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Valchiavenna / Agenda strategica

L'agenda strategica dell'area della Valchiavenna

share_location 575 km²

gavel 12 comuni

groups_2 24.435 abitanti

Chiusura documento: 12/09/2024

Indice sezioni:

Le aree interne lombarde costituiscono un mosaico territoriale fatto di diversità produttiva, culturale, sociale, ambientale, paesaggistica. La forte diversificazione produttiva, in particolare, è uno dei fattori che ne qualifica la diversità territoriale: nelle aree interne lombarde si praticano, nello spazio di pochi chilometri, l’agricoltura di montagna, l’artigianato e la manifattura, la ricreazione ed il turismo.

Oggi queste aree si trovano di fronte a una varietà di punti di rottura, che segnalano la necessità di ripensare e ri-orientare la propria traiettoria in direzione di un futuro più desiderabile perché più giusto e sostenibile, e quindi più abitabile. Crisi correnti, crescenti e fra loro intimamente connesse, quali quelle che manifestano l’avanzare del cambiamento climatico – la siccità o lo scioglimento dei ghiacciai alpini - oppure quelle che manifestano la crisi del modello di sviluppo ereditato – lo spopolamento di alcune porzioni del territorio o il declino di alcuni settori produttivi - indicano la necessità per gli attori locali di riconoscere tali punti di rottura, e di renderli oggetto di intervento e soprattutto di progetto.

Tale progetto, per rivelarsi efficace, non può che muovere dal riconoscimento della diversità di ogni territorio. Diversità che va difesa, sviluppata e proiettata nel futuro in alternativa a qualsiasi monocultura economica e territoriale che, come tale, in un mondo sempre più interdipendente è fonte di rischi crescenti. Pur in un quadro difficile, ogni territorio può e deve cercare il proprio percorso, che non sia il replicare modelli altri e che definisca le condizioni e le forme di una prosperità possibile.

Le aree interne lombarde continuano, in gran parte, a essere capaci di trattenere quote significative di popolazione. Tuttavia, sappiamo che al loro interno questa va polarizzandosi, nelle valli come nei centri maggiori. Per correggere questi squilibri e migliorare le condizioni concrete di abitabilità sia per chi già ci vive – e in particolare i più fragili - sia fra chi vorrebbe poterci vivere è sempre più necessaria una diversa organizzazione territoriale. Questo significa operare – soprattutto attraverso una nuova politica dei servizi e della casa - per stabilizzare, se non aumentare, la popolazione dove ve ne siano condizioni e possibilità, ed egualmente progettare nel tempo medio un futuro e delle vocazioni diversi dove tali condizioni e possibilità non sono presenti.

Le aree interne lombarde sono innervate da saperi e conoscenze diffusi, alcuni ancora vitali, alcuni in declino e altri ancora da creare e far rinascere perché necessari per il futuro. Questi saperi sono di frequente diffusi e riprodotti da importanti istituti di formazione e istruzione, altre volte da altri attori locali e dal sistema sociale nel suo complesso. Tuttavia, tali saperi e tali conoscenze non riescono ad arrivare all’insieme della popolazione, determinando così l’esclusione di alcuni gruppi sociali, né sono sempre sufficienti a rispondere alle aspettative delle giovani generazioni che si trovano a non poter proseguire in queste aree i propri progetti di vita, sia che vi siano nati sia che vogliano venire da altrove.

Le aree interne lombarde sono attraversate da una straordinaria biodiversità senza la quale gli equilibri ambientali dell’intera regione sarebbero ancora più precari, e il suo futuro ancora più a rischio. Come ancora più precaria sarebbe sia la capacità del suo territorio di contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico sia quella di adattarvisi. La scelta della tutela della biodiversità impone, come proposto dalla Commissione Europea, un “necessario cambiamento radicale” che non è più rinviabile. E che vede le aree interne lombarde in una posizione di forza rispetto alle aree urbane, ma anche di fragilita, se non le si dedicano la cura e l’attenzione sempre più necessarie.

Per conseguire questo futuro più desiderabile non basteranno le azioni locali alla scala di ogni singola area. Pur nella loro diversità, tali aree dovranno imparare a parlarsi e cooperare. Come dovranno ridefinire il proprio rapporto con le grandi aree urbane della regione, non per replicarne i modelli, ma per costruire una nuova relazione, fondata su una nuova interdipendenza. Inoltre, politiche pubbliche a tutti le scale, da quelle delle aree metropolitane a quelle nazionali, dovranno trasformarsi ed evolvere, sia per ridurre drasticamente i loro impatti negativi sulla traiettoria di queste aree, sia per lasciare che sviluppino, viceversa, le loro potenzialità. In questo quadro pur complesso, gli attori locali possono giocare un ruolo decisivo, e la costruzione di una strategia territoriale è da questo punto di vista un’occasione preziosa. Senza una più forte cooperazione fra tali attori ed una più forte integrazione delle politiche e dei progetti tale promessa rimarrà tuttavia disattesa: le aspettative delle nuove generazioni come lo spopolamento, la biodiversità come gli impatti del cambiamento climatico, non conoscono né tollerano confini comunali.

