Val Seriana e Val di Scalve / Ritratto territoriale
Un ritratto territoriale dell'area della Val Seriana e della Val di Scalve
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gavel 42 comuni
groups_2 137.067 abitanti
Chiusura documento: 11/09/2024
Indice sezioni:
La Valle Seriana è una vallata alpina corrispondente al bacino idrico del fiume Serio, situata nella provincia di Bergamo. Si snoda partendo dal capoluogo in direzione nord-est per circa 60 km.
Dal punto di vista dell’orografia può essere divisa in tre zone: bassa Valle Seriana, media Valle Seriana e alta Valle Seriana. La bassa valle è caratterizzata da un ampio territorio pianeggiante che ha inizio dalla città di Bergamo e giunge fino ad Albino; la media Valle Seriana si estende da Albino alla gola del ponte del Costone ed è caratterizzata da estesi altopiani; l’alta Valle Seriana, con vette importanti e piccoli centri abitati, dal ponte del Costone giunge fino a Valbondione. Capoluogo dell’alta Valle è Clusone, dove si trovano i rilievi più alti come la Presolana (2.521 m s.l.m.), il Pizzo Arera (2.512 m s.l.m.) e il Coca (3.052 m s.l.m.).
Il pizzo della Presolana è il confine naturale tra la Valle Seriana e la Val di Scalve. La Val di Scalve è situata nella parte nord-orientale della Provincia di Bergamo; a nord confina con la Provincia di Sondrio, a nord-ovest con la Provincia di Brescia attraverso il passo del Vivione, al confine del comune di Breno.
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Il confronto tra le carte che mostrano il tessuto urbanizzato nel 1954 e nel 2017 (fig. 2) evidenzia come in questo lasso di tempo ci sia stato un notevole incremento insediativo, soprattutto nel fondovalle e lungo gli assi di comunicazione che si biforcano all’altezza di Ponte Nossa, così come da Clusone a Lovere sul lago d’Iseo.
Questo processo ha comportato il progressivo abbandono dei centri storici, costruiti in media e alta Valle, a favore di un’urbanizzazione concentrata e lineare nel fondovalle, dove si localizzano i sistemi di trasporto collettivo e i principali servizi educativi, sociosanitari, nonché il commercio. Parallelamente alla crescita del tessuto urbanizzato si registra un incremento della popolazione nella bassa Valle, con i comuni di Alzano Lombardo, Nembro, Albino, Pradalunga, Leffe, Vertova, Gandino che registrano il livello di popolazione più elevato al censimento, negli anni tra il 2011 e il 2019, oltre al comune di Clusone che rappresenta il polo principale per l’offerta dei servizi in alta Valle.
Popolazione
L’evoluzione della popolazione e le sue caratteristiche
Indice sottosezioni:
L’area della Valle Seriana e Val di Scalve al 2019 ha una popolazione di 139.983 abitanti distribuiti in 42 comuni (figg. 1 e 3). L’analisi demografica si è focalizzata sulle dinamiche di spopolamento e sulla composizione della popolazione. L’alta Valle e la Val di Scalve, in particolare, sono caratterizzate da processi di spopolamento e invecchiamento più sostenuti.
leaderboard Tabella 1. Elenco dei comuni con indicazione della popolazione
Come si può osservare nella figura 4, la popolazione della Valle Seriana e Val di Scalve ha raggiunto il suo picco nel 2011 per poi contrarsi in modo abbastanza deciso nel decennio successivo. Si tratta di un andamento paragonabile a quello delle altre valli prealpine. Come vedremo più avanti, questo dato aggregato nasconde traiettorie molto diverse in relazione a ogni singolo comune.
In Valle Seriana, infatti, in un trentennio, i valori di natalità si sono ridotti drasticamente, raggiungendo il valore minimo nel 2020, pari a un quarto di quello di trent’anni prima. Ciò avviene in una Provincia che, in controtendenza, era riuscita a conservare un saldo positivo del proprio movimento naturale, anche nelle aree di media e bassa Valle, fino al 2015 (CM Valle Seriana, 2021)
leaderboard Figura 4. Andamento della popolazione delle aree lombarde, 1971-2021
Con riferimento all’evoluzione più recente della popolazione, si può osservare la variazione percentuale della popolazione residente in due periodi: tra il 2009 e il 2014 e tra il 2015 e il 2019 (fig. 5). In Valle Seriana e Val di Scalve, nel periodo 2009-2014, 16 comuni risultano stabili (0-5%), mentre solo 3 comuni hanno valori positivi: Rovetta, Onore e Pradalunga. Nel periodo 2015-2019, invece, i comuni stabili scendono a 7 e solo Aviatico conosce un processo di crescita. Complessivamente, negli anni più recenti l’area perde, quindi, abitanti. I comuni che perdono più popolazione sono Azzone, Oltressenda Alta e Oneta nel periodo 2009-2014 e in quello più recente.
