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Valchiavenna / Ritratto territoriale

Un ritratto territoriale dell'area della Valchiavenna

share_location 575 km²

gavel 12 comuni

groups_2 24.435 abitanti

Chiusura documento: 11/09/2024

Indice sezioni:

L’area interna Valchiavenna si trova nella Provincia di Sondrio. L’area – il cui perimetro è stato definito nell’Agenda del Controesodo di Regione Lombardia - è composta da tre valli alpine che convergono nella località di Chiavenna: Piano di Chiavenna, Valle Spluga e Val Bregaglia. L’area comprende 12 comuni, si estende su una superfice di 575,34 Km2 e ha una popolazione di 24.551 abitanti. L’area confina con la Valtellina (in Provincia di Sondrio) e con le Province di Lecco e Como; confina inoltre con la Svizzera, in particolare con il Cantone dei Grigioni. Il territorio è caratterizzato da un’altitudine molto variabile, dal Piano di Chiavenna posto circa a 300 metri s.l.m., sino ai 2100 metri s.l.m. del passo dello Spluga. La Valchiavenna è attraversata dal fiume Mera e dal torrente Liro che confluiscono nel Lago di Mezzola. Nell’area sono inoltre presenti diversi laghi artificiali, invasi e bacini realizzati per alimentare numerosi impianti idroelettrici.

image Figura 1. Il perimetro dell’area
Fonte: Dusaf Regione Lombardia.

La Valchiavenna è una delle quattro cosiddette Aree “Progetto” lombarde scelte dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), nata nel 2013 e gestita dall’Agenzia per la Coesione Territoriale. La Strategia 2014-2020 comprende l’intero territorio della Comunità Montana della Valchiavenna: la storia pluridecennale di associazionismo tra i comuni che compongono la Comunità Montana è uno dei fattori che hanno portato l’area ad essere una delle prime Aree “Pilota” dove attuare la SNAI. La cooperazione promossa dalla Comunità Montana ha avuto come risultato nel tempo una gestione coordinata dei servizi, oltre ad alcune scelte di pianificazione territoriale condivise dall’intera area di competenza dell’Ente.

Secondo la classificazione della SNAI (dati aggiornati al 2020) Verceia e Novate Mezzola sono gli unici due comuni “Intermedi”. Samolaco, Prata Camportaccio, Gordona, Villa di Chiavenna, Chiavenna, Mese, San Giacomo Filippo e Piuro sono classificati come comuni “Periferici”. Campodolcino e Madesimo sono considerati invece comuni “Ultraperiferici”.

leaderboard Tabella 1. Classificazione dei comuni secondo la SNAI

L’area interna definita dall’Agenda del Controesodo di Regione Lombardia coincide con il perimetro della programmazione precedente e con quello della Comunità Montana e comprende quindi 12 Comuni, per un totale di 24.551 abitanti. L’estensione territoriale è pari a circa 575,34 Km². I comuni selezionati in ambito SNAI sono stati confermati nel secondo ciclo di programmazione da un’analisi condotta da Polis Lombardia che, attraverso un indice composito, ha individuato i comuni che presentavano condizioni di fragilità più evidenti a scala regionale.

leaderboard Tabella 2. Indice di svantaggio dei comuni

Nel caso della Valchiavenna, le elaborazioni dell’“Indice di Svantaggio” elaborato da Polis Lombardia e impiegato per individuare le aree entro le quali programmare gli interventi dell’Agenda del Controesodo, restituiscono un’immagine delle criticità dei comuni del territorio non omogenea rispetto alla posizione geografia ed orografica (alta-media-bassa valle): tra i territori più “vulnerabili” si trovano infatti anche comuni in bassa valle, tra cui Novate Mezzola e Verceia, e i comuni di Piuro, Gordona, Villa di Chiavenna, posti in media valle. Il comune di San Giacomo Filippo risulta nella condizione di maggiore vulnerabilità: situazione che trova conferma anche nell’assegnazione al comune dei fondi “di sostegno ai comuni marginali”, con un’erogazione di 102.326,64 €: in Lombardia, solo 6 comuni hanno avuto accesso ai fondi (34 comuni finanziati nelle Regioni del Nord; il 95% delle risorse è stato assegnato a Regioni del Sud).

Popolazione

L’evoluzione della popolazione e le sue caratteristiche

Secondo i dati Istat al 2019 la popolazione della Valchiavenna era di 24.551 abitanti. Il comune di Chiavenna, con 7293 residenti, rappresenta il centro abitato più popoloso: qui abita circa il 30% dell’intera popolazione residente della valle. I comuni con meno abitanti sono San Giacomo Filippo con 351 e Madesimo con 529 residenti. In Valchiavenna risiede lo 0,24 % dell’intera popolazione regionale (9.981.554) ed il 13,8% della popolazione della provincia di Sondrio (177908). La Valchiavenna è tra le aree interne meno abitate, rispetto alle 14 aree indagate. La distribuzione della popolazione asseconda la configurazione morfologica dell’area, con maggiore densità nelle città e frazioni di fondovalle.

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Con riferimento all’evoluzione più recente della popolazione, si può osservare la variazione percentuale della popolazione residente in due periodi: tra il 2009 e il 2014 e tra il 2015 e il 2019 (figg. 3-4). In Valchiavenna, nel periodo 2009-2014, la situazione è equamente distribuita: 6 comuni hanno una variazione in negativo, di cui 3 – Campodolcino, Villa di Chiavenna e San Giacomo Filippo – molto in negativo (-25 - 5%); 6 comuni hanno valori positivi: Verceia, Novate Mezzola, Gordona, Mese, Chiavenna, Prata Camportaccio. Il periodo 2015-2019 vede il consolidamento della variazione molto negativa in Campodolcino e San Giacomo Filippo, e una inversione di tendenza per i comuni di Chiavenna, Mese e Verceia - in variazione leggermente negativa- e Piuro –in variazione leggermente positiva.

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La traiettoria demografica di un comune risulta sia dal saldo naturale – ovvero il bilancio fra nascite e decessi – sia dall’indice di migrazione netto (Migration Effectiveness Index, MEI) che definisce il tasso netto di migrazione e viene calcolato come il rapporto tra immigrati verso ed emigrati da una determinata area in un certo periodo di tempo (figg. 5-6). Un valore positivo significa che nel territorio sono immigrate più persone di quante ne siano emigrate, viceversa in caso di un valore negativo significa che ne sono emigrate più di quante sono immigrate. Considerato che le nascite e i decessi non influiscono sull’indice, questo dato è significativo per determinare la maggiore o minore attrattività di un comune nei confronti delle scelte residenziali delle persone. Anche in questo caso si guarda a due periodi: 2009-2014 e 2015-2019.

In Valchiavenna, nel periodo 2009-2014, i comuni con un sostanziale equilibrio fra nuove iscrizioni e cancellazioni sono 6, quelli attrattivi 4. I più attrattivi sono: Gordona, Prata Camportaccio, Mese (>25%) e Chiavenna (5-10%). Nel periodo 2015-2019, invece, i comuni in equilibrio sono 5, e l’unico attrattivo è Chiavenna (0-5%).

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Infine, possiamo guardare al dinamismo della popolazione di una determinata area, valutando quanto essa è cambiata entro un determinato intervallo per via delle iscrizioni e delle cancellazioni, e avendo quindi la misura di quanto in un’area vivano più o meno le stesso persone che vi vivevano a una data precedente. Per valutare questa dimensione impieghiamo l’indice di ricambio migratorio (Turn Over Rate, TO). L’indice ha valori sempre positivi e anche in questo caso è stato calcolato in riferimento ai due periodi indicati in precedenza: 2009-2014 e 2015-2019. In Valchiavenna, nel periodo 2009-2014, il comune con valori più elevati è Madesimo (0.08-0.12). Tutti gli altri hanno un valore medio 0.04-0.08. Nel periodo più recente, invece, ai comuni con valori elevati si aggiungono San Giacomo Filippo e Novate Mezzola.

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Per indagare la traiettoria della popolazione nel lungo periodo abbiamo poi osservato i dati del censimento generale della popolazione a partire dal 1911 (fig. 9), mentre per i dati successivi al censimento del 2011 abbiamo tenuto conto della popolazione residente comunale al 1° gennaio 2019 resa disponibile dall’ISTAT sulla base di indagini effettuate presso gli uffici di Anagrafe. Abbiamo individuato cinque intervalli temporali: il primo e più ampio include indicativamente le due guerre mondiali (1911-1951); il secondo, gli anni dei “boom” e della crescita urbana “concentrata” (1951-1971); il terzo, il periodo in cui emergono le “tre Italie” e in generale i fenomeni di industrializzazione e urbanizzazione “diffusa” (1971-1991); il quarto, gli anni della fase di stagnazione economica (1991-2011); il quinto e più breve, gli anni del post-crisi (2011-2019). Tale scomposizione in cinque intervalli distribuiti in oltre cento anni di storia ha permesso di costruire una matrice da cui è possibile ricavare, per ogni comune, una sequenza di bilanci demografici in cui si alternano o ripetono fasi di crescita (C) o decrescita (D). Sono emerse nel complesso 32 tendenze che ci permettono di individuare alcuni profili evolutivi che possiamo ordinare a seconda della tendenza dei comuni nelle ultime fasi: da un lato dinamiche di crescita consolidata a cui si affiancano processi che abbiamo definito di ripresa e, in alcuni casi, controstorie; dall’altro, rallentamenti recenti, processi di caduta o di ricaduta che si affiancano a dinamiche di contrazione consolidata.