Questa agenda è stata redatta sulla base di una varietà di operazioni di ricerca - in particolare la redazione del ritratto territoriale della Valchiavenna a cura del gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano - e di quanto emerso dai due workshop con gli attori locali. I due incontri sono stati realizzati in collaborazione tra il gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano e gli uffici regionali. Il primo incontro – svoltosi a Chiavenna il 24 ottobre - ha avuto come obiettivo quello di una migliore definizione dei problemi, delle risorse e delle politiche e iniziative in corso nella Valle. Il secondo incontro – svoltosi a Chiavenna il 14 Novembre 2022 - ha avuto come obiettivo quello della individuazione di obiettivi e progetti della futura strategia. Coerentemente, il testo è organizzato in due parti: la prima presenta la traiettoria attuale dell’area e i rischi verso i quali la valle va incontro in assenza di nuovi e diversi interventi, la seconda presenta invece la traiettoria desiderabile articolata in tre possibili corsi d’azione per conseguirla.

L’agenda intende quindi restituire a chi opera sul territorio una visione possibile e alcuni modi per realizzarla. Si tratta di uno testo aperto, non esaustivo, che intende proporsi come strumento per il prosieguo del percorso di elaborazione della strategia d’area da parte degli attori locali.

La traiettoria attuale

Indice sottosezioni:

1.1 Problemi, risorse locali, rischi esogeni ed endogeni

La Valchiavenna, come altri territori lombardi di montagna, presenta una specializzazione di lungo corso come territorio che genera e rende disponibili servizi ecosistemici (acqua, energia, capacità di assorbimento della CO2, ricreazione) a beneficio delle aree più densamente popolate ed urbanizzate della Regione. Ora, nel contesto del cambiamento climatico, l’assorbimento del carbonio e la riproduzione della biodiversità fanno della Valchiavenna un territorio forte e centrale rispetto all’intero ecosistema regionale. A questa centralità si accompagnano la vulnerabilità idrogeologica ed i rapidi processi di rimboschimento causati anche dal progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali, che garantivano la manutenzione costante del territorio. Ostacoli quali l’eccessivo frazionamento fondiario limitano le possibilità di coordinamento nell’assicurare la cura e gestione delle risorse territoriali. L’Area è caratterizzata da un’eredità di buona cooperazione istituzionale associata ad importanti episodi di pianificazione territoriale che hanno permesso di compiere alcune scelte razionali di cui ancora oggi si godono i benefici. Tuttavia, quest’eredità si accompagna oggi a problemi di frammentazione nella governance di questioni importanti a livello territoriale – si vedano ad esempio il turismo oppure la gestione del patrimonio boschivo – ed alla necessità di costruire nuove forme di cooperazione di fronte a problemi emergenti quali la transizione demografica e gli effetti del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, diffusi sono i problemi di sotto-dotazione di personale nelle amministrazioni che rappresentano un limite rispetto alla gestione di programmi e strategie complessi.

La Valchiavenna combina profili di vitalità e debolezza demografica (i Comuni più periferici sono maggiormente soggetti a spopolamento e invecchiamento della popolazione, a differenza dei Comuni con vocazioni economiche “forti” e più centrali sul piano dei servizi di base) ed un campo di bisogni sociali che – nonostante la vivacità del tessuto locale – non trovano adeguata soddisfazione. La qualità dell’abitare di alcuni gruppi sociodemografici – si pensi agli anziani ed ai grandi anziani – specie nei territori di alta montagna più soggetti allo spopolamento è problematica combinando problemi relativi alla qualità del patrimonio edilizio, alle soluzioni tipologiche ed all’inadeguatezza dei servizi. Infine, la crescente presenza di nuovi abitanti provenienti da contesti diversi richiede nuovi servizi per migliorare e accelerare l’integrazione nella società locale. Dalla soddisfazione dei bisogni di una varietà di componenti della società locale dipende la possibilità di utilizzare meglio il patrimonio, innovandone l’uso e di combattere nuovi processi di polarizzazione sociale e territoriale.