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La traiettoria demografica di un comune risulta sia dal saldo naturale – ovvero il bilancio fra nascite e decessi – sia dall’indice di migrazione netto (Migration Effectivenes Index, MEI) che definisce il tasso netto di migrazione e viene calcolato come il rapporto tra immigrati verso ed emigrati da una determinata area in un certo periodo di tempo (fig. 6). Un valore positivo significa che nel territorio sono immigrate più persone di quante ne siano emigrate, viceversa in caso di un valore negativo. Considerato che le nascite e i decessi non influiscono sull’indice, questo dato è significativo per determinare la maggiore o minore attrattività di un comune nei confronti delle scelte residenziali delle persone. Anche in questo caso si guarda a due periodi: 2009-2014 e 2015-2019.
In Valle Seriana e Val di Scalve, nel periodo 2009-2014, i comuni stabili sono 15, quelli attrattivi 8. I più attrattivi sono: Onore e Songavezzo (10-25%). Nel periodo 2015-2019, invece, i comuni stabili sono 13 e quelli attrattivi 8. Quelli che migliorano la loro condizione di attrattività sono Schilpario, Gandellino, Clusone, Gandino, Aviatico e Selvino. Non emerge una geografia chiara, anche se il cuore dell’alta Valle sembra occupare una buona posizione, probabilmente anche per gli investimenti e l’attenzione posta nei confronti dei servizi alla persona. Questi processi, infatti, sono spesso accompagnati da un incremento nell’offerta dei servizi, dalla tenuta delle attività a servizio dell’abitare e da nuove urbanizzazioni.
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Infine, possiamo guardare al dinamismo della popolazione di una determinata area, valutando quanto essa è cambiata entro un determinato intervallo. In questo senso, il dinamismo è l’esito delle nascite e dei decessi, come delle iscrizioni e delle cancellazioni, e ci dà la misura di quanto in un’area vivano più o meno le stesso persone che vi vivevano a una data precedente. L’indice di interscambio (Turn Over rate, TO) (fig. 7) può essere impiegato a questo fine. L’indice ha valori sempre positivi, perché la composizione della popolazione è inevitabilmente soggetta a cambiamenti, e anche in questo caso è stato calcolato in riferimento ai due periodi indicati in precedenza: 2009-2014 e 2015-2019. Nell’area Valle Seriana e Val di Scalve nel periodo 2009-2014 i comuni più dinamici sono Avatico, Colzate, Onore e Oltressenda Alta. Nell’ultimo caso, l’indice calcola soprattutto le perdite di popolazione. Castione della Presolana e Valgoglio sono i comuni con il valore più contenuto, mentre gli altri risultano tutti con un valore medio modesto, pari a 0.04-0.08. Nel periodo più recente, invece, ai comuni più dinamici si aggiungono Ranica e Songavezzo, mentre decresce il valore dei comuni dell’alta Valle occidentale – Ardesio e Gandellino – e quelli della Val di Scalve.
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Per indagare la traiettoria della popolazione nel lungo periodo abbiamo poi osservato i dati del censimento generale della popolazione a partire dal 1911 (fig. 8), mentre per i dati successivi al censimento del 2011 abbiamo tenuto conto della popolazione residente comunale al 1° gennaio 2019 resa disponibile dall’ISTAT sulla base di indagini effettuate presso gli uffici di Anagrafe. Abbiamo individuato cinque intervalli temporali: il primo e più ampio include indicativamente le due guerre mondiali (1911-1951); il secondo, gli anni dei ‘boom’ e della crescita urbana “concentrata” (1951-1971); il terzo, il periodo in cui emergono le ‘tre Italie’ e in generale i fenomeni di industrializzazione e urbanizzazione ‘diffusa’ (1971-1991); il quarto, gli anni della fase di stagnazione economica (1991-2011); il quinto e più breve, gli anni del post-crisi (2011-2019). Tale scomposizione in cinque intervalli distribuiti in oltre cento anni di storia ha permesso di costruire una matrice da cui è possibile ricavare, per ogni comune, una sequenza di bilanci demografici in cui si alternano o ripetono fasi di crescita (C) o decrescita (D). Sono emerse nel complesso 32 tendenze che ci permettono di individuare alcuni profili evolutivi che possiamo ordinare a seconda della tendenza dei comuni nelle ultime fasi: da un lato dinamiche di crescita consolidata a cui si affiancano processi che abbiamo definito di ripresa e, in alcuni casi, controstorie; dall’altro, rallentamenti recenti, processi di caduta o di ricaduta che si affiancano a dinamiche di contrazione consolidata.
Nel complesso l’area della Valle Seriana e Val di Scalve è investita da un processo di contrazione demografica. Secondo un recente studio
L’indice di vecchiaia (fig. 9) ci mostra un processo di invecchiamento della popolazione non particolarmente rilevante, in linea con il dato medio regionale pari a 166,6 nel 2018. La popolazione anziana si concentra prevalentemente nell’alta Valle e nelle valli laterali. Sono, infatti, i comuni di Oltressenda Alta, Azzone e Oneta che si differenziano dagli altri per un rapporto percentuale tra la popolazione di oltre 65 anni rispetto a quella 0-14 anni superiore a 275 (ISTAT, 2018), contro una media nazionale di 168,9. La popolazione anziana è stata poi suddivisa in due fasce: un primo gruppo raccoglie la popolazione di età compresa tra 65 e 80 anni (gli anziani) e un secondo gruppo la popolazione over 80 (grandi anziani) (fig. 10). Tale distinzione – di largo uso fra i demografi – si fonda anche sulla diversità di pratiche e bisogni tra i due gruppi. Mentre la popolazione fino a 80 anni tende a essere ancora attiva, quella oltre gli 80 anni è tendenzialmente molto sedentaria, e caratterizzata da un numero limitato di piccoli spostamenti. Quest’ultimo gruppo è presente soprattutto nelle valli laterali della media Valle Seriana e in Val di Scalve.