I processi di contrazione demografica presentano in Valchiavenna una geografia molto chiara. È l’alta valle che subisce i processi di contrazione in modo più continuo e durevole. La bassa valle invece segue tendenze di crescita, ad eccezione del comune di Samolaco. In valori assoluti il comune che ha perso più popolazione è San Giacomo Filippo. Dal 1951 San Giacomo Filippo ha perso circa il 70% della popolazione residente, con un calo di 852 abitanti. Anche Campodolcino è segnata da una traiettoria negativa: dal 1951 il comune ha perso 737 abitanti, il 44%. Tra il 1951 e il 2019 i comuni che hanno guadagnato più abitanti sono Prata Camportaccio e Mese. Dal 1951 il comune di Prata Camportaccio ha guadagnato il 46,5% della popolazione, mentre nel comune di Mese questo aumento raggiunge valori del 52,4%. Se osserviamo le differenze di popolazione tra il 2001 e il 2019, emerge come il comune che ha perso più popolazione in termini numerici e percentuali è San Giacomo Filippo, con una perdita del 25% dei residenti, 118 abitanti. Il comune di Novate Mezzola invece è cresciuto in termini percentuali in questi ultimi vent’anni: ha aumentato del 15,4% la popolazione residente, ovvero un aumento di 254 abitanti. Da segnalare l’andamento stabile di Chiavenna, che aumenta la sua popolazione di solo 1,1% rispetto al 1951.

Nel complesso, la Valchiavenna è investita da un processo di contrazione demografica. La scomposizione in cinque intervalli distribuiti in oltre cento anni di storia ci ha permesso di costruire una matrice da cui è possibile ricavare, per ogni comune, una sequenza di bilanci demografici in cui si alternano o ripetono fasi di crescita (C) o decrescita (D). I comuni di Campodolcino e San Giacomo Filippo sono caratterizzati da un processo di contrazione demografica che possiamo definire consolidata. Nella tendenza della contrazione consolidata fanno parte quei comuni che hanno registrato una variazione negativa della popolazione negli ultimi quattro oppure in tutti i cinque intervalli temporali. Villa di Chiavenna e Madesimo sono caratterizzati invece da un processo di caduta. Nella tendenza della contrazione consolidata fanno parte quei comuni che hanno perso popolazione negli ultimi due o tre intervalli dopo aver guadagnato in almeno due intervalli precedenti oppure comuni che hanno perso popolazione nell’ultimo intervallo e in quello centrale dopo aver guadagnato nei precedenti intervalli).

I comuni di Piuro e Samolaco sono investiti da un processo di rallentamento. Nella tendenza del rallentamento fanno parte quei comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo più recente dopo aver guadagnato popolazione almeno nei due precedenti intervalli. Il comune di Novate Mezzola è un comune caratterizzato da un processo di ripresa. Nella tendenza della ripresa fanno parte quei comuni che hanno registrato una crescita demografica nell’ultimo intervallo dopo aver perso popolazione solo nei due precedenti intervalli oppure comuni con una variazione negativa nel solo intervallo centrale. Solo i comuni di Gordona, Mese, Chiavenna e Prata Camportaccio sono caratterizzati da un processo di crescita consolidata, registrando una variazione positiva della popolazione nell’ultimo intervallo e almeno in altri tre intervalli precedenti (ad eccezione dei comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo centrale) oppure che hanno avuto una crescita continuativa nei tre intervalli più recenti.

image Figura 6. Dinamiche di contrazione demografica, 1911–2019
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT.

Anche in Valchiavenna l’invecchiamento della popolazione avanza. Il comune che presenta l’indice di vecchiaia più elevato nell’area è San Giacomo Filippo (oltre 275), seguito da Chiavenna, Campodolcino e Madesimo.

image Figura 7. Indice di vecchiaia
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT 2019.

La popolazione anziana è stata suddivisa in due fasce: un primo gruppo raccoglie la popolazione di età compresa tra 65 e 80 anni - gli anziani – e un secondo gruppo la popolazione over 80 - grandi anziani. Tale distinzione – di largo uso fra i demografi – si fonda anche sulla diversità di pratiche e bisogni tra i due gruppi. Mentre la popolazione fino a 80 anni tende ad essere ancora attiva, quella oltre gli 80 anni è tendenzialmente molto sedentaria, con solo un numero limitato di piccoli spostamenti. Si possono riscontrare percentuali più alte di persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni nei comuni di San Giacomo Filippo e Madesimo, mentre la popolazione over 80 si concentra prevalentemente nei comuni di Chiavenna, San Giacomo Filippo e Campodolcino.

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Gli indicatori relativi alla popolazione scolastica e alla popolazione attiva (figg. 13-14) descrivono la percentuale di popolazione di età compresa tra 6 e 19 anni e quella compresa tra 6 e 64 anni sulla popolazione totale di ogni comune, e sono calcolati su dati ISTAT 2019. Le due fasce di età sono state considerate perché la prima descrive la popolazione scolastica che frequenta la scuola fino all’ultimo anno di secondaria. La seconda considera la popolazione attiva che si sposta per motivi di lavoro o di studio, quindi dalla scuola dell’obbligo fino all’età pensionabile. In Valchiavenna, la proporzione di popolazione in età scolastica è più elevata prevalentemente nella zona meridionale e in particolare, nei comuni di Prata Camportaccio, Gordona, Villa di Chiavenna, Mese e Samolaco.

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Al 1° gennaio 2019 gli stranieri residenti nella Valchiavenna erano 886, ovvero il 3,6% della popolazione residente. Si tratta di una percentuale inferiore rispetto alla media della provincia di Sondrio, che si attesta intorno al 5,4% (9.744). Il valore nazionale si attesta intorno al 8,7%. Il comune con più stranieri è Chiavenna, con 434 residenti, seguito da Prata Camportaccio con 114. Quello con meno residenti stranieri è San Giacomo Filippo, che ne conta 6. In particolare, la comunità più ampia è rappresentata dagli abitanti di nazionalità ucraina.

image Figura 10. Residenti con cittadinanza non italiana sul totale
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, 2021.

In Valchiavenna l’andamento nel tempo del Reddito Medio pro-capite (RMCP) appare disomogeneo, con alcuni casi di forte crescita all’interno del territorio. Complessivamente, il RMPC dell’area nel 2020 si attesta a 17.219 €, in leggera crescita rispetto al RMPC del 2010 che si attestava a 16.599 €. Questo andamento rispecchia l’andamento generale a livello regionale, il cui RMPC è aumentato passando dai 22.630,75 € per contribuente del 2010 a 24.725,89 € del 2020. Il comune che presenta il RMPC più elevato della Valchiavenna nell’ultimo decennio è Madesimo: il reddito medio si attesta a quasi 30.000 € per contribuente nel 2020, con una differenza di più di 10.000 € rispetto al secondo comune per reddito, Chiavenna. Madesimo denota una crescita rilevante negli ultimi 10 anni passando da 18.136 € a 29.993 €: il comune ha il più elevato RMPC della Provincia di Sondrio, oltre che dell’area. Chiavenna, secondo comune per reddito dell’area, ha un incremento del 2,35% nell’ultimo decennio: il RMPC cresce da 18.948 € a 19.393 €. I comuni con reddito più basso nel 2010 erano Villa di Chiavenna e San Giacomo Filippo, confermandosi i comuni col reddito più basso anche nel 2020 seguiti da Verceia. Villa di Chiavenna, San Giacomo Filippo, Prata Camportaccio e Mese sono i comuni in cui il reddito resta praticamente invariato nell’ultimo decennio. La presenza di un divario di reddito di quasi 20.000€ annui fra 11.246 € di Villa di Chiavenna e i 29.993 € di Madesimo evidenzia l’esistenza di una forte e crescente polarizzazione della ricchezza all’interno dell’area. Non disponiamo di evidenze decisive per spiegare questo fenomeno, tuttavia è importante tenere in considerazione da una parte l’elevata presenza di lavoratori transfrontalieri nell’area, in particolare proprio nel comune di Villa di Chiavenna e dall’altra la possibilità che almeno una parte dei nuclei con redditi elevati a Madesimo possa dipendere da recenti spostamenti di residenza nelle case di villeggiature da parte di nuclei originariamente non residenti nel paese.

leaderboard Tabella 3. Reddito Medio Pro Capite, 2010–2020

La figura sottostante individua il tasso di occupazione totale; nell’area interna il tasso di occupazione non è altissimo, si attesta in intervalli che variano dal 46 al 65%, i comuni con il tasso di occupazione più basso sono i comuni di Villa di Chiavenna (46%) e San Giacomo Filippo (52%); oltre ciò la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne nell’area interna appare ancora molto al di sotto del suo potenziale, per valutare questo problema impieghiamo l’indice di penalizzazione di genere, che misura la differenza fra i livelli di partecipazione al lavoro delle donne e quella degli uomini.