Allo stato attuale, la Valchiavenna presenta forme di polarizzazione interna che è possibile definire come consolidate all’interno dell’Area, in parte dovute a processi socioeconomici e a scelte spaziali di lungo/medio corso. Queste dinamiche si associano a nuovi divari fra aree “forti” ed aree “deboli”, caratterizzate, queste ultime, da crescente sottoutilizzo ed abbandono del patrimonio. Il “polo” dell’Area è rappresentato dal Comune di Chiavenna, dove hanno sede la maggior parte dei servizi essenziali alla cittadinanza (salute – Presidio ospedaliero di Chiavenna; mobilità – stazione ferroviaria; istruzione – istituti di istruzione superiore); Chiavenna è la “cerniera” tra le diverse fasce della valle (alta, media e bassa): il Comune più popoloso e maggiormente attrattivo rispetto ai flussi interni della Valchiavenna per studio, lavoro e tempo libero. La fascia di bassa valle, di vocazione produttiva (agricola, manifatturiera e industriale) gravita attorno al polo di Gordona, dove ha sede l’Area industriale di Valle, che concentra gran parte della produzione e delle aziende attive nel territorio. La fascia di alta valle, corrispondente ai comuni della Val San Giacomo (San Giacomo Filippo, Campodolcino e Madesimo) ha una forte vocazione turistica legata alla neve il cui “polo” è Madesimo. Sono in corso forti processi di marginalizzazione dei Comuni di Campodolcino e San Giacomo Filippo. Oltre alle polarizzazioni derivate dalla specializzazione delle tre fasce di valle in sistemi solo parzialmente interdipendenti, vi sono anche delle importanti differenze nel reddito medio pro capite tra i dodici comuni della Valchiavenna, con una forbice di quasi 20.000 € tra Madesimo e Villa di Chiavenna.

Altre polarizzazioni e interdipendenze sono riscontrabili alla scala meso. La Valchiavenna confina con altre due Aree Interne come definite da Regione Lombardia: l’Alto Lago di Como e Valli del Lario (Area SNAI - ciclo di programmazione 2014-2020 – Province di Como e Lecco) e la Val Brembana – Valtellina di Morbegno (Area SRAI – ciclo di programmazione 2021-2027 – Province di Sondrio e Bergamo), nonché con la Svizzera (Cantone dei Grigioni e Cantone Ticino). La relazione con l’Alto Lago e la Valtellina di Morbegno è percepita sia in termini di interdipendenza che di perifericità. Sia la Valtellina di Morbegno - e la città di Sondrio – sia l’Alto Lago – in particolare Colico- presentano un bacino di servizi essenziali (istruzione, sanità e mobilità) cui la Valchiavenna fa riferimento. La prossimità con la Svizzera si riflette in un’alta presenza di lavoratori transfrontalieri, che lavorano prevalentemente nei Grigioni, ma risiedono in Valchiavenna. Esiste una carenza di forza lavoro nell’area, soprattutto per quanto riguarda gli operatori sociosanitari e gli operai specializzati, assorbiti dalle imprese svizzere che offrono stipendi e condizioni lavorative più vantaggiose. Questo fenomeno può essere letto sia come una criticità – legata al “drenaggio” di lavoratori altamente specializzati formati in Valchiavenna, ma che lavorano in Svizzera a causa della maggiore attrattività economica; sia come un’opportunità per il territorio, che, in termini di residenzialità, continua ad essere di richiamo.

1.2 Iniziative locali e politiche realizzate

La Valchiavenna è stata una delle quattro cosiddette Aree “Progetto” lombarde scelte nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). La Strategia 2014-2020 comprende l’intero territorio della Comunità Montana della Valchiavenna: la storia pluridecennale di associazionismo tra i Comuni parte della Comunità Montana è uno dei fattori che hanno portato l’Area ad essere una delle prime Aree “Pilota” della SNAI. La cooperazione promossa dalla Comunità Montana ha avuto come risultato nel tempo una gestione coordinata dei servizi, oltre ad alcune scelte di pianificazione territoriale condivise dall’intera area di competenza dell’Ente. Una parte consistente dei progetti previsti dall’Accordo di Programma Quadro (APQ - siglato nel 2017) è dedicata ad interventi legati alla valorizzazione turistica della Valchiavenna (11 interventi).