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Al dato relativo alla vecchiaia, va aggiunto il fatto che la Valle Seriana è stata interessata nel 2020 da un intenso picco di mortalità dovuto alla pandemia da Covid-19, che nel mese di marzo 2020 ha superato l’1% della popolazione residente, superiore di un ordine di grandezza alla mortalità media corrente (CM Valle Seriana, 2021).
Gli indicatori relativi alla popolazione scolastica e alla popolazione attiva (fig. 11) descrivono la percentuale di popolazione di età compresa tra 6 e 19 anni e quella compresa tra 6 e 64 anni sulla popolazione totale di ogni comune, e sono calcolati su dati ISTAT 2019. La prima fascia d’età descrive la popolazione scolastica fino all’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado. La seconda considera, invece, la popolazione attiva nel lavoro e nello studio, dalla scuola dell’obbligo fino all’età pensionabile. La popolazione scolastica in Valle Seriana e Val di Scalve si concentra soprattutto nella bassa Valle, prevalentemente nei comuni lungo il fondovalle, ovvero Alzano, Albino, Nembro, Pradalunga, e nei comuni della media Valle, come Clusone, Piario, Parre e Villa d’Ogna, che presentano valori particolarmente elevati. Anche la popolazione attiva si distribuisce prevalentemente secondo questa doppia polarità.
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Infine, altra dimensione rilevante è quella della presenza di residenti con nazionalità diversa da quella italiana (fig. 12).
Il tasso di popolazione straniera nell’area è del 5.64%, rispetto ad un tasso provinciale del 11.03%.
Osservando l’incidenza sulla popolazione totale, nelle carte precedenti, si può osservare come gli stranieri si localizzino prevalentemente laddove si concentra la popolazione attiva, ovvero soprattutto nei comuni di bassa valle (Alzano Lombardo, Nembro, Cene, Gazzaniga, Vertova), nelle centralità più importanti dell’alta Valle (Ponte Nossa e Clusone). Le maggiori opportunità lavorative e disponibilità di servizi alla persona, oltre all’accessibilità alla casa, sono probabilmente fattori rilevanti nelle scelte residenziali di questo gruppo.
L’indicatore del Reddito Medio pro-capite (RMPC) presenta un andamento omogeneo dei valori e in Valle Seriana e Val di Scalve è di 20.861€ nel 2020, leggermente in crescita rispetto al RMPC del 2010 che si attestava a 18.987€ (fig. 13). Questo andamento rispecchia l’andamento generale della Regione Lombardia, il cui RMPC è aumentato passando dai 22.630,75€ per contribuente nel 2010 a 24.725,89€ nel 2020. Il comune con il reddito maggiore nell’ultimo decennio è Ranica, con un valore che supera i 26.000€ per contribuente. I comuni con reddito più basso sono Oltressenda Alta e Azzone, sia nel 2010, sia nel 2020, con un valore che si attesta intorno ai 16.000€. La presenza di una forbice di RMPC di circa 10.000€ annui evidenzia l’esistenza di rilevanti forme di polarizzazione socioeconomica interne all’area della Valle Seriana e Val di Scalve, specie tra bassa e alta Valle.
leaderboard Figura 13. Reddito Medio Pro Capite (2010–2020)
La figura sottostante individua il tasso di occupazione totale (fig. 14); nell’area il tasso di occupazione è relativamente alto, si attesta in intervalli che variano dal 61 al 72%, i comuni con il tasso di occupazione più basso sono i comuni di Azzone e Valbondione (61%), i comuni con tasso di occupazione più alto sono i comuni Aviatico (71%) e Vilminore di Scalve (72%) oltre ciò la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne nell’area appare ancora molto al di sotto del suo potenziale, per valutare questo problema impieghiamo l’indice di penalizzazione di genere, che misura la differenza fra i livelli di partecipazione al lavoro delle donne e quella degli uomini (fig. 15). Anche nel corso degli incontri con gli attori locali è stata segnalata l’esigenza di prestare un’attenzione specifica alle giovani donne, il cui accesso al mondo del lavoro è reso più difficile dalla cura dei figli.
L’indice è negativo sull’insieme del territorio, gli indici variano da -0.41 a -0.07, i valori peggiori si riscontrano nei comuni di Castione della Presolana e Colere (-0.40), i migliori li troviamo in Oltressenda Alta (-0.07) e Ponte Nossa (-0.14).