L’indice è negativo sull’insieme del territorio, i valori peggiori appartengono di Villa di Chiavenna (-0.47) e S. Giacomo Filippo (-0.49), mentre il valore migliore si ha nel comune di Madesimo (-0.09).

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Patrimoni

Paesaggi, patrimoni naturali e rischi

La Valchiavenna è posta tra le Alpi Lepontine e le Alpi Retiche, divide cioè le Alpi orientali da quelle occidentali. Il suo territorio è organizzato in tre valli che convergono nella città di Chiavenna: la Valchiavenna o Piano di Chiavenna, la Valle Spluga e la Val Bregaglia. Il Piano di Chiavenna, di morfologia pianeggiante, si estende per 22 chilometri dal trivio di Fuentes, nei pressi di Colico, alla città di Chiavenna. La sua altitudine è di 300 metri s.l.m. La Valle Spluga, anch’essa di estensione di 22 chilometri, va dal termine del corso del torrente Liro nei pressi di Chiavenna al Passo dello Spluga, dove raggiunge i 2100 metri s.l.m.

La Val Bregaglia, conosciuta anche come Valle del Mera, da Chiavenna porta al Passo del Maloja, attraversando la frontiera tra Italia e Svizzera. La sua altitudine varia tra i 450 ai 600 metri s.l.m.

Questa configurazione permette una grande varietà di ambienti che vanno dalle paludi del Pian di Spagna ai ghiacciai del nord, dai pianori coltivati fino alle cime che superano i 3000 metri.

Il patrimonio naturale della Valchiavenna è composto da molte riserve, siti di interesse nazionale e di importanza comunitaria: la Riserva naturale delle Marmitte dei Giganti, la Riserva naturale Oasi del Pian di Spagna, il Monumento naturale Cascate dell’Acqua Fraggia e quello della Caurga della Rabbiosa, i siti di importanza comunitaria (SIC) delle Val Zerta, Val Bodengo, Piana di Chiavenna, e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Val Codera e della Valle dei Ratti. Il corso d’acqua più importante è il Mera, che nasce in Svizzera e scorre fino a Chiavenna. Unito al torrente Liro presso Mese, il fiume si immette nel lago di Mezzola. Si tratta di un patrimonio ambientale di grande diversità, attualmente a rischio anche per il progressivo avanzare del bosco, fenomeno in parte causato dell’abbandono delle attività rurali e pastorali. Fanno parte del territorio due importanti valichi dell’arco alpino, l’antico passo dello Spluga e il passo del Maloja che mette in comunicazione i due ambiti del confine italo-svizzero.

Figura 12. Aree naturali protette e aree prioritarie per la biodiversità map

Map Legend

La Valchiavenna è interessata dalla presenza di cinque Aree Prioritarie per la Biodiversità (APB). Nella porzione di territorio della bassa valle sono presenti tre APB condivise con altre due Aree Interne lombarde: l’area Prioritaria per la Biodiversità Pian di Spagna, Lago di Mezzola e Piano di Porlezza comprende porzioni dei territori dei comuni di Verceia, Prata Camportaccio, Samolaco, Novate Mezzola, Mese e Gordona e interessa anche l’area interna Alto Lago di Como e Valli del Lario, così come l’Area Prioritaria per la Biodiversità Lepontine comasche che, posta in prevalenza nella provincia di Como, comprende anche una parte del territorio del comune di Gordona. L’area Prioritaria per la Biodiversità Alpi Retiche è invece distribuita prevalentemente nell’area della Valtellina di Morbegno, ma interessa buona parte del territorio di Novate Mezzola e, in minima parte, del comune di Prata Camportaccio. Due APB sono interamente comprese nel perimetro dell’area interna Valchiavenna: l’area Prioritaria per la Biodiversità Val Zerta e Val Bregaglia), nei comuni di San Giacomo Filippo, Chiavenna e Piuro; l’area Prioritaria per la Biodiversità Alta Valchiavenna, nei comuni di Campodolcino, Madesimo e Piuro.

Figura 13. Inquinamento ambientale map

Map Legend

Gli impianti di trattamento dei rifiuti sono concentrati nella fascia di media valle, in particolare nei comuni di Prata Camportaccio (tre impianti), Gordona (due impianti) e Samolaco (tre impianti). Nel caso del comune di Gordona, uno degli impianti di trattamento dei rifiuti si trova in prossimità del polo industriale di valle. Numerose sono le cave presenti sul territorio, sia attive sia cessate: una delle attività produttive principali della Valchiavenna è stata a lungo tempo l’estrazione di graniti e pietra ollare, specialmente nei comuni di Novate Mezzola e Samolaco. A Samolaco sono presenti, lungo il fiume Mera, diverse aree estrattive ancora in attività. Infine, a Novate Mezzola, è presente uno stabilimento dismesso della Falck, mentre a Giumello, posta nel comune confinante di Samolaco, si trova invece una discarica anch’essa non più in uso.

Le forme e la diffusione del rischio idrogeologico nell’area della Valchiavenna rimandano a una condizione di rischio comune nelle aree interne lombarde, quella propria alle fasce urbanizzate rivierasche e versanti dei fiumi e dei corsi d’acqua superficiali montani. Il sistema dei corsi d’acqua presenti nelle aree interne montane è strettamente connesso con il sistema idrico lacuale, essendo i corsi d’acqua per lo più immissari/emissari dei laghi. Dal punto di vista idrogeologico e topografico le fasce fluviali presentano, come le fasce lacustri, una elevata sensibilità ai processi insediativi che, come nel caso delle fasce lacustri, si sono concentrati nelle diverse epoche storiche, nel fondovalle e nelle fasce dei fiumi. Molti centri urbani a ridosso dei corsi d’acqua risultano quindi interessati dalle classi di rischio idrogeologico più elevato, in Valchiavenna, Campodolcino, Chiavenna si trovano lungo il fiume Liro.

Il primo è l’indice di rischio idrogeologico (fig. 20). Tale indice considera una varietà di rischi, fra i quali ma non esclusivamente le frane, le esondazioni fluviali, i fenomeni di tipo torrentizio lungo il reticolo idrografico in relazione a “bersagli” – ovvero i beni esposti a tali rischi – quali abitazioni, imprese e infrastrutture. Complessivamente il rischio idrogeologico si concentra lungo i principali corsi d’acqua, dove si localizza la maggior parte degli insediamenti residenziali e produttivi dell’area.

leaderboard Figura 14. Indice di rischio idrogeologico comunale

Scendendo di scala, possiamo osservare come il rischio idrogeologico si distribuisca sul territorio dei comuni più esposti a tale rischio (fig. 21). Questa operazione è stata resa possibile estraendo dal geoportale PRIM delle celle di venti metri per venti metri. Gli indici di rischio elaborati nel PRIM sono raggruppati in classi corrispondenti a differenti livelli di criticità rispetto alla media del territorio regionale (che è uguale ad 1). I comuni presi in esame sono Chiavenna, Mese, Novate Mezzola e Samolaco (figg. 22-25).

Il suolo consumato, ovvero urbanizzato/impermeabilizzato, nelle 14 aree interne lombarde al 2021 ammonta complessivamente a 49.036 ettari (ha).

Dall’analisi dei dati di consumo di suolo annuale netto nel periodo 2020-2021 contenuta nel rapporto ISPRA sul consumo di suolo dell’anno 2022 applicata ai 485 comuni delle 14 “Aree Interne” lombarde, risulta che 293 di questi non hanno consumato suolo (pari al 60%), 191 comuni (pari al 39,4%) hanno invece consumato suolo e uno solo ha ridotto il consumo di suolo. Complessivamente, l’artificializzazione del suolo nelle aree interne lombarde ammonta a 92,6 ettari nel solo ultimo anno osservato. Questo valore pesa per il 10,5% dell’intero consumo regionale annuo (pari a 883 ettari) ed è pari a mezzo ettaro circa per ogni comune consumatore di suolo nelle aree interne. Si tratta quindi di un consumo significativo.

Per misurare l’efficienza nell’uso del suolo abbiamo impiegato l’indicatore del consumo marginale di suolo per i 473 comuni delle aree interne lombarde, escludendo 12 comuni che hanno una popolazione stazionaria. Fra questi, 284 comuni non registrano consumo di suolo nel periodo 2020-2021 (pari al 58%), mentre i restanti 189 si dividono tra comuni che hanno avuto un incremento demografico e consumo di suolo (44, pari al 9%) e comuni che hanno registrato una riduzione nel numero di residenti pur continuando a consumare suolo (145, pari al 30% del totale).

Come abbiamo visto, l’intero gruppo dei comuni dell’aree interne lombarde ha consumato 92,6 ettari pari al 10,5% dell’intero consumo di suolo regionale registrato tra il 2020 e il 2021. Quasi l’83% del consumo di suolo delle aree interne (76,7 ha) è imputabile ai 145 comuni con indicatore di efficienza negativo (Cmarg<0), cioè che perdono residenti, mentre gli altri 44 comuni hanno consumato i restanti 15,9 ha. Dunque, in termini assoluti ha consumato più il gruppo dei comuni inefficienti ovvero i comuni che pur perdendo residenti consumano nuovo suolo.

