sperimentale riguarda l’attivazione di servizi di trasporto a chiamata, dedicati in particolare a target come anziani, disabili, ma anche per studenti o turisti.
  • Potenziare l’economia sociale del territorio e favorire l’occupazione giovanile, sviluppare attività di impresa sociale e rafforzare modelli cooperativi e di rete. Le esigenze sia in ambito di potenziamento dei servizi ma anche sul settore turistico, vedono un decisivo tassello nella possibilità di promuovere percorsi tesi alla diversificazione e al rafforzamento delle competenze presenti nelle valli, in particolare per i più giovani e per gli imprenditori. Per sostenere gli auspicati processi di sviluppo, di innovazione e di transizione verde, risulta infatti importante ammodernare e stimolare profili professionali in linea con le specificità del territorio.
  • Valorizzare il patrimonio identitario del territorio e le risorse culturali e ambientali, leve di crescita professionale e di occupazione per i residenti.
  • Rafforzare e integrare l’offerta turistica del territorio, anche verso i poli urbani limitrofi (Brescia, aree dei laghi di Garda e d’Iseo). Rispetto a questi ultimi due punti, l’esigenza del territorio è quella di stimolare le economie locali, a partire dalle risorse presenti, anche in un’ottica di sviluppo sostenibile. L’obiettivo è quello sia di valorizzare elementi legati alla storia e all’identità locale, sia di rafforzare le filiere produttive, le interazioni di filiera e tra settori (es. agricoltura – commercio – turismo) e la qualità delle stesse. Il tutto mantenendo il focus sul raccordo tra tradizione e innovazione, quale precondizione anche per avvicinare nuovi giovani/imprenditori. A titolo esemplificativo, possibili spunti progettuali riguardano:
  • La valorizzazione dei siti identitari, con un valore storico e culturale sia per quanto attiene i principali poli attrattori (es. Rocca d’Anfo, il sistema di miniere), sia per il patrimonio minore diffuso nelle valli, in un’ottica di rete e di collaborazione tra soggetti pubblici e privati. Progettualità che si intrecciano con quelle legate alla promozione di itinerari di visita con proposte outdoor e per un turismo attivo (cicloturismo, escursionismo e sentieristica CAI, valorizzazione lago d’Idro);
  • La valorizzazione delle produzioni di qualità, sia come opportunità economica sia come valore in termini di cura e di presidio del territorio. Nella prospettiva dell’attivazione di un “Distretto agroalimentare di qualità” le azioni da sviluppare guardano al potenziamento dei consorzi di produzione dei formaggi locali (DOP), alla realizzazione di caseifici consortili, all’adozione di procedure e tecnologie innovative per la gestione e la valorizzazione dei reflui, ma anche alla realizzazione/adeguamento della viabilità di servizio per alpeggi e malghe, e il supporto a nuove attività (es. trasformazione piccoli frutti, servizi veterinari, ma anche proposte di accoglienza esperienziali e legate al territorio delle valli).
  • La cura del territorio favorendo il potenziamento della filiera bosco-legno-energia, con l’avvio di un consorzio forestale, la realizzazione impianti di produzione energetica alimentati a biomassa e la promozione di processi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente. La strategia d’area può puntare, dunque, a promuovere un processo di riattivazione e riappropriazione del contesto prealpino dell’alta Valle Trompia, in termini partecipativi e di comunità e il rilancio del territorio, quale sistema locale integrato, attrattivo e in grado di rifondare il proprio rapporto nei confronti dei limitrofi poli urbani.
  • Bonifica del fiume Mella e dei suoi affluenti e valorizzazione della biodiversità in alta Valle con il Monte Guglielmo riconosciuto Area prioritaria per la biodiversità.