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Patrimoni
Paesaggi, patrimoni naturali e rischi
Indice sottosezioni:
La Valle Seriana è una vallata alpina solcata dal fiume Serio, situata nella provincia di Bergamo. Si snoda partendo dal capoluogo in direzione nord-est per circa 60 km. L’area si divide in tre zone: bassa Valle Seriana, media Valle Seriana e alta Valle Seriana. La prima è caratterizzata da un ampio territorio pianeggiante, in gran parte urbanizzato; la seconda da altopiani fino al ponte del Costone; l’ultima da rilievi e quote superiori. Capoluogo dell’alta Valle è Clusone, dove si trovano i rilievi più elevati. Il pizzo della Presolana è il confine naturale tra la Valle Seriana e la Val di Scalve, situata a nord-est. L’area è suddivisa in numerose zone protette (fig. 16), che comprendono il Parco delle Orobie Bergamasche, a ovest, e il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monte Varro, a est. A sud dell’area i monti Misma, Pranzà e Altino rappresentano un’area prioritaria per la biodiversità. Poco distante è presente il PLIS Naturalserio. A sud il territorio è attraversato dalla Via Mercatorum, un asse storico di collegamento.
Sul fronte delle minacce, si segnalano alcuni siti contaminati, localizzati soprattutto nel fondovalle in bassa e media Valle, dove sono anche numerosi gli impianti di trattamento dei rifiuti (fig. 17).
Le forme e la diffusione del rischio idrogeologico nell’area della Valle Seriana e Val di Scalve rimandano a una condizione di rischio molto comune nelle aree lombarde, quella propria alle fasce urbanizzate rivierasche e ai versanti dei fiumi e dei corsi d’acqua superficiali montani. Anche in Valle Seriana e Val di Scalve molti centri urbani a ridosso dei corsi d’acqua risultano, quindi, interessati dalle classi di rischio idrogeologico più elevato. Per dare rappresentazione di tali condizioni ricorriamo a una serie di indici. Il primo è l’indice di rischio idrogeologico (fig. 18). Tale indice considera una varietà di rischi, fra i quali ma non esclusivamente le frane profonde e superficiali, le esondazioni fluviali di fondovalle, i fenomeni di tipo torrentizio lungo il reticolo idrografico in relazione a “bersagli” – ovvero i beni esposti a tali rischi –, quali abitazioni, imprese e infrastrutture. In più della metà dei comuni della Valle Seriana e Val di Scalve la frequenza di tale rischio è più elevata rispetto alla media regionale e in alcuni comuni – Fiorano al Serio, Ponte Nossa, Villa di Serio, Nembro, Casnigo – è molto elevata. Più complessivamente il rischio idrogeologico si concentra nel fondovalle e lungo il fiume Serio, dove si localizza la maggior parte degli insediamenti residenziali e produttivi dell’area (fig. 19). Non a caso, nel documento ‘Contributo di Regione Lombardia all’aggiornamento del piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA) relativo al distretto idrografico padano’ - II ciclo di pianificazione (2022-2027) DGR 15 dicembre 2021, con riferimento all’area “Da Nembro a Villa d’Ogna-Fiume Serio”, vengono segnalate situazioni di rischio in particolare a Nembro, Fiorano al Serio, Colzate e Casnigo. Nel corso del I ciclo di pianificazione numerosi comuni hanno proceduto a svolgere valutazioni di dettaglio della pericolosità e del rischio alla scala locale entro le aree allagabili. Nel I ciclo di pianificazione è stato approvato un importante finanziamento per la manutenzione diffusa del bacino del Serio in vari comuni e sono state avviate le attività propedeutiche alla delimitazione delle fasce fluviali, laddove assenti (tratto a monte), e all’adeguamento delle fasce fluviali sulla base delle aree allagabili nel tratto già fasciato.
leaderboard Figura 18. Indice di rischio idrogeologico comunale
Scendendo di scala, possiamo osservare come il rischio idrogeologico si distribuisca sul territorio dei comuni più esposti a tale rischio, ovvero con indici superiori a 1.5. Questa operazione è stata resa possibile estraendo dal geoportale PRIM delle celle di venti metri per venti metri. Gli indici di rischio elaborati nel PRIM sono raggruppati in classi corrispondenti a differenti livelli di criticità rispetto alla media del territorio regionale (che è uguale ad 1). I comuni presi in esame sono Alzano Lombardo, Ponte Nossa, Cene, Fiorano al Serio, Gromo (figg. 20-24). Come si può osservare, a essere esposte a un livello di rischio molto elevato sono sia i centri abitati sia molte aree produttive. Si segnalano, in particolare, le zone industriali/produttive di Alzano Lombardo, Cene, Fiorano al Serio, Pradalunga, Ranica in classi di rischio idrogeologico più elevato.