Analizzando le famiglie di comuni per ampiezza demografica si nota che il gruppo di comuni piccolissimi (0-500 ab.) è in assoluto il più inefficiente (-1.243 m2/ab), ma non in termini assoluti (3,5 ha consumati), il cui primato è detenuto dai comuni piccoli tra i 501 e i 2000 abitanti (25,8 ha) e, a seguire, da quelli tra i 5001-10000 ab. con 22,2 ha. In conclusione, possiamo rilevare che nei 189 comuni consumatori delle aree interne lombarde il consumo di suolo rimane elevato, incidendo per oltre il 10% sul consumo totale regionale. Per loro si profila un andamento contraddittorio che vede oltre l’80% del loro consumo realizzato da comuni con contrazione demografica. Questi comuni sono da considerare come altamente inefficienti perché hanno consumato una risorsa non rinnovabile (il suolo) senza avere una forzante attiva (la popolazione in crescita). Questo non giustifica il consumo di suolo dei restanti comuni, in quanto si tratta di consumi in aree prevalentemente fragili e ad alta sensibilità ambientale dove, in entrambi i casi, andrebbe prima fatto uso delle aree già artificializzate, non utilizzate o dismesse, e delle abitazioni, non utilizzate o sottoutilizzate.

Per guardare all’andamento del consumo di suolo nell’area interna, impieghiamo prima l’Indicatore del suolo consumato pro capite che misura la quantità di copertura artificiale esistente al 2021 rispetto alla popolazione residente in quell’anno.; il comune con un consumo di suolo pro capite maggiore è il comune di Madesimo (2093 mq/ab), quello inferiore è il comune di Chiavenna (178 mq/ab).

In seguito, impieghiamo l’indicatore di consumo marginale di suolo, che abbiamo spiegato poco sopra; dei 12 comuni dell’area 4 hanno consumato suolo nel 2021, di questi 3 hanno consumato suolo a fronte di una decrescita demografica.

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Geografie

Geografia dell’insediamento consolidato e patrimoni costruiti

La Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga è l’asse principale della Valchiavenna. Partendo da Milano è uno degli assi di comunicazioni fondamentali tra l’Italia e la Svizzera. Gli spostamenti all’interno e all’esterno dell’area sono prevalentemente effettuati tramite mezzi di trasporto privati. Il trasporto pubblico è rappresentato, a livello ferroviario, dalla linea che collega Milano con Tirano e Sondrio; vi sono, inoltre, delle autolinee del Servizio di Trasporto pubblico della Provincia di Sondrio e del Postale Svizzero. Il territorio della Valchiavenna è caratterizzato dalla presenza di alcuni centri abitati più popolosi (Chiavenna, Prata Camportaccio, Samolaco, Gordona) localizzati in bassa valle, che generalmente coincidono con le località capoluogo (sede municipale) dei comuni della valle, nonché da un consistente numero di Nuclei di Antica Formazione diffusi nella porzione di mezza costa, individuati dai Piani di Governo del Territorio. In molti casi, queste località sono collegate al centro abitato capoluogo o alle frazioni più popolate da strade carrabili. Alcuni nuclei sono tuttavia raggiungibili solo a piedi tramite mulattiere, sentieri e sono riforniti di beni di prima necessità tramite funicolari collegate alla valle (ad esempio, nel comune di Piuro). Questo assetto è completato da numerosi pascoli maggenghi e da insediamenti “puntuali” di servizio alla conduzione degli alpeggi, che in alcuni casi coincidono con i Nuclei di Antica Formazione, spesso non abitati in forma permanente. Secondo i dati del Censimento, al 2011 si possono individuare nella Valchiavenna 76 nuclei permanentemente abitati con varia densità di popolazione. Allo stato attuale, soprattutto in questi nuclei, il patrimonio costruito e vaste porzioni del paesaggio rurale versano in stato di parziale abbandono.

Il quadro restituito dai dati censuari del 2011 riguardo allo stato d’uso degli edifici, se letto in corrispondenza rispetto ai dati che riportano le soglie di costruzione del patrimonio abitativo, mostra come una più alta presenza di edifici “storici” (ovvero costruiti ante 1918) non comporti percentuali più alte di inutilizzo. Il più alto tasso di inutilizzo desumibile dai dati censuari è nel comune di Gordona, seguito da San Giacomo Filippo mentre il comune che riporta il maggior numero di edifici costruiti prima del 1918 è Piuro. Se a questi dati si sovrappongono le informazioni relative allo stato di conservazione degli edifici (dati ISTAT 8mila Census, 2011) emerge come la più alta incidenza di edifici residenziali in pessimo stato di conservazione sia a Verceia, Samolaco e San Giacomo Filippo.

In parte corrispondente al quadro delle condizioni d’uso del costruito restituita dai dati censuari è lo stato deducibile dai sopralluoghi e dai rilievi speditivi che abbiamo realizzato: si rileva una maggiore presenza di edifici residenziali in abbandono totale o parziale nelle frazioni più distanti dal centro ‘capoluogo’, in particolare se legati alle attività agro-silvo-pastorali - maggenghi e crotti - che hanno cessato del tutto o parzialmente la funzione produttiva. In questi contesti si rilevano puntualmente edifici in condizioni di conservazione pessime, legate al cessato uso ed alla mancanza di manutenzione. Complessivamente, lo stato di conservazione degli edifici è complessivamente sufficiente, con differenze sostanziali tra i comuni che possiamo considerare come “poli” per diverse funzioni (Chiavenna – servizi essenziali; Gordona – insediamento produttivo industriale; Madesimo – turismo) e quei comuni che pur gravitando attorno ai “poli” non dispongono delle funzioni che conferiscono capacità attrattiva (San Giacomo Filippo). Vi è poi il caso di Novate Mezzola, in cui il centro abitato dove si trova la sede comunale sembra caratterizzato da un progressivo svuotamento degli edifici ad uso commerciale e residenziale meno recenti.

leaderboard Figura 16. Stato di conservazione degli edifici residenziali in uso

leaderboard Figura 17. Percentuale d’uso degli edifici

leaderboard Figura 18. Edifici per epoca di costruzione

La Valchiavenna, in quanto parte della Provincia di Sondrio, è territorio di competenza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese (sede a Milano). Nella Provincia di Sondrio le architetture vincolate sono 394. Nei comuni dell’area Valchiavenna si contano in totale 60 architetture vincolate. La presenza più elevata di architetture vincolate si registra nel comune di Chiavenna che ne conta 45, seguito dai comuni di Novate Mezzola e di Madesimo (rispettivamente 4 e 3 architetture vincolate).

image Figura 19. Beni vincolati
Fonte: Elaborazione su dati Vincoli in Rete – Istituto Centrale del Restauro – MiC.

L’area Valchiavenna comprende un solo Ecomuseo riconosciuto da Regione Lombardia: Ecomuseo Valle Spluga, con sede nel comune di Campodolcino, presso il Museo della Via San Giacomo e della Via Spluga (MUVIS). Nell’area sono presenti tre musei riconosciuti dal Sistema Museale Lombardo: nel comune di Chiavenna, il Museo del Tesoro e il Museo della Valchiavenna (due sedi). Nel comune di Campodolcino, oltre al MUVIS, è presente una terza sede del Museo della Valchiavenna.

image Figura 20. Musei ed Ecomusei
Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Regione Lombardia.
image Figura 21. Branding territoriale
Fonte: Touring Club Italiano, Bandiere Arancioni.

Per quanto concerne la promozione del territorio attraverso operazioni di cosiddetto branding, in Valchiavenna il solo comune di Chiavenna è stato riconosciuto come Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano. Vi sono poi diversi tentativi di marketing territoriale ad opera dei due consorzi turistici presenti nell’area, legati in prevalenza ai comuni parte dei comprensori sciistici (es. Madesimo).

La Valchiavenna è coinvolta, nel quadro del programma Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020, da numerosi progetti di cooperazione transfrontaliera relativamente al patrimonio costruito, naturale e culturale. In particolare, la Comunità Montana della Valchiavenna e diversi comuni dell’area (Chiavenna, Madesimo, San Giacomo Filippo, Piuro) sono capofila o partner di progetti inerenti alla “conoscenza, conservazione, gestione e valorizzazione sostenibile del patrimonio naturale e culturale (materiale e immateriale)” o aventi come obiettivo specifico l’“aumento delle strategie comuni per la gestione sostenibile della risorsa idrica”.

La tendenza all’attrattività del territorio in questi termini ed alla capacità di cooperazione si conferma anche rispetto ai bandi regionali riguardanti il patrimonio costruito diffuso, ed in particolare il bando “Interventi finalizzati alla riqualificazione e valorizzazione turistico-culturale dei borghi storici” (2021). La provincia di Sondrio è la seconda in Regione per tasso di comuni finanziati rispetto al totale dei comuni del territorio provinciale (15,58%); sebbene la maggior parte degli interventi sia localizzata nella fascia della Valtellina di Morbegno, la Valchiavenna detiene un buon tasso di successo, con la concessione dei finanziamenti ai comuni di Chiavenna e Piuro, coinvolti in un progetto in partenariato.