Dal punto di vista dei progetti europei, la Valchiavenna è coinvolta, nel quadro del programma Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020, da numerosi progetti di cooperazione transfrontaliera relativamente al patrimonio costruito, naturale e culturale. In particolare, la Comunità Montana della Valchiavenna e diversi Comuni dell’Area (Chiavenna, Madesimo, San Giacomo Filippo, Piuro) sono capofila o partner di progetti inerenti alla “conoscenza, conservazione, gestione e valorizzazione sostenibile del patrimonio naturale e culturale (materiale e immateriale)” o aventi l’obiettivo specifico dello “aumento delle strategie comuni per la gestione sostenibile della risorsa idrica”. La capacità degli attori della governance locale e la loro abilità nel cooperare si conferma anche rispetto ai bandi Regionali riguardanti il patrimonio costruito diffuso, ed in particolare il bando “Interventi finalizzati alla riqualificazione e valorizzazione turistico-culturale dei borghi storici” (2021).

Le politiche, le linee di azione e i progetti realizzati o in fase di realizzazione rispondono in parte alle criticità cui fa fronte il territorio, soprattutto sul piano dell’accessibilità ai servizi essenziali (con particolare riferimento a quelli scolastici e sociosanitari), dell’attrattività di lavoratori specializzati, della gestione, cura e manutenzione del territorio e dell’infrastrutturazione e digitalizzazione dell’area oppure come nel caso del Patto Territoriale per la promozione e lo sviluppo del sistema degli impianti e del territorio della Valchiavenna.

Dal punto di vista dei servizi essenziali alla cittadinanza, parte degli interventi dell’APQ è dedicata al potenziamento della formazione: le linee di azione prevedono progetti volti all’educazione ambientale e di conoscenza del territorio; gli indirizzi di specializzazione proposti dalle scuole seguono le principali vocazioni della Valchiavenna (e.g. alberghiero), con un’attenzione specifica al settore enogastronomico e al potenziamento delle competenze imprenditoriali. Per quanto riguarda la sanità, l’APQ ha previsto una sola azione dedicata all’implementazione della telemedicina. Per quanto concerne la manutenzione territoriale e la prevenzione dei rischi ambientali, un’azione è dedicata alla gestione coordinata e centralizzata del territorio “(…) per realizzare al meglio le azioni di prevenzione del dissesto idrogeologico in valle.”

Il quadro complessivo che risulta dalle politiche e dai progetti attuati o in fase di attuazione è di una tendenza verso la vocazione turistica della Valle, pur declinata in un’ottica di diversificazione e di possibile corso di azione trasversale rispetto alle risorse e alle criticità dell’Area. Dall’ascolto degli attori della Valchiavenna durante il percorso locale – in particolare nei due Workshop tenutosi a ottobre e novembre 2022 – emergono diverse criticità e alcune insoddisfazioni rispetto alla prima fase della programmazione SNAI, specialmente nel contesto dei servizi essenziali per la cittadinanza. Uno dei problemi principali riguarda gli indicatori di successo delle linee di intervento, che dovrebbero essere riparametrati tenendo in maggior considerazione il contesto della Valchiavenna, a partire dal disagio orografico (e.g. trasporto scolastico, accesso ai servizi sanitari). Alcune frizioni a livello locale sono riscontrabili nell’inattuabilità, in ambito SNAI, di alcune delle linee di azione proposte nel corso della co-progettazione della prima fase della programmazione, nonché alla scarsa partecipazione e la sensazione di un ascolto limitato degli attori non istituzionali (in particolare terzo settore e associazioni locali).

Vi sono, tuttavia, iniziative e progetti innovativi elaborati con approccio place-based che coinvolgono diversi stakeholder particolarmente attivi nel territorio, che hanno dimostrato buona capacità di fare rete sia all’interno del perimetro della Valchiavenna, sia di creare relazioni a livello regionale e transfrontaliero:

  • I consorzi forestali di Isola (Madesimo) e Prata Camportaccio hanno attivato progetti di formazione e collaborazione con gli istituti di secondo livello dell’area, con percorsi specifici dedicati alla filiera bosco-legno; il consorzio di Prata Camportaccio è partner di progetti di ricerca in collaborazione con diversi Enti e Università lombarde riguardanti il rilancio di colture autoctone e la tutela della biodiversità;
  • La “Stazione Valchiavenna per lo studio dell’Ambiente Alpino”, parte del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Statale di Milano, si occupa dello studio dei fenomeni geologici, idrologici, idraulici, particolarmente rilevante rispetto alle criticità alle quali è sottoposto il territorio della Valchiavenna; il centro ha attivato progetti di educazione ambientale dedicati alle scuole; è in corso un progetto che fa leva sulla citizen science per il monitoraggio del territorio;
  • La Comunità Montana e i Comuni sono partner o capofila di diversi progetti INTERREG VA- Italia Svizzera, che trattano nello specifico la prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico e la valorizzazione del patrimonio costruito, naturale e culturale della Valchiavenna.