Un ulteriore strumento per la valutazione dell’esposizione del territorio della Valcamonica a una varietà di rischi è l’indice di rischio integrato (fig. 25). Tale indice è una combinazione, effettuata mediante una somma pesata, delle evidenze relative ai rischi individuati dal già citato PRIM, ovvero i rischi idrogeologico, meteorologico, sismico, di incendio boschivo, industriale, di incidenti stradali, incidenti sul lavoro, insicurezza urbana. L’indice di rischio integrato ha l’obiettivo di definire il livello di criticità del territorio rispetto alla media regionale che è definita come uguale a 1. In Lombardia varia da 0 a >10. Come si può vedere, nel caso della Valle Seriana e Val di Scalve, quasi la metà dei comuni presentano valori superiori a quelli della media regionale. Tuttavia, anche in questo caso, è l’esposizione al rischio idrogeologico a pesare in modo considerevole.
leaderboard Figura 25. Indice di rischio integrato comunale
Come evidente, la valutazione della rischiosità del territorio della Valle Seriana e Val di Scalve deve essere posta nella prospettiva degli effetti crescenti già evidenti del cambiamento climatico. I comuni e le altre istituzioni della Valle Seriana e Val di Scalve non hanno, ad oggi, operato alcuna valutazione puntuale degli effetti locali del cambiamento climatico. La Valle risulta esposta a una varietà di fenomeni indicati come rilevanti per l’insieme del territorio regionale dal “Rapporto di sintesi della Strategia Regionale di adattamento ai cambiamenti climatici (SRACC)” (fig. 26). In particolare, fenomeni quali un aumento di frequenza e intensità di piene e alluvioni e, più complessivamente, di manifestazioni legate al rischio idrogeologico, riduzione del flusso vitale minimo per i torrenti, innalzamento del limite delle nevicate, siccità e incendi boschivi, sono di particolare rilievo per la Valle Seriana e Val di Scalve.
leaderboard Figura 28. Scenari climatici regionali e locali
Il suolo consumato, ovvero urbanizzato/impermeabilizzato, nelle 14 aree lombarde al 2021 ammonta complessivamente a 49.036 ettari (ha).
Dall’analisi dei dati di consumo di suolo annuale netto nel periodo 2020-2021 contenuta nel rapporto ISPRA sul consumo di suolo dell’anno 2022 applicata ai 485 comuni delle 14 “aree interne” lombarde, risulta che 293 di questi non hanno consumato suolo (pari al 60%), 191 comuni (pari al 39,4%) hanno invece consumato suolo e uno solo ha ridotto il consumo di suolo. Complessivamente, l’artificializzazione del suolo nelle aree lombarde ammonta a 92,6 ettari nel solo ultimo anno osservato. Questo valore pesa per il 10,5% dell’intero consumo regionale annuo (pari a 883 ettari) ed è pari a mezzo ettaro circa per ogni comune consumatore di suolo nelle aree. Si tratta quindi di un consumo significativo.
Per misurare l’efficienza nell’uso del suolo abbiamo impiegato l’indicatore del consumo marginale di suolo per i 473 comuni delle aree lombarde, escludendo 12 comuni che hanno una popolazione stazionaria. Fra questi, 284 comuni non registrano consumo di suolo nel periodo 2020-2021 (pari al 58%), mentre i restanti 189 si dividono tra comuni che hanno avuto un incremento demografico e consumo di suolo (44, pari al 9%) e comuni che hanno registrato una riduzione nel numero di residenti pur continuando a consumare suolo (145, pari al 30% del totale).
Come abbiamo visto, l’intero gruppo dei comuni dell’aree lombarde ha consumato 92,6 ettari pari al 10,5% dell’intero consumo di suolo regionale registrato tra il 2020 e il 2021. Quasi l’83% del consumo di suolo delle aree (76,7 ha) è imputabile ai 145 comuni con indicatore di efficienza negativo (Cmarg<0), cioè che perdono residenti, mentre gli altri 44 comuni hanno consumato i restanti 15,9 ha. Dunque, in termini assoluti ha consumato più il gruppo dei comuni inefficienti ovvero i comuni che pur perdendo residenti consumano nuovo suolo.
Analizzando le famiglie di comuni per ampiezza demografica si nota che il gruppo di comuni piccolissimi (0-500 ab.) è in assoluto il più inefficiente (-1.243 m2/ab), ma non in termini assoluti (3,5 ha consumati), il cui primato è detenuto dai comuni piccoli tra i 501 e i 2000 abitanti (25,8 ha) e, a seguire, da quelli tra i 5001-10000 ab. con 22,2 ha.
In conclusione, possiamo rilevare che nei 189 comuni consumatori delle aree lombarde il consumo di suolo rimane elevato, incidendo per oltre il 10% sul consumo totale regionale. Per loro si profila un andamento contraddittorio che vede oltre l’80% del loro consumo realizzato da comuni con contrazione demografica. Questi comuni sono da considerare come altamente inefficienti perché hanno consumato una risorsa non rinnovabile (il suolo) senza avere una forzante attiva (la popolazione in crescita). Questo non giustifica il consumo di suolo dei restanti comuni, in quanto si tratta di consumi in aree prevalentemente fragili e ad alta sensibilità ambientale dove, in entrambi i casi, andrebbe prima fatto uso delle aree già artificializzate, non utilizzate o dismesse, e delle abitazioni, non utilizzate o sottoutilizzate.
Per guardare all’andamento del consumo di suolo nell’area, impieghiamo prima l’indicatore del suolo consumato pro capite (fig. 27) che misura la quantità di copertura artificiale esistente al 2021 rispetto alla popolazione residente in quell’anno.; il comune con un consumo di suolo pro capite maggiore è il comune di Aviatico (765 mq/ab), quello inferiore è il comune di Fiorano al Serio (161 mq/ab).