7.1 La transizione demografica: popolazioni fragili e servizi agli abitanti

L’area della Val Trompia comprende 14 comuni che hanno un numero di abitanti che va dai poco più di 100 abitanti di Irma a Lumezzane che conta circa 22mila abitanti. I comuni con una proporzione maggiore di giovani (6-19 anni) e di popolazione attiva (6-64 anni) sono quelli localizzati prevalentemente nella bassa valle e, inversamente, i comuni con la maggiore proporzione di grandi anziani (> 80 anni) sono quelli dell’alta valle. Anche i servizi sono concentrati prevalentemente in bassa valle, sia quelli sanitari con l’ospedale di Gardone Val Trompia e l’Istituto di cura di Lumezzane, che quelli educativi, in particolare le scuole secondarie di secondo grado. Le scuole primarie sono abbastanza equamente distribuite sebbene in alta valle si riscontrino numerose situazioni di pluriclasse. I dati della mobilità ci raccontano di un territorio che si sposta molto per motivi occasionali (visite, shopping) con il comune di Lumezzane primo sia per flussi interni che per flussi in ingresso seguito da Gardone e Sarezzo. I flussi di mobilità confermano il ruolo di poli intermedi di questi 3 comuni. In questo scenario emergono alcuni gruppi sociali particolarmente fragili: alcuni si localizzano in alta valle, come gli anziani, altri come i giovani e gli stranieri, sono distribuiti in tutti i comuni, sebbene maggiormente presenti nei comuni della bassa valle. I comuni della bassa seppur più popolosi si spopolano negli ultimi anni, i comuni dell’alta valle si confermano come meno serviti e in progressivo spopolamento. Il progetto Valli Resilienti di Fondazione Cariplo ha proposto alcuni interventi per migliorare l’accessibilità ai servizi soprattutto nei comuni dell’alta valle, ad esempio con un servizio di trasporto a chiamata, che è ancora in fase di implementazione. In che modo progettare politiche e servizi che rispondano ai bisogni delle popolazioni locali con particolare attenzione ai gruppi più fragili può aiutare a ridurre la polarizzazione geografica (alta e media valle) e sociale (anziani, giovani, stranieri)? In che modo un sistema di governance, che in molti casi è di scala provinciale, incide sulla mancanza di servizi in alcuni centri e sul loro progressivo abbandono? In che modo si trasformerà il territorio della valle assecondando uno scenario di polarizzazione verso la media e bassa valle? Quale strategia spaziale – accentramento, decentramento, digitalizzazione - è preferibile per assicurare servizi che siano sia di qualità sia accessibili? Quali sono gli attori e le pratiche dal basso che suggeriscono possibili strumenti alternativi?

image Figura 49. La transizione demografica: popolazioni fragili e servizi agli abitanti
Fonte: Elaborazione degli autori.

7.2 Economie ereditate e innovazione: tra manifatturiero, commercio artigianato ed economie emergenti

L’economia trainante della valle è storicamente la metallurgia e la siderurgia con le aziende di Gardone Val Trompia e Lumezzane. All’inizio del XVII secolo la valle contava 3 miniere di ferro, 15 di piombo, 4 di rame e zolfo e 5 forni a fusione in attività. La presenza di vene estrattive sul territorio ha permesso uno sviluppo economico e manifatturiero in cui la materia prima veniva estratta, poi lavorata e trasformata. Oggi la valle è una delle realtà produttive più attive del Nord Italia, con la presenza di tre distretti produttivi: l’armiero di Gardone; il metallurgico di Lumezzane; il siderurgico di Nave. Quello armiero, con la presenza della fabbrica d’armi Beretta, è uno dei distretti più noti, e il settore manifatturiero impiega il maggiore di addetti nella valle. I dati Asia mostrano che la Val Trompia ha il maggior numero di addetti nel manifatturiero in rapporto ai residenti, se confrontata con le altre aree interne Lombarde. Tuttavia, le aziende di Lumezzane sono entrate in crisi nel 2008 e in molti casi sono state delocalizzate nella bassa Bresciana grazie alle condizioni più favorevoli di accessibilità carrabile (con il progetto della bretella della Val Trompia). A questa crisi di natura macroeconomica si affianca una sofferenza consolidata del commercio al dettaglio che è manifestazione di una crisi economica, sociale ed urbana, nonostante l’analisi diacronica del reddito medio pro-capite evidenzi una buona tenuta economica del territorio nel decennio 2010-2020, con una crescita del reddito pro-capite in alcuni comuni (Lodrino). Alcuni segnali suggeriscono l’emergere di nuovi settori: il turismo di prossimità e l’agriturismo, nuove forme di agricoltura (prodotti biologici, frutticoltura, viticultura) e la produzione di formaggi in alta valle. Qual è il futuro dei tre distretti industriali nel lungo periodo? È possibile immaginare un recupero innovativo delle attività produttive esistenti anche nella prospettiva della transizione ecologica? Quali i saperi e le conoscenze radicati nel territorio e che vanno tutelati, sviluppati, innovati? Quali nuove economie, oltre al turismo e all’agricoltura si possono affiancare a quelle tradizionali e in che modo possono contribuire a un rilancio dell’area? In che modo la formazione e i giovani possono incidere in questo processo?