Vita quotidiana

Servizi, mobilità e vita quotidiana

Dal punto di vista dei servizi di welfare di base quali istruzione e sanità, la Valchiavenna presenta una situazione di forte concentrazione delle attrezzature che si localizzano nel centro urbano di Chiavenna - ospedale con pronto soccorso, scuole superiori, strutture sociosanitarie - nel fondovalle e nella valle laterale che collega Chiavenna con la Svizzera.

I comuni appaiono tutti dotati di almeno due scuole, tranne San Giacomo Filippo. Nell’alta valle è presente anche una scuola primaria pluriclasse in località Scalcoggia, nel comune di Madesimo.

image Figura 22. Distribuzione dei servizi educativi
Fonte: Elaborazione su dati Progetto di Ricerca “STEP – Scuole, Territorio e Prossimità” (PoliMI, PoliTO, Indire) su dati MIUR 2021 (scuola).
image Figura 23. Distribuzione dei servizi sanitari
Fonte: Elaborazione su dati di Regione Lombardia 2022.

L’istruzione superiore di Chiavenna si compone di un liceo scientifico, un istituto tecnico e un professionale: questo ultimo, l’Istituto Crotto Caruga, ha indirizzi professionalizzanti legati anche ad alcune delle vocazioni produttive del territorio (Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera; Industria e Artigianato per il Made in Italy; Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale; Manutenzione ed Assistenza Tecnica). A Chiavenna è anche presente una sede dell’Università Statale di Milano, la “Stazione Valchiavenna per lo studio dell’Ambiente Alpino”, parte del Dipartimento di Scienze della Terra: il centro si occupa dello studio dei fenomeni geologici, idrologici, idraulici, particolarmente rilevante rispetto alle criticità alle quali è sottoposto il territorio della Valchiavenna.

A parte la biblioteca di Chiavenna, che rappresenta un luogo di aggregazione e di studio per la fascia di popolazione in età scolare, i servizi per i giovani sono sostanzialmente assenti, mentre sono presenti solo tre nidi in media valle. Le poche strutture di assistenza sanitaria, anche domiciliare, si trovano a Chiavenna. Mancano invece strutture specialistiche per popolazioni più vulnerabili.

Nella valle esistono 335 attività commerciali, di cui 180 concentrate a Chiavenna. Sono presenti anche alcuni “poli” commerciali, soprattutto nel comune di Chiavenna, mentre già nel APQ della programmazione SNAI 14-20 si era evidenziata una certa desertificazione commerciale nei comuni di San Giacomo Filippo e Villa di Chiavenna, dove tuttavia è possibile trovare attività commerciali che mantengono una molteplice funzione (negozio alimentare/ristorante). Le attività commerciali diventano i luoghi di socialità nelle frazioni più marginali del territorio. Di recente sono state sviluppate delle iniziative volte a rilanciare il commercio di prossimità, ad esempio il comune di Piuro è capofila del DID - Distretto Diffuso di rilevanza Intercomunale “Percorsi di Valchiavenna, le Vie dei Crotti”.

Una ulteriore criticità è rappresentata dalla bassa presenza di personale sanitario e di assistenza sociale: la Valchiavenna presenta la percentuale minore di tutte le Aree Interne della Lombardia (0,88%, 218 addetti per 24.551 abitanti).

È migliore la situazione del personale scolastico: il tasso di addetti all’istruzione in rapporto alla popolazione dell’area interna Valchiavenna è il più elevato tra le 14 aree indagate – 78 addetti per 24.551 abitanti, con una percentuale dello 0,31%.

image Figura 24. Struttura e frequenza del Trasporto Pubblico Locale
Fonte: Elaborazione su dati di Regione Lombardia (ferrovia) e APAM (bus).

In Valchiavenna la mobilità dipende principalmente da automezzi privati e dalla Strada Statale 36, l’infrastruttura stradale di gran lunga più importante. L’offerta di trasporto pubblico locale si caratterizza per la presenza sia di trasporto su ferro che su gomma. Il trasporto su ferro si sviluppa lungo la linea Milano – Chiavenna e termina nella stazione di Chiavenna nella zona Sud dell’area, lungo una linea operata da RFI. Le stazioni riportano frequenze dei treni relativamente basse, con un massimo di 30 treni al giorno. Il trasporto su gomma si sviluppa prevalentemente lungo due direttrici principali, verso Nord in direzione del cantone dei Grigioni, verso Est in direzione St. Moritz e più in generale verso l’Engadina. Il trasporto pubblico su gomma è fornito dal Trasporto Pubblico della Provincia di Sondrio e dal Postale Svizzero. Nel documento della Strategia d’area della programmazione 2014-2022 era segnalata l’inadeguatezza della sezione stradale dell’asse viario e la scarsità di servizi di trasporto pubblico soprattutto negli orari serali. Inoltre, i frequenti problemi idrogeologici spesso generano interruzioni. Il pendolarismo giornaliero dell’area è significativo. Secondo i dati Istat 2011, 12.357 abitanti dell’area interna della Valchiavenna si muovono quotidianamente verso uno dei comuni della valle e solo il 13,3% utilizza un mezzo pubblico per questo spostamento.

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Un’analisi più approfondita della matrice Origine e Destinazione (O/D) della regione Lombardia, sempre del 2020 ci permette di capire i motivi e i mezzi prevalenti degli spostamenti oltre che le maggiori dinamiche di mobilità. Da un punto di vista metodologico abbiamo classificato i flussi come: interni (FI), quelli cioè con origine e destinazione all’interno dell’area interna, in entrata (FE) con origine fuori dall’Area e destinazione nell’Area, in uscita (FU) con origine all’interno dell’Area e destinazione fuori dall’Area. La matrice O/D misura il numero di spostamenti delle persone di età maggiore di 14 anni. Il diagramma presenta il numero totale di flussi per ciascuna delle 14 Aree interne della Programmazione 21-27 pesato sul numero di abitanti dell’Area stessa. I tre diagrammi permettono di valutare il numero di flussi interni, in entrata e quelli in uscita (fig. 43) per ciascuna Area. Gli spostamenti per motivi occasionali sono effettuati per impegni legati ad attività quali acquisti, commissioni, accompagnamento. Nei motivi degli spostamenti non sono stati presi in considerazione i ritorni. Da un punto di vista metodologico si evidenzia che in caso di piccoli comuni la zona di rilevamento è costituita dall’aggregazione di più comuni.

leaderboard Figura 26. Flussi in entrata per motivo di spostamento

leaderboard Figura 27. Flussi in uscita per motivo di spostamento

leaderboard Figura 28. Flussi interni per motivo di spostamento

Economie

Economia e le specializzazioni produttive

Il sistema produttivo della Valchiavenna nel 2017 conta 1.588 imprese attive, il 30% delle quali opera nell’industria, il 20% nell’agricoltura, il 20 % nel commercio, il 18% nei servizi e solo il 12 % nel settore del turismo (dati da Accordo di Programma Quadro, area interna Valchiavenna). Si tratta di piccole imprese che complessivamente impiegano 3.400 addetti. Se osserviamo i dati sul rapporto percentuale tra il numero di addetti nel settore Ateco C e il numero totale di addetti nelle UL attive emerge la specializzazione manifatturiera degli addetti del comune di Gordona, dove l’80% degli addetti lavorano per l’appunto nella manifattura. Gordona è anche l’unico comune che ha un saldo positivo nella variazione percentuale degli addetti 2012-2017 con un aumento del 10%.

Il settore agroalimentare è caratterizzato dalla produzione di vini, formaggi e salumi. Si possono rintracciare alcune esperienze di recupero di colture autoctone che hanno permesso il riutilizzo di suoli e edifici abbandonati. L’80% del territorio della Valchiavenna è occupato da colture, boschi, pascoli e incolti produttivi. Si tratta di 45.000 ettari di superficie agro-silvo-pastorale. Secondo i dati del censimento dell’Agricoltura (2010), la Superfice Agricola Utilizzata (SAU) ha avuto un aumento del 8.89% nell’arco temporale 2012-2017, mentre la Superficie Agricola Totale ha avuto un aumento del 24,6%. Si tratta di un consolidamento attuato dalle aziende agricole già esistenti e da aziende di nuova costituzione che attraverso la loro attività produttiva garantiscono anche la cura e la manutenzione del territorio (dati da APQ).