1.3 Tendenze dell’area senza interventi

La Valchiavenna presenta il profilo di un’area con vocazioni territoriali forti, radicate e consolidate da lungo tempo (turismo invernale, servizi ecosistemici, produzione di energia) che, pur rendendo il territorio di grande importanza e più centrale di altre aree interne nel contesto regionale, sono soggette a sempre più frequenti disequilibri e fattori di rischio, endogeni ed esogeni.

La Valchiavenna è un’area ricca di risorse idriche e forestali, che nel corso del secolo scorso sono state messe a sistema per la produzione di energia: il cosiddetto “grande idroelettrico” che ha contribuito all’infrastrutturazione del territorio e a una sua importante modificazione. Dal dopoguerra sino agli anni Novanta del Ventesimo secolo il territorio della Valchiavenna è stato interessato dall’espansione del modello del turismo della neve, caratterizzato da periodi di picco di presenze e da una crescita edificatoria significativa.

L’attuale crisi climatica, idrica ed energetica mette questi due modelli consolidati fortemente a rischio: le ripercussioni ed i possibili impatti sul territorio della Valchiavenna potrebbero essere significativi in termini ambientali, sociali, demografici ed economici, e richiedono un loro profondo ripensamento.

Se da un lato le azioni, i progetti e le politiche predisposte nella prima fase della programmazione SNAI stanno progressivamente accompagnando lo sviluppo di un modello turistico più diversificato che coinvolge territori, risorse, patrimoni culturali e naturali diversi da quelli offerti dell’alta montagna, è necessario che sul medio e lungo periodo gli aspetti di rischio sopra citati trovino una posizione centrale nella progettazione degli interventi e nella programmazione degli investimenti, anche rispetto al quadro di policy di riferimento regionale, nazionale ed europeo in merito.

La tendenza dell’area senza intervento è riconducibile ad una acutizzazione dei fenomeni di polarizzazione e periferizzazione interni alla Valchiavenna: il rischio di mancanza di diversificazione economica e l’incompleta gestione coordinata, unitaria e coesa del territorio e delle sue risorse conduce ad una traiettoria in cui la fragilità dei Comuni più periferici (non per questioni di distanza, ma di accessibilità, relazioni e possibilità rispetto ai “poli” dell’Area) andrebbe ulteriormente ad aggravarsi, aggravando irreversibilmente criticità già in atto. I fenomeni già in corso di migrazione interna verso quei comuni più dotati di servizi, che comportano lo spopolamento di intere porzioni del territorio e il conseguente progressivo abbandono e sottoutilizzo del patrimonio costruito e rurale, si ripercuoterebbero sulla manutenzione di un territorio già estremamente vulnerabile dal punto di vista dei rischi ambientali. Questa tendenza non comporterebbe solo costi sociali, ma anche la possibile messa a rischio di perdita di quelle risorse idriche e forestali che rendono la Valchiavenna centrale dal punto di vista della produzione energetica e dei servizi ecosistemici.

In mancanza di interventi mirati a contrasto di questi fenomeni si può immaginare un’esasperazione dei divari territoriali già presenti, che renderebbero vani gli sforzi verso la costruzione di un’immagine di unitarietà e coesione della Valchiavenna.

La traiettoria possibile e desiderabile

Indice sottosezioni:

2.1 Introduzione

Il percorso di ricerca e ascolto (mesi di ottobre e novembre 2022) nell’Area Valchiavenna ha fatto emergere due possibili linee di azione strategiche, che riprendono i temi trattati nei tavoli di lavoro nei due Workshop.

Le linee di azione presentate si basano su considerazioni di fattibilità (sono strutturati a partire risorse esistenti – approccio place-based- e da progetti/azioni già in essere a scala locale/regionale), inclusione (attori del territorio che rispecchiano almeno un criterio tra quelli di salienza, innovatività, sotto-rappresentanza – approccio people-based), bisogno (rispondono a problematiche e criticità del territorio) e coesione (favoriscono l’associazionismo tra enti intermedi, locali e attori non istituzionali del territorio).

I due corsi di azione propongono la transizione della Valchiavenna verso la “traiettoria desiderabile” nel medio e lungo periodo basandosi non solo sullo sviluppo delle vocazioni territoriali già esistenti e radicate, ma anche sulle risorse e gli attori presenti e attivi nel territorio. Questo capitale territoriale, che ad oggi non ha trovato piena espressione, può rappresentare un volano per la coesione e la diversificazione della Valchiavenna ed un innesco per l’avvio di un processo di stabilizzazione e sviluppo sostenibile dell’area che sia in grado di contrastare le criticità esistenti (polarizzazioni, marginalizzazioni, frammentazione).