image Figura 50. Economie ereditate e innovazione: tra manifatturiero, commercio artigianato ed economie emergenti
Fonte: Elaborazione degli autori.

7.3 Una sfida per la biodiversità: tra valorizzazione e riutilizzo del patrimonio

La Valle Trompia ha visto negli anni forme estensive ed estreme di sfruttamento ed estrazione delle materie prime le cui tracce si possono riscontrare fin dai tempi dei Romani. L’attività estrattiva è continuata fino al secondo dopoguerra, quando la vocazione produttiva si è sostituita progressivamente a quella estrattiva con la chiusura delle miniere. Il territorio della valle si estende lungo la strada provinciale 345 e il fiume Mella e si presenta con una conformazione chiusa e stretta, luogo conteso tra gli spazi dell’agricoltura, le abitazioni, le infrastrutture, le miniere e le fabbriche. Lungo i 50 chilometri di valle è possibile ritrovare i segni dell’abbandono dell’esteso sistema minerario nei fabbricati per l’estrazione delle materie prime. L’eredità dell’attività estrattiva si concretizza, inoltre, in un patrimonio archeologico composto da una fitta rete di tunnel e gallerie scavati nella montagna che hanno plasmato negli anni il sottosuolo della valle. Dal Duemila il territorio è interessato da processi di riconversione e trasformazione delle gallerie e delle strutture di superficie. Tra i numerosi progetti ed itinerari che cercano di valorizzare questo passato e la sua eredità la via del Ferro è quello più caratterizzante. Le miniere di Pezzaze, il forno di Tavernole e i magli di Sarezzo, trasformati in musei, ripercorrono i passi di un passato industriale legato alle attività estrattive e siderurgiche, mentre alcune parti del patrimonio minerario sono state riconvertite in un parco avventura. Dal 2003 infatti, la miniera S. Aloisio-Tassara, la più estesa miniera di siderite della valle, è stata trasformata in un playground in cui poter avviare percorsi acrobatici e di intrattenimento all’interno dei tunnel scavati dai minatori. Parallelamente ai processi di riconversione del capitale infrastrutturale delle miniere, è possibile riscontare anche un processo di graduale rinaturalizzazione. Come nel caso della miniera Torgola, dove i suoli e le architetture minerarie sono stati abbandonati ai naturali processi di successione ecologica e alla colonizzazione spontanea da parte di specie vegetali e animali. Oggi, con la radicale riconfigurazione del rapporto tra territori e biodiversità e l’indefinito articolarsi delle relazioni economiche, sociali, simboliche e di potere che si sono depositate nei luoghi della produzione, e che hanno generato episodi di inquinamento, quale può essere il ruolo della regolazione nel processo di trasformazione e bonifica? Quale il loro grado di trasformazione? Che cosa fare dei territori minerari e produttivi una volta dismessi? Quali nuovi saperi e competenze sono necessari per accompagnare e progettare il processo di risanamento ambientale? Oltre a questo processo si rileva la necessità di potenziare la filiera bosco-legno, valorizzando il patrimonio boschivo prealpino, valorizzare il ruolo del Monte Guglielmo riconosciuto come Area prioritaria per la biodiversità con la realizzazione di percorsi e sentieri e la promozione di un turismo di riscoperta che contrasti una monocultura del turismo, che ad oggi si è basato prevalentemente su un turismo invernale di seconde case nell’area dell’Alpe Pezzeda.

image Figura 51. Una sfida per la biodiversità: tra valorizzazione e riutilizzo del patrimonio
Fonte: Elaborazione degli autori.