Il turismo è un’altra importante specializzazione settoriale della Valchiavenna, sebbene non quella prevalente a livello occupazionale (dati da APQ). La traiettoria desiderabile per come definita nell’APQ della SNAI 2014-20, confermava l’intenzione di proseguire puntando sull’economia del turismo, pur cercando di innescare dei cambiamenti significativi non solo relativamente al tipo di offerta, ma anche alla durata dei soggiorni (più estesi, non di giornata o limitati al fine settimana). In Valchiavenna, infatti, sono presenti delle polarizzazioni evidenti rispetto all’attrattività turistica, sia in termini di offerta e di caratteristiche differenti del territorio, sia in termini temporali – forte carattere di stagionalità legata a vocazioni specifiche, picchi di presenze in alta stagione e scarsa diversificazione dell’offerta. Altro tema rilevante è quello della frammentazione dei consorzi turistici in un territorio relativamente ridotto a livello amministrativo (12 Comuni), e che ha una storia di governance unitaria. Se fino ai primi anni Duemila vi era un unico consorzio, allo stato attuale sono tre (uno a Madesimo, uno a Campodolcino e il Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna), concentrati quindi prevalentemente nei comuni dell’alta valle.

Le dinamiche del turismo producono impatti rilevanti anche su quelle del patrimonio costruito. Da un lato, pongono la questione del consumo di suolo e del sottoutilizzo del patrimonio residenziale di recente realizzazione, legato al tema delle case vacanza nei comuni che attraggono un maggior bacino di visitatori in determinati periodi dell’anno (Madesimo, Campodolcino). Dall’altro, pongono quello l’abbandono e/o il sottoutilizzo del costruito consolidato- nuclei di antica formazione, maggenghi - nei territori meno “attrattivi” per l’industria turistica. In particolare, il fenomeno delle seconde case destinate al soggiorno di vacanza raggiunge una dimensione di rilievo nel caso di Madesimo, il più importante comprensorio sciistico dell’area. Se si confrontano i dati ISTAT (Censimento Popolazione e Abitazioni, 2011; elaborazioni banca dati 8mila Census, 2011) emerge un quadro di boom edificatorio nel comune che inizia nel secondo dopoguerra (1946-1960) e di crescita costante sino ai primi anni Duemila. Madesimo rappresenta il comune con un patrimonio residenziale più recente rispetto al resto dell’area, con solo il 2% degli edifici per abitazione costruiti prima del 1918. Una situazione simile si ritrova a Gordona e Verceia, pur dettata da condizioni differenti (ad esempio, nel caso di Gordona, è probabilmente legato alla fondazione dell’area industriale di valle all’interno del comune). Un altro indicatore che conferma l’altissima presenza di seconde case a Madesimo è la potenzialità d’uso abitativo nei centri abitati1, che vede un rapporto percentuale nel comune pari al 91,3, il più elevato dell’area. La ricerca sul campo ha confermato le informazioni desumibili dagli indicatori: nella frazione di Madesimo, da dove partono la maggioranza degli impianti di risalita e dove si trovano le piste, la quasi totalità degli edifici sono complessi condominiali di vacanza, in uso prevalentemente durante le settimane di alta stagione invernale ed estiva. Se si considerano le seconde case nel mese di agosto, a Madesimo sono presenti circa 18281 turisti (su 537 abitanti), a Campodolcino 9000 turisti (su 994 abitanti) e a Chiavenna 4893 turisti (su 7.342 abitanti). A dicembre si contano 18267 turisti a Madesimo, 2858 a Campodolcino e 1426 Chiavenna2. Significativo sul tema turistico è il Patto Territoriale per la promozione e lo sviluppo del sistema degli impianti e del territorio della Valchiavenna, approvato nel dicembre 2022, con il quale la Comunità Montana Valchiavenna, quale soggetto capofila, con i comuni di Madesimo, Campodolcino e Piuro realizzeranno investimenti di importo complessivo di 40 milioni euro (19,6 milioni euro cofinanziati da Regione Lombardia) per interventi nella zona della Val di Lei e Groppera. Pur riconoscendo ai processi che hanno portato al boom edificatorio del secondo dopoguerra aspetti positivi, se contestualizzati nel periodo di realizzazione (aumento dei posti di lavoro, maggior dinamicità del settore edile in quegli anni), la questione delle seconde case è ad oggi percepita come una criticità anche dagli enti locali sia per la tipologia di visitatori, sia per il sovraccarico dei servizi concentrato in poche settimane all’anno. Inoltre, l’estesa presenza di case vacanza è vista come un ostacolo alla ricettività alberghiera, che conta poche strutture e un numero esiguo di posti letto, rispetto alle presenze registrate in alta stagione.

Diversa è la situazione in media e bassa valle, con Chiavenna a rappresentare un caso emblematico rispetto al fenomeno più recente della ricettività extra-alberghiera non relativa alle seconde case (ad esempio, affitti brevi, AirBnB, bed and breakfast). Il comune, oltre ad essere il polo dell’area per quanto concerne le dimensioni demografiche e i servizi essenziali, sta sperimentando negli ultimi anni una crescita della disponibilità di appartamenti destinati ad affitti brevi, prevalentemente nel centro storico, con caratteristiche di offerta diversificate, che attraggono molti turisti dalla Svizzera. Questo fenomeno, al momento ancora abbastanza circoscritto, può presentare alcuni elementi di criticità in caso di una diffusione più capillare.

Se il turismo invernale, legato alle attività sciistiche e alla neve, risulta prevalente nei comuni di alta valle di Madesimo e in parte minore di Campodolcino, nella fascia di bassa e media valle stanno emergendo più di recente nuovi tipi di fruizione del territorio, legati alle attività outdoor (sport estivi, escursioni) e, in parte minore, al turismo “culturale”, che permetterebbe una presenza di visitatori nell’area non concentrata nelle poche settimane di picco delle presenze (nei mesi di dicembre, gennaio, luglio e agosto), ma più distribuita nel corso dell’anno.

Gli addetti al settore turistico, ricettivo e del “tempo libero” al 2019 sono 934. Rispetto alle altre Aree Interne, la Valchiavenna presenta una proporzione di addetti in questo campo in linea con i territori maggiormente vocati al turismo nella Regione (Lario Intelvese, Alto Lago di Como e Valli del Lario, Valsabbia).

Governance

Gli attori, la governance e le politiche pubbliche

image Figura 29. Gli attori della governance pubblica nelle aree lombarde
Fonte: Elaborazione degli autori.

Guardando al tema della governance, la Valchiavenna pare essere caratterizzata da spinte verso la cooperazione ma anche da tendenze alla frammentazione. I comuni della valle hanno una storia di collaborazione piuttosto solida e durevole, sotto il coordinamento della Comunità Montana. A partire dagli anni Novanta la Valchiavenna si è dotata di un Piano di Sviluppo Socio-Economico comune (PSSE), periodicamente aggiornato sino al 2009. Tuttavia, l’ipotesi di fondere 5 comuni di bassa e media valle (Chiavenna, Mese, Prata Camportaccio, Gordona, Menarola) avanzata nel 2003 si è scontrata con un esito referendario negativo in tre comuni (i due comuni favorevoli erano stati Chiavenna e Menarola). Successivamente si è avuta solo la fusione dei comuni di Menarola e Gordona nel 2015, a seguito di un referendum. Il comune di Menarola era il meno popoloso dell’area e uno dei comuni meno popolati d’Italia, con 47 residenti al 2011.

Guardando alla frammentazione della governance sovra-locale, la Valchiavenna appare in una posizione complessivamente favorevole. Ci sono diversi enti e istituzione che gestiscono i servizi sul territorio: la Provincia, gli Uffici scolastici territoriali, l’Azienda di tutela della salute, l’Ambito Territoriale Ottimale, i Parchi Regionali, le Comunità montane, il Trasporto Pubblico Locale, le camere di commercio. L’area interna della Valchiavenna rientra nella Provincia di Sondrio, il cui perimetro corrisponde all’ambito territoriale omogeneo per la gestione delle acque, all’ufficio scolastico territoriale, all’agenzia di gestione del TPL e alla camera di commercio. L’area corrisponde alla comunità montana della Valchiavenna e fa parte dell’ATS della Montagna, come azienda di Tutela della Salute, che gestisce i servizi sociosanitari.

Altra dimensione importante dell’analisi è quella della dotazione in organico degli attori della governance sovralocale, che consideriamo una misura di base della capacità istituzionale. Questi dati sulla dotazione di organico sono reperibili dai bilanci dei diversi enti con la sola eccezione degli enti di gestione dei Parchi Regionali. Infine, altra dimensione che consideriamo è la centralità dell’area in relazione alle sedi degli attori della governance. Nel caso della Valchiavenna le sedi degli organi di governance sono prevalentemente localizzate nel capoluogo di provincia: Sondrio, ad accezione della sede della Comunità Montana che si trova nel comune di Chiavenna. La Comunità Montana comprende 12 comuni e ha in totale 9 dipendenti.