2.2 Due possibili corsi d’azione

2.2.1 Presidio, conoscenza e fruizione del territorio: cura e manutenzione del patrimonio naturale, costruito e della biodiversità

Il primo corso di azione si concentra sulla cura, manutenzione e messa a sistema dei patrimoni naturali, costruiti e naturali della Valchiavenna, facendo leva sull’importante dotazione di risorse presenti nel territorio, nonché sulla possibilità di mettere in rete azioni già innescate da progetti in corso o conclusi di recente. La gestione e la tutela del territorio necessitano di interventi integrati che includono una profonda conoscenza delle risorse e dei fenomeni (endogeni ed esogeni) che hanno un impatto sui sistemi dell’area, verso un migliore governo della Valle. La linea di intervento si articola in differenti azioni che volgono alla conoscenza, cura, manutenzione, conservazione e trasmissione dei patrimoni e della biodiversità come “scintille” di innesco dello sviluppo della Valchiavenna nel medio e lungo periodo, verso una transizione economica ed ecologica giusta e inclusiva.

Attività di formazione: l’azione si articola su livelli ed è rivolta a target differenti. La linea di intervento prende avvio dal riconoscimento del ruolo fondamentale dell’educazione e della conoscenza come primo passo verso lo sviluppo sostenibile del territorio e la sua tutela.

Si propongono:

  1. Un programma di creazione di competenze specifiche rispetto ai temi della manutenzione del territorio, della salvaguardia della biodiversità e della cura del patrimonio: formazione destinata alla struttura di figure professionali quali operatori e istruttori forestali – attivazione di percorsi IFTS. Possibili target di riferimento: studenti della scuola secondaria di secondo grado; NEET.
  2. Programmi di educazione ambientale, alla sostenibilità e ai rischi destinati alla popolazione in età scolastica ai differenti livelli (ciclo primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado): laboratori di creazione di consapevolezza sulle tematiche ambientali, sugli effetti e le strategie di adattamento al cambiamento climatico, di conoscenza e gestione delle risorse proprie del territorio; promozione della stewardship. Possibili target di riferimento: popolazione in età scolastica (6-19 anni); personale scolastico (insegnanti, tecnici, educatori).
  3. Programmi di formazione specifica e di creazione di start-up legate all’innovazione nell’ambito della filiera agro-silvo-pastorale (imprenditorialità 2.0), a sostegno della produzione di cultivar locali a rischio scomparsa. Possibili target di riferimento: imprenditori nell’ambito agro-silvo-pastorale, alimentare e della ristorazione.

Attività di presidio del territorio e prevenzione del rischio: l’azione, fortemente legata con tutte le attività di formazione, educazione e creazione di capacità espresse nel punto precedente, si articola in sotto interventi rivolti alla popolazione, agli operatori e agli attori istituzionali (locali e sovralocali) della Valchiavenna.

Si propongono:

  1. Istituzione di una “banca della terra” per favorire il ritorno all’uso produttivo di terreni attualmente lasciati incolti o abbandonati e il superamento della frammentazione fondiaria, con il duplice obiettivo della messa in sicurezza di porzioni del territorio attualmente non gestite e recupero della superficie agricola utilizzata per colture che possano favorire la biodiversità. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni, Comunità montane), enti consortili (Consorzi forestali), imprenditori nell’ambito agro-silvo-pastorale.
  2. Implementazione e messa a sistema della filiera bosco-legno nel territorio: questo intervento, che si intreccia con alcuni aspetti del corso di azione 2.2.2 (relativamente alla governance a livello sovra-locale) è volto ad ottimizzare la gestione della risorsa boschiva (anche nella prospettiva della produzione energetica – centrali a biomassa), alla sua corretta e sostenibile manutenzione, alla cura e sistemazione della rete sentieristica e delle strade agro-silvo-pastorali che connettono ancora oggi molti degli insediamenti rurali storici della Valchiavenna. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni, Comunità Montana), enti consortili (Consorzi forestali, gestori dei Parchi e delle aree protette).
  3. Implementazione e messa in rete di sistemi di supporto per processi decisionali relativi ai temi di prevenzione e gestione della rete idrica e di emergenze legate al rischio idraulico e idrogeologico. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni – uffici tecnici, Comunità Montana), enti consortili (Consorzi forestali).
  4. Implementazione dei sistemi di raccolta di dati direttamente dai cittadini e che possano complementare la rete strutturale, sia in fase di normalità sia di emergenza (citizen science). Questi dati, raccolti e resi disponibili tramite app specifiche, possono rappresentare un efficace strumento di alert per la cittadinanza e di comunicazione con Protezione Civile rispetto ai fenomeni che impattano il territorio.