In seguito, impieghiamo l’indicatore di consumo marginale di suolo (fig. 28), che abbiamo spiegato poco sopra; dei 42 comuni dell’area 16 hanno consumato suolo nel 2021, di questi ben 15 hanno consumato suolo a fronte di una decrescita demografica.
Geografie
Geografia dell’insediamento consolidato e patrimoni costruiti
Indice sottosezioni:
L’area della Valle Seriana e Val di Scalve presenta una situazione molto variegata per quanto riguarda l’epoca di costruzione degli edifici (fig. 29). Mentre alcuni piccoli comuni hanno un patrimonio residenziale costruito nella prima metà del secolo scorso (Oltressenda Alta entro il 1918; Azzone entro il 1960; Schilpario e Ponte Nossa entro il 1970), il restante territorio è caratterizzato da un patrimonio piuttosto recente, costruito a partire dagli anni Ottanta. Interessante è la dinamica del comune di Onore che ha in media un patrimonio edilizio residenziale costruito entro il 2005, segno di nuove urbanizzazioni e processi di sviluppo coerenti a quelli demografici.
Per quanto riguarda l’andamento dei valori immobiliari, l’area in oggetto è composta da 2 macro-aree OMI (fig. 30), ovvero porzioni della fascia territoriale che riflettono un comparto omogeneo del mercato immobiliare locale, nel quale si registra una sostanziale uniformità di apprezzamento per condizioni economiche e socio-ambientali. Il mercato più dinamico è rappresentato dai comuni della macroarea “Cintura Città” che, nell’area considerata, comprende i comuni di Alzano Lombardo e Ranica. In quest’area i valori, in moderato calo, sono pari a 1.500 €/mq. Il restante territorio dell’area appartiene, invece, alla macroarea “Valle Seriana”, con valori che si aggirano intorno ai 1.100€/mq.
Nel territorio compreso nel perimetro dell’area Valle Seriana e Val di Scalve le architetture vincolate sono 230 su un totale di 1.057 nella Provincia di Bergamo (fig. 31).
La presenza più elevata di architetture vincolate si registra nel comune di Alzano Lombardo, che ne conta 28, seguito dai comuni di Albino e Gandino (20 architetture vincolate ciascuno).
Nell’area della Valle Seriana e Val di Scalve sono otto i musei riconosciuti dal Sistema Museale Lombardo (fig. 32): il Museo di Arte Sacra S. Martino, con sede ad Alzano Lombardo; il Museo del Parco Paleontologico nel comune di Cene; il Museo del Tessile nel comune di Leffe; il Museo della Basilica nel comune di Gandino; il MAT – Museo Arte Tempo, con sede a Clusone; il Museo Etnografico dell’Alta Valle Seriana nel comune di Ardesio; la Casa Museo Fantoni a Rovetta; infine, il Museo Etnografico, con sede nel comune di Schilpario. Tre gli Ecomusei (fig. 32): l’Ecomuseo Miniere di Gorno – In viaggio tra miniere e alpeggi, che si estende nel territorio del comune di Gorno; l’Ecomuseo Val Borlezza nel comune di Cerete, che comprende la necropoli di Cerete Basso; l’Ecomuseo La Strada Verde: tra acqua, ferro e legno nei comuni di Ardesio, Valgoglio, Gromo, Gandellino, Valbondione, Vilminore di Scalve e Comunità montana di Scalve Azzone, Borno, Colere, Paisco Loveno, Schilpario. Da segnalare anche il Parco dei Mulini a Cerete, già oggetto di finanziamenti regionali.
Il comune di Gromo è stato insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano ed è parte dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”. Il comune di Clusone è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
Vita quotidiana
Servizi, mobilità e vita quotidiana
Indice sottosezioni:
Dal punto di vista dei servizi di welfare di base (istruzione e sanità), l’area Valle Seriana e Val di Scalve è piuttosto polarizzata tra una zona meridionale molto servita e un’alta Valle in maggiore sofferenza. Se in alta Valle il problema principale è la mancanza di servizi, in bassa Valle è la loro qualità.
Le attrezzature si concentrano nel fondovalle e sono presenti soprattutto fino ai comuni di Gazzaniga e Colzate. All’altezza di Piario e di Clusone, che rappresentano le maggiori centralità dell’alta Valle, la struttura territoriale si dirama a est e a ovest.
Le scuole del I ciclo sono presenti, seppur non sempre territorialmente distribuite (fig. 33). Esiste però una differenziazione dimensionale tra scuole di bassa e alta Valle: le prime sono grandi e hanno un maggior numero di studenti stranieri rispetto a quelle di alta Valle, le seconde sono più piccole, alcune a rischio chiusura per la contrazione delle iscrizioni dovuta al calo demografico
L’istruzione superiore si concentra nella parte meridionale dell’area (fig. 33), fatta eccezione per Clusone e a Vilminore di Scalve, dov’è presente un istituto tecnico. A fronte di una varietà e qualità alta dell’offerta formativa, che si completa anche con tre Centri di Formazione Professionale (ad Albino e Clusone), si segnala la carenza di alcuni percorsi di studio che generano flussi di pendolarismo verso l’esterno dell’area (Lovere, Seriate, Calcinate, San Pellegrino Terme) e Bergamo. I flussi interni all’area (tra alta e bassa Valle), anche molto elevati in alcune scuole, invece, sono strutturali e connaturati alla distribuzione dell’offerta, che ha poche duplicazioni. Inoltre, come avviene in molti territori e scuole del Paese, emergono forme di polarizzazione sociale, con le maggiori percentuali di stranieri iscritti a corsi professionalizzanti.