Prospettive

Dove va la Valchiavenna? Tre temi verso l’agenda strategica

La traiettoria della Valchiavenna, a partire dal secondo dopoguerra, è caratterizzata da alcune contraddizioni che ben rappresentano il percorso di molti territori montani lombardi. Da un lato il territorio ha assistito all’avvio di processi di specializzazione nel turismo della neve e nella generazione di servizi ecosistemici, dall’altra è stato contraddistinto da processi di rarefazione dei servizi di base e delle attività agricole, commerciali e produttive. Una seconda dualità riguarda da una parte l’attrattività e densificazione di alcuni poli principali, dall’altra la marginalizzazione e lo spopolamento e delle aree rurali e delle aree di più alta quota. Questi fenomeni sono oggi oggetto di cambiamenti profondi, si trovano esposti a nuovi rischi e permettono di esplorare allo stesso tempo nuove possibilità. Il rischio di una monocultura turistica – con i suoi costi sociali ed ambientali - è presente come in altri territori montani. Senza interventi e una infrastrutturazione materiale e digitale, nuovi e più intensi processi di polarizzazione potrebbero determinare lo svuotamento e l’ulteriore criticità abitativa delle aree di più alta quota. Accanto alla riduzione delle attività presenti, gli attori locali percepiscono anche una contrazione della forza lavoro nelle attività economiche e nei servizi di base, con sempre più residenti orientati al mercato del lavoro svizzero. Da ultimo, i cambiamenti climatici in atto generano una maggiore frequenza dei processi di dissesto idrogeologico, con implicazioni sociali, spaziali ed economiche. Allo stesso tempo, il potenziamento delle capacità di gestire e governare gli effetti dei molteplici processi in atto nell’area, possono rappresentare anche opportunità per il territorio. In questo quadro sono quattro i temi posti all’attenzione degli attori locali durante i workshop: la Valchiavenna fra economie ereditate ed economie emergenti, I servizi e l’abitare, la cura e l’adattamento del territorio e le nuove domande di cooperazione istituzionale.

7.0.1 La Valchiavenna fra economie ereditate ed economie emergenti

Il coesistere di vecchie e nuove economie si sta imponendo come un tratto qualificante della Valchiavenna. Fino all’Ottocento l’economia dell’area era segnata dalle attività agro-silvo-pastorali e dai traffici commerciali: la Valchiavenna rappresentava, infatti, la via di comunicazione più diretta con la Svizzera. A partire dal XX secolo, la presenza di industrie di filatura del cotone, la filiera della lavorazione del ferro e la produzione di birra a Chiavenna ha rafforzato il settore industriale dell’area. Attualmente, molte di queste attività sono dismesse, totalmente o parzialmente, o sono state trasferite. Sul finire del XX secolo, la creazione dell’area industriale di Gordona (frutto di scelte amministrative e pianificatorie comuni) ha comportato la concentrazione delle industrie della valle nel comune: le fabbriche sono legate prevalentemente al settore meccanico, edilizio, alimentare, con impianti destinati alla produzione di sci e vetreria. A seguito dell’opera di bonifica del Piano di Chiavenna, posto nella fascia di bassa valle, vari stabilimenti di allevamento di bovini, di produzione latticini e di carni lavorate hanno cominciato ad affermarsi. Il territorio a lungo è stato caratterizzato dalla presenza di cave di granito (Novate Mezzola) e pietra ollare. L’industria del turismo si è sviluppata soprattutto intorno ai comprensori sciistici, con un boom nei primi tre decenni del secondo dopoguerra.

Il modello tradizionale del turismo della neve, caratterizzato da periodi di picco di presenze (agosto e dicembre), da presenze prevalentemente giornaliere e da una crescita edilizia significativa, ha lasciato spazio ad un modello turistico più diversificato che coinvolge patrimoni culturali e naturali differenti da quelli offerti dell’alta montagna. Sta emergendo negli ultimi anni una nuova figura di turista interessato alle attività sportive (outdoor) e caratterizzato da una maggiore capacità di spesa. Seppure in tale quadro di diversificazione, il rischio che si imponga una monocultura turistica è ancora molto elevato. Emerge con forza la necessità da una parte di diversificare la base economica e produttiva della valle e dall’altra di immaginare un turismo diffuso durante tutto l’anno, non più legato esclusivamente alla stagione invernale, più sostenibile e maggiormente in grado di contribuire alla qualità della vita complessiva della valle. Gli attori locali sottolineano la necessità di pensare ad un turismo lento capace di potenziare e mettere a sistema la rete escursionistica esistente e ripensare alcuni punti di questa rete diffusa come luoghi identitari della valle. Emerge inoltre il tema della scarsa capacità ricettiva dell’area, con pochi posti letto in attività ricettive e un patrimonio turistico molto sbilanciato verso le seconde case. Una simile dinamica a cavallo tra eredità e innovazione sta interessando altri settori dell’economia della valle: la lavorazione e il trattamento del legno, l’industria alimentare e di produzione di bevande. Queste economie si associano a nuovi processi di polarizzazione fra aree “forti” ed aree “deboli”, caratterizzate queste ultime da crescente sottoutilizzo ed abbandono del patrimonio. Alcuni attori pubblici e privati hanno provato a ragionare del potenziamento dell’imprenditoria agricola presente nel territorio. Dopo un lungo processo di abbandono di molte attività agricole presenti nell’area, negli ultimi anni si sta provando a costruire programmi e progetti capaci di valorizzare la dimensione agricola, della cultura rurale e gastronomica della valle. Si tratta di una riscoperta della dimensione agricola della valle attraverso la valorizzazione dei prodotti locali - DOC, DOP. Ad esempio, il progetto di recupero della varietà mais rosso rostrato Valchiavenna, il recupero di una verità di patata locale da parte dell’azienda Barelli, la coltivazione di piccoli frutti nel Giardino alpino di Madesimo oppure l’esperienza dell’azienda Sertorelli e degli “Agricoltori custodi”. Dai tavoli di lavoro emerge la necessità di una programmazione turistica comune, capace sfruttare l’occasione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che seppur non localizzate nella valle possono avere effetti anche nel territorio della Valchiavenna vista la vicinanza con Milano e la Valtellina. La Valchiavenna è un territorio di confine, di collegamento e di attraversamento. La maggiore parte delle interazioni transfrontaliere si manifestano nei flussi delle attività commerciali e turistiche e negli attraversamenti dei pendolari che quotidianamente percorrono l’area di confine. Le relazioni transfrontaliere sono sia un fattore di difficoltà per la Valchiavenna, a causa dei loro impatti sulla disponibilità locale di manodopera specializzata e sulla qualità ambientale, sia un fattore che contribuisce a preservare un buon livello di attrattività residenziale del territorio. Nei prossimi anni sarà necessario governare tali rapporti non più esclusivamente entro logiche di dipendenza, ma anche verso la promozione di relazioni reciproche e più equilibrate. La vicinanza geografica alla Svizzera ha un forte impatto sul mercato del lavoro. Emerge una carenza di forza lavoro nell’area, soprattutto per quanto riguarda gli operatori sociosanitari e gli operai specializzati. Quelli presenti e formati nel territorio vengono assorbiti dalle imprese svizzere che offrono stipendi e condizioni lavorative più vantaggiose. Le scuole presenti nel territorio possono diventare un attore fondamentale per ripensare lo sviluppo futuro del territorio. Durante i tavoli di lavoro è emersa la proposta della realizzazione di un Polo provinciale del legno a Chiavenna capace di fornire una formazione di alto livello.

7.0.2 I servizi e l’abitare

La Valchiavenna combina profili di vitalità e debolezza demografica ed un campo di bisogni sociali che – nonostante la vivacità del tessuto locale – non trovano adeguata soddisfazione. La qualità dell’abitare di alcuni gruppi sociodemografici – si pensi agli anziani ed ai grandi anziani – specie nei territori di alta montagna più soggetti allo spopolamento è problematica combinando problemi relativi al patrimonio, alle soluzioni tipologiche delle case ed all’inadeguatezza dei servizi. Infine, la crescente presenza di nuovi abitanti provenienti da contesti diversi richiede nuovi servizi per migliorare e accelerare l’integrazione nella società locale. Dalla soddisfazione dei bisogni di una varietà di componenti della società locale dipende la possibilità di utilizzare meglio il patrimonio, innovandone l’uso e di combattere nuovi processi di polarizzazione sociale e territoriale. Gli attori locali segnalano lo spopolamento delle frazioni di alta quota come principale criticità dell’area. Si tratta però di una geografia non omogenea. Nel territorio assistiamo ad un processo di spostamento della popolazione dai comuni di alta valle verso quelli di bassa che dura dal secondo dopoguerra. Lo spopolamento risulta difficile da contrastare soprattutto perché alcuni dei comuni e frazioni hanno difficoltà a garantire una continuità nell’offerta di servizi essenziali (istruzione, mobilità, sanità) e quelli di prossimità (commercio). La contrazione dell’offerta di servizi in queste aree colpisce in particolar modo bambini, adolescenti e anziani. Altra dinamica demografica presente è l’invecchiamento, che ancora una volta si concentra nella popolazione dei comuni e frazioni di alta valle, ma comunque meno avanzata rispetto alle altre aree interne osservate. Dai tavoli di lavoro emerge la necessità di accompagnare e gestire processi di riorganizzazione programmata per alcune attività e servizi. Emerge come urgenza la necessità di adattarsi alla scala e al profilo demografico della valle attraverso un processo di maggiore diffusione dei servizi all’interno dell’area. Un processo che deve essere condiviso e co-progettato tra tutti i comuni e che tuttavia pone una varietà di dilemmi attorno all’equilibrio fra diffusione e qualità dei servizi. L’invecchiamento della popolazione però non viene vista solo come un elemento di fragilità di territorio. Emerge dal confronto una certa forza della popolazione anziana nel territorio. Infatti, gli anziani diventano una risorsa importante per il territorio e la vita delle famiglie. In generale siamo in presenza di una welfare famigliare forte che, in assenza di servizi adeguati, risponde in modo non ottimale ai bisogni delle famiglie nell’accudimento di bambini e degli anziani non autosufficienti. Gli attori locali segnalano anche come la scarsa presenza di immigrati sia una minaccia perché rende ancora più difficile il ricambio generazionale aggravando il calo demografico. Il tema dell’abitare diventa una criticità se osservata in relazione a tre categorie fragili nel territorio: anziani, giovani famiglie e stranieri. Infatti, dalla discussione da una parte emerge il tema dell’abbandono del patrimonio abitativo nelle frazioni di alta montagna, dall’altra quello della difficoltà nell’accesso alla casa nei comuni di bassa valle e Chiavenna. Qui il mercato immobiliare registra valori elevati sia per quanto riguarda le compravendite che gli affitti che non sempre sono accessibili dalle famiglie più fragili e questo genera morosità. Gli attori locali sottolineano quanto il divario digitale sia uno dei maggiori problemi nell’area e segnalano la disponibilità di trasferimento nel territorio di molti proprietari di seconde case, qualora sussistessero adeguati servizi - trasporto, istruzione e salute - e una migliore connessione internet. L’essere un territorio di confine potrebbe diventare anche un elemento di attrattività per l’area. Infatti, il territorio della Valchiavenna potrebbe risultare attrattivo per abitanti del resto della regione e della vicina Svizzera. Durante il tavolo di lavoro è emerso l’auspicio che la Valchiavenna possa diventare anche una destinazione dei processi internazionali di migrazione di pensionati. La creazione di progetti innovativi di senior-housing potrebbe diventare un primo elemento verso questa nuova vocazione.