Valorizzazione dei patrimoni, della biodiversità e diversificazione del turismo: l’azione interviene sul sedime degli interventi già articolati nella fase della prima programmazione SNAI in Valchiavenna. Obiettivo è la valorizzazione e messa in rete del patrimonio costruito diffuso, delle aree protette e della biodiversità come occasione di sviluppo del territorio e della diversificazione del settore turistico, verso una fruizione consapevole e sostenibile che vada verso una prospettiva di destagionalizzazione del turismo.

Si propongono:

  1. La realizzazione di micro-interventi puntuali (agopuntura territoriale) per la conservazione degli habitat oltre i confini definiti delle Aree Prioritarie per la Biodiversità, da mettere in relazione con percorsi di eco-turismo;
  2. Creazione di un atlante di azioni, buone pratiche e orientamenti calati specificamente sulle diverse fasce paesaggistiche della Valchiavenna, nell’ottica della valorizzazione delle peculiarità dei differenti paesaggi dell’Area (dal piano di Chiavenna allo Spluga) attraverso suggerimenti di progettualità e tipologie di intervento coerenti alle specificità e alle eterogeneità dei patrimoni e delle risorse;
  3. Definizione di un unico consorzio turistico di valle, per la promozione e valorizzazione integrata e sistemica del patrimonio culturale, naturale e intangibile della Valchiavenna (e.g. tradizioni, prodotti locali di eccellenza) e il coordinamento delle iniziative di marketing territoriale;
  4. Definizione di un piano integrato per il turismo lento, che metta a sistema e in valore la rete sentieristica esistente (interventi di recupero dei sentieri e delle strade storiche dove non attualmente fruibili) con il patrimonio pubblico in sottoutilizzo o solo parzialmente utilizzato (creazione di centri visitatori, punti di accoglienza) che si intende riqualificare.

Le attività che compongono la prima linea di azione sono da intendersi sviluppate capillarmente nell’Area, innescando processi virtuosi che sul medio-lungo periodo possano attenuare i divari territoriali ad oggi presenti e costruire nuove centralità basate sulle risorse ambientali della Valchiavenna, in un’ottica di valorizzazione e coesione territoriale. La natura strategica delle azioni previste consiste nella messa a sistema del patrimonio esistente, partendo da necessarie attività di conoscenza e formazione. Il corso di azione dovrà essere articolato in tempi e modalità diverse a seconda della natura delle linee di intervento previste, e agire coerentemente rispetto agli ambiti individuati dalla prima stagione della SNAI (2014-2020) e della nuova programmazione. Nella definizione degli interventi, sarà importante la raccolta e valutazione dei progetti realizzati nell’ambito della Strategia Nazionale delle Aree Interne 14-20 e del programma INTERREG V-A Italia Svizzera e l’individuazione delle forme di integrazione delle azioni proposte nell’agenda con gli interventi già realizzati e/o in corso. Sarà rilevante anche operare per una mappatura del patrimonio inutilizzato o in condizioni di sottoutilizzo, potenzialmente disponibile e anche delle condizioni, dei punti di forza e di debolezza in relazione alla varietà di utilizzi della rete di sentieri, delle strade storiche e delle strade agro-silvo-pastorali.

2.2.2 Oltre la frammentazione. Coesione territoriale e sociale per migliorare la qualità della vita e l’attrattività territoriale: servizi di base, governance e welfare

Il secondo corso di azione si concentra sul miglioramento della qualità della vita in Valchiavenna, con l’obiettivo del superamento della frammentazione delle funzioni e dei servizi dell’area in termine di gestione coordinata e condivisa delle risorse e delle infrastrutture, verso la salvaguardia e sviluppo dei servizi di base (educazione, sanità), legato anche al tema dell’accessibilità (trasporti interni alla Valle) e della mobilità sostenibile. Il corso di azione, articolato in due interventi principali, mira ad un accrescimento dell’attrattività abitativa e lavorativa della Valchiavenna, rispondendo ai bisogni di servizi collettivi e attività a supporto dell’abitare attraverso interventi specifici, qualificando l’offerta delle infrastrutture del quotidiano. Necessario sarà l’impegno degli enti locali (Comuni, Comunità Montane) e consortili (Consorzi forestali) per adottare una visione coesa e strategica delle azioni e dei piani da strutturare sul territorio, evitando sovrapposizioni dei servizi di base, la loro totale mancanza e favorendo l’integrazione tra gli interventi.

Welfare, qualità della vita e supporto all’abitare: verso una rinnovata attrattività del territorio.