Clusone, con l’istituto Fantoni, offre un indirizzo turistico e vanta il miglior liceo scientifico d’Italia, secondo la classifica Eduscopio di Fondazione Agnelli. Ciononostante, esso ha un trend di iscrizioni in costante decrescita, benché richiami iscritti anche da aree esterne alla Valle Seriana. L’attrattività esterna è importante anche per il Sonzogni di Nembro, che offre un indirizzo alberghiero rinomato a livello provinciale, sebbene oggi in sofferenza per l’apertura di analoghi corsi di studio in altri territori.
Il report Openpolis sulla povertà educativa in Lombardia (2021) rivela un dato particolarmente interessante per la Provincia di Bergamo: quasi il 100% dei comuni ha scuole accessibili con il mezzo pubblico. I soli due comuni (fra cui Casnigo, che ospita una primaria e una secondaria di I grado) non raggiungibili con trasporto pubblico si trovano in area montana. Si evidenzia, tuttavia, come il servizio di TPL si riduca, o sia inesistente, fuori dall’orario scolastico, limitando così le attività pomeridiane per i ragazzi. A riguardo, diverse scuole sono, inoltre, sprovviste di palestre e hanno scarse risorse tecnologiche. Da uno studio condotto sul territorio (2019)
Pressoché assenti, infine, i nidi nell’alta Valle (fig. 33), così come molto carenti e molto concentrate su Clusone le strutture socioassistenziali (fig. 34).
Tre sono gli ospedali presenti nell’area (Alzano Lombardo, Gazzaniga e Piario) (fig. 34), ma nessuno con servizio DEA, presente invece a Bergamo. Piario non ha più il punto nascita, sostituito da ostetriche che si spostano sul territorio. Variegata l’offerta sociosanitaria nella bassa Valle, che gravita anche sul capoluogo. I servizi presenti in alta Valle, invece, sono privati e destinati soprattutto ad anziani (case di riposo) Ad Albino è presente una grande RSA che serve tutta la Valle. Si segnala, infine, la presenza di centri urbani con dotazioni importanti anche nelle aree limitrofe (Valle Brembana a ovest e Sebino a est), facilmente raggiungibili.
Per individuare quei comuni che possono essere considerati come poli intermedi sono stati considerati anche i servizi di prossimità, focalizzando l’attenzione sulla presenza di farmacie (fig. 34). I comuni privi di farmacia sono collocati soprattutto in alta Valle (Valbondione, Gandellino, Azzone, Oltressenda Alta) o in aree marginali (Fino del Monte, Cerete, Oneta). Fa eccezione Cene nella bassa Valle Seriana, che però è circondato da comuni con una buona offerta (2-5).
Oneta, Oltressenda Alta, Azzone si caratterizzano come comuni più disagiati dell’area per quanto riguarda l’offerta di servizi di prossimità, essendo privi anche di servizi scolastici. Dei tre, solo Oneta dispone dell’ufficio postale.
Per quanto riguarda la sanità territoriale, in Valle Seriana sono previste diverse strutture: un Ospedale di Comunità a Gazzaniga, quattro Case di Comunità (ad Albino, Alzano Lombardo, Gazzaniga e Clusone), due Centrali operativa territoriale (a Gazzaniga e Clusone).
La carenza di Medici di Medicina Generale è accertata e strutturale. Nel 2022 a Castione della Presolana, per esempio, è rimasto un solo medico di assistenza primaria per 3.400 abitanti, che salgono a 35.000 se si considerano i turisti presenti in alcuni mesi dell’anno. Si registrano segnali importanti di innovazione, rappresentati dalla diffusione di pratiche associative dei medici di base che nel territorio bergamasco e della Valle Seriana, in particolare, registrano adesioni assai significative.
Il settore sociale è particolarmente presente e attivo in Valle, anche nelle zone più marginali, ma è stato duramente colpito dalla pandemia, sia come allargamento dell’utenza potenziale, sia come sostenibilità economica per le imprese della cooperazione sociale in una situazione che ha comportato pesanti riduzioni dei fatturati. Dal Piano di Zona dell’Ambito 9 (2022), in totale sono presenti 232 associazioni, segnale anche di un forte senso di comunità.
Con le risorse del PNRR saranno, infine, finanziati due progetti di welfare: “Piasa” (Piano per un ambiente sociale accogliente), un’iniziativa di inclusione per gli anziani, grazie al quale verranno creati luoghi d’incontro con finalità d’integrazione e assistenza sociale; “Il centro al centro” che prevede la promozione di centri diurni per disabili come luoghi di comunità.