7.0.3 La cura e adattamento del territorio

La Valchiavenna, come altri territori lombardi di montagna, presenta una specializzazione di lungo corso come territorio che genera e rende disponibili servizi ecosistemici (acqua, energia, materie prime) a beneficio delle aree più densamente popolate ed urbanizzate della Regione. Ora, nel contesto del cambiamento climatico, l’assorbimento del carbonio e la riproduzione della biodiversità fanno della Valchiavenna un territorio forte e centrale rispetto all’intero ecosistema regionale. A questa centralità si accompagnano tuttavia la vulnerabilità idrogeologica ed i rapidi processi di rimboschimento causati anche dal progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali, che garantivano la manutenzione costante del territorio. Ostacoli quali l’eccessivo frazionamento fondiario limitano le possibilità di coordinamento nell’assicurare la cura e gestione delle risorse territoriali. I più recenti progetti di ricerca, programmi di formazione e azioni innovative riguardo la filiera bosco-legno, il recupero della biodiversità e la prevenzione del dissesto idrogeologico rappresentano importanti opportunità che il territorio sta attuando per rispondere alle criticità esistenti. Le implicazioni del cambiamento climatico si rendono visibili soprattutto attraverso l’incremento del rischio idrogeologico in alcune zone estremamente vulnerabili. Il rischio idrogeologico viene percepito dagli attori locali come un elemento estremamente critico del territorio soprattutto perché manca una adeguata gestione degli episodi di emergenza, mancando ai comuni e agli enti preposti alla gestione delle emergenze gli strumenti tecnologici adeguati. Altro tema emergente è l’inefficienza del modello di gestione delle risorse idriche presenti nel territorio. Il sistema delle acque rappresenta una risorsa fondamentale per il territorio, un bene comune, ed è stato sollecitato una sua maggiore valorizzazione attraverso la formulazione di modelli di gestione più appropriati di gestione e utilizzo. Il patrimonio boschivo rappresenta un elemento di grande valore del territorio. Lo sviluppo della filiera bosco-legno diventa da una parte la possibilità di introdurre una nuova economia per il territorio dall’altra parte una possibilità di presidio sul territorio. Tuttavia, la sua gestione e valorizzazione è molto limitata a causa della scarsità di proprietà pubbliche e dalla forte frammentazione di quella privata. I tavoli di lavoro rilanciano sulla necessità di introdurre normative ad hoc per territori montani, capaci di facilitare il passaggio di proprietà privato/privato e privato/pubblico. Di tavoli emerge la proposta di costituire un consorzio di valle. Si tratterebbe di un Consorzio Forestale di secondo livello, come prevede la Legge Regionale n. 31/2008, che, come in Alta Valtellina, permetterebbe una gestione coordinata del patrimonio boschivo.

7.0.4 Nella Valle nuove domande di cooperazione istituzionale

La Valchiavenna è caratterizzata da un’eredità di buona cooperazione istituzionale associata ad importanti episodi di pianificazione territoriale che hanno permesso di compiere alcune scelte razionali di cui ancora oggi si godono i benefici. Tuttavia, quest’eredità si accompagna oggi a problemi di frammentazione nella governance di questioni importanti a livello territoriale – si vedano ad esempio il turismo oppure la gestione del patrimonio boschivo – ed alla necessità di costruire nuove forme di cooperazione di fronte a problemi emergenti quali la transizione demografica e gli effetti del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, diffusi sono i problemi di sotto-dotazione di personale nelle amministrazioni che rappresentano un limite rispetto alla gestione di programmi e strategie complessi. Gli attori locali hanno sottolineato la necessità di costruire una visione di insieme capace di governare sia il flusso dei finanziamenti attuali e futuri, che attuare le strategie presenti e previste. Ancora oggi è presenta una forte identità per ogni comune che limita le possibilità di unione e cooperazione. La grande frammentazione ha generato negli anni la dispersione e quindi l’inefficacia delle risorse arrivate nel territorio. La Comunità montana viene individuata come un attore che dovrebbe assumere un ruolo più strategico nella gestione di alcuni servizi, come, ad esempio, il trasporto scolastico e la gestione integrata dei rifiuti. È necessario la presenza di un attore capace di organizzare l’erogazione dei servizi locali in maniera più efficace ed efficiente. Un ulteriore proposta riguarda la possibilità di realizzare un’Unione di comuni perché la taglia piccola dei 12 comuni della Valchiavenna viene visto come un elemento di fragilità, soprattutto quando si tratta di esercitare un potere contrattuale con gli attori provinciali, regionali, nazionali e comunitari. Nonostante questi limiti, c’è una certa refrattarietà dei 12 comuni dell’area alla collaborazione e cooperazione. Nonostante esista un ‘Ufficio Scolastico Regionale (U.S.R.) che dovrebbe gestire tutti gli uffici scolastici territoriali a livello regionale, ad oggi, nei fatti la gestione continua ad essere molto frammentata e diversificata all’interno dei diversi ambiti territoriali. Alcuni esempi di cooperazione tra comuni sono avvenuti attraverso la gestione dei progetti tram-bus estivi. Ci sono in cantiere progetti che provano a coinvolgere scuole, comuni e ETS. Il WS1 ha messo in luce il ruolo delle ATS e ASST all’interno delle politiche sociali e sanitarie e il potenziale che questi attori possono avere nella progettazione e declinazione della Strategia. Il distretto sanitario ASST Valchiavenna e Alto Lario è visto come un buon esempio di cooperazione e alleanza con i territori più vicini. Attraverso la sua realizzazione si è potuto raddoppiare il bacino di utenza e introdurre nuovi servizi sanitari. I progetti INTERREG vengono visti come un ulteriore strumento di cooperazione da implementare (INTERREG Italia-Svizzera “Sanità a confronto”). Dai tavoli di lavoro è emersa la necessità di prevedere normative regionali e nazionali specifiche, capaci di riconoscere e valorizzare le peculiarità territorio. Inoltre, viene evidenziata anche la necessità di introdurre soluzioni sperimentali. La mancanza di organico è una condizione diffusa per molti attori presenti nel territorio (comuni, scuole, etc). Dai tavoli di lavoro emerge anche l’esigenza di premiare progetti promossi in maniera associata può spingere i comuni ad unirsi e ragionare in maniera collaborativa ed integrata. Infine, la richiesta di semplificazione viene indicato come requisito fondamentale per accedere a finanziamenti nazionali ed europei per tanto una riorganizzazione interna ai diversi attori della valle risulta sostanziale. Altrettanto fondamentale risoluta anche la semplificazione dei processi burocratici. La vicinanza al territorio elvetico rappresenta però una opportunità soprattutto quanto trattiamo il tema dei progetti transfrontalieri. Infatti, è possibile riscontrare nel territorio numerosi progetti INTERREG tra Italia e Svizzera che hanno permesso di gettare nuova luce sul patrimonio costruito e culturale locale.

  1. Il dato rappresenta il tasso di inutilizzo delle abitazioni dei centri abitati. “Potenzialità d'uso abitativo nei centri abitati: rapporto percentuale tra le abitazioni non occupate nei centri abitati e il totale delle abitazioni nei centri abitati.” Fonte: ISTAT, 8mila Census.
  2. (Fonte: APQ SNAI 2014-2020, p. 6).