Si propongono:

  1. Qualificazione, diffusione e specificità dei servizi sanitari e di mobilità alla cittadinanza: sostenere la presenza più capillare della guardia medica sul territorio e l’implementazione dei progetti di telemedicina. Attivazione di servizi intercomunali per favorire i collegamenti tra le diverse località, in particolare relativamente al trasporto scolastico.
  2. Implementazione della formazione di alto livello: leva sulle realtà già presenti sul territorio (Crotto Caruga, Stazione Valchiavenna per lo studio dell’Ambiente Alpino). Formazione professionale specifica rispetto alle vocazioni del territorio in ottica di maggiore occupabilità e competitività rispetto al mercato del lavoro (in particolare per i giovani, i NEET e i disoccupati): valorizzazione delle competenze a servizio della filiera bosco-legno, meccanica e componenti, turismo, da accompagnare a incentivi per favorire la permanenza sul territorio (si veda punto successivo). Formazione specifica nell’ambito della comunicazione anche rispetto ai mercati internazionali (e.g. Svizzera).
  3. Sostegno all’abitare: struttura di politiche per una maggiore accessibilità alla casa, anche attraverso il recupero del patrimonio edilizio pubblico in sottoutilizzo (introduzione di progetti di social housing, senior e co-housing rivolti sia ai giovani che agli anziani); definire strategie per l’accrescimento dell’attrattività abitativa di determinate categorie professionali specializzate.

Per una governance trasversale: verso la coesione territoriale e una gestione condivisa delle risorse e dei progetti.

Si propongono:

  1. Creazione di un consorzio forestale di secondo livello che possa fungere da aggregatore per l’erogazione dei servizi, della partecipazione ai bandi e alla stesura di progetti e per il coordinamento della gestione del patrimonio forestale a livello dell’Area. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni e Comunità Montane), enti consortili (Consorzi forestali).
  2. Coordinamento e accompagnamento per la progettazione degli interventi: l’azione mira al miglioramento della cooperazione tra i Comuni per la risposta ai bandi, verso lo sviluppo di progetti di ampio respiro e a contrasto alla frammentazione delle risorse (capitale umano e finanziario). Mobilitazione e coinvolgimento attivo dei tecnici facilitatori con competenze specifiche (e.g. euro progettazione, tutela della biodiversità) con l’obiettivo di affiancare gli stakeholder della Valchiavenna nella progettazione, facilitazione e animazione territoriale (accompagnamento e co-progettazione in risposta a bandi regionali, nazionali e di soggetti terzi). Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni e Comunità Montane), enti consortili (Consorzi forestali).
  3. Fusioni tra Comuni: sebbene la fusione tra tutti i 12 Comuni della Valchiavenna – o di cluster di cinque Comuni (si veda referendum del 2013) sia una prospettiva poco praticabile (l’unione dei dodici Comuni di Valle si sovrapporrebbe alla Comunità Montana) è auspicabile l’avvio di processi di fusione tra un numero più ristretto di Comuni caratterizzati da ambiti territoriali simili, con l’obiettivo della diffusione più capillare dei servizi associati sul territorio e di una migliore gestione delle disponibilità finanziarie, anche a contrasto delle polarizzazioni e marginalizzazioni esistenti. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni).
  4. Programmi coordinati e unitari di manutenzione territoriale: legato al corso di azione 2.2.1, si prevedono momenti di formazione, educazione e mobilitazione per i tecnici e gli abitanti sui temi dell’adattamento al cambiamento climatico e della mitigazione della vulnerabilità idrogeologica e idraulica. Possibili target di riferimento: enti locali (Comuni e Comunità Montane), enti consortili (Consorzi forestali), cittadinanza.

Le due linee di intervento che strutturano il corso di azione mettono in più stretta relazione i Comuni della Valchiavenna, attraverso interventi specifici nell’ambito della governance trasversale e del welfare. La natura strategica delle azioni previste consiste nella messa in rete dei servizi esistenti e del loro potenziamento capillare sul territorio. Il corso di azione dovrà essere articolato in tempi e modalità diverse a seconda della natura delle linee di intervento previste, e agire coerentemente rispetto agli ambiti individuati dalla prima stagione della SNAI (2014-2020) e della nuova programmazione. La costruzione di un centro di competenze specifiche che possa coordinare la stesura di progetti e la loro gestione sul territorio nel tempo, in un’ottica di maggiore mobilitazione e inclusione degli attori coinvolti e dei beneficiari, sarebbe probabilmente decisiva.

Per ogni corso di azione saranno individuati i possibili canali di finanziamento nel contesto dei fondi SNAI (legge di stabilità, FSE+, FESR, fondi regionali) e saranno segnalate, dove possibile, altre possibilità di risorse economiche in termini di bandi e fondi (regionali, PNRR, FEASR).