Si segnala, inoltre, la scarsa accessibilità digitale dell’area, soprattutto nei territori più periferici (Openpolis, 2021). Ciò rende difficile immaginare servizi telematici, a sostituzione o in integrazione a quelli tradizionali (come la telemedicina).
L’indice di mobilità in uscita (fig. 35) misura il dinamismo di un territorio attraverso la percentuale di persone che si spostano quotidianamente per motivi di studio e di lavoro rispetto alla popolazione del comune di età compresa tra i 6 e i 64 anni (dall’inizio della scuola dell’obbligo fino all’età del pensionamento). È importante notare che per alcuni comuni (Clusone, Cerete, Cazzano Sant’Andrea e Cene) i dati non sono disponibili. In generale è possibile osservare che tutti i comuni della bassa Valle, in particolare quelli che possono essere considerati Cintura di Bergamo e in cui si concentra la maggior parte dei servizi, hanno indici di mobilità interna molto elevati, che si riducono progressivamente allontanandosi dal fondovalle, verso le valli laterali e nelle aree a nord. Con riferimento alla mobilità in uscita, i valori più elevati si riscontrano nella media valle, nei comuni privi di servizi essenziali, come Oltressenda Alta, Premolo, Oneta, Colzate, Songavazzo e Aviatico.
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Un’analisi più approfondita della matrice Origine e Destinazione (O/D) della Regione Lombardia (2020) (fig. 36), che misura il numero di spostamenti delle persone di età maggiore di 14 anni, permette di capire i motivi e i mezzi prevalenti degli spostamenti, oltre che le maggiori dinamiche di mobilità. Nel panorama delle 14 aree lombarde, l’area Valle Seriana e la Val di Scalve si caratterizza per una percentuale di flussi interni abbastanza elevata (auto-contenimento), a fronte di una limitata quantità di flussi in uscita e, soprattutto, in entrata.
leaderboard Figura 39a. Flussi in entrata per motivo di spostamento
leaderboard Figura 39b. Flussi in uscita per motivo di spostamento
leaderboard Figura 39c. Flussi interni per motivo di spostamento
Con riferimento al motivo dello spostamento (fig. 37), in quasi tutte le aree risulta prevalente il motivo occasionale, seguito dal lavoro, mentre sono generalmente di lieve entità i flussi per motivi di studio o di affari. Gli spostamenti per motivi occasionali sono effettuati per impegni legati ad attività quali acquisti, commissioni, accompagnamento. Le percentuali dei motivi degli spostamenti suggeriscono la presenza in Valle Seriana e Val di Scalve di lavoratori, che si muovono all’interno dell’area per raggiungere il posto di lavoro, ma anche la necessità di muoversi per raggiungere i servizi, concentrati in poche località.
Considerati i motivi e la distribuzione degli spostamenti è possibile affermare che in Valle Seriana e Val di Scalve, per quanto riguarda gli spostamenti interni, il motivo prevalente è rappresentato dai motivi occasionali, sottolineando quindi una polarizzazione interna all’area che obbliga gli abitanti di alcuni comuni a spostarsi per raggiungere i servizi, prevalentemente localizzati nel fondovalle; per quanto riguarda, invece, i flussi in entrata e in uscita il motivo prevalente è legato al lavoro, suggerendo che l’area si comporti sia come attrattore, sia come generatore di flussi a una scala sovralocale. Se si osserva il dettaglio dei comuni attrattori e generatori di flussi di mobilità (fig. 38) è evidente il ruolo di polo dei comuni della bassa valle: Alzano Lombardo, Nembro e Albino, che riportano i valori più elevati per i flussi interni, per i flussi in entrata e per quelli in uscita, come anche quello di Clusone per i comuni dell’alta Valle.
Il Trasporto Pubblico Locale (TPL) presenta situazioni molto diverse in Valle Seriana e in Val di Scalve. In Valle Seriana è presente sia il trasporto su ferro, nella parte sud della valle, sia quello su gomma, mentre in Val di Scalve è presente solo l’offerta di trasporto su gomma (fig. 39). Il trasporto su ferro è localizzato nel fondovalle nella parte sud, lungo una linea di Tram veloce (TEB) che collega Bergamo ad Albino, costruita sul sedime dell’ex ferrovia della Valle Seriana. Il TEB è entrato in funzione nel 2009. Il trasporto su gomma si articola lungo il fondovalle, con alcune diramazioni per raggiungere i comuni posizionati nelle valli laterali, come Aviatico, Oneta, Leffe, Peia. Ponte Nossa, in media Valle, rappresenta un recapito importante per il TPL. Da questo punto, la linea si sdoppia: verso ovest per raggiungere Valbondione passando per Ardesio, Oltressenda Alta, Gromo, Valgoglio e Gandellino; verso est per raggiugere la Val di Scalve (Colere, Azzone, Vilminore di Scalve e Schilpario) e da qui la Valcamonica. Il servizio è gestito dalla ditta SAB-Arriva.
Sul territorio si è poi investito molto sulla ciclabilità, non solo con la realizzazione della ciclabile che costeggia il fiume Serio, la “BiGiClo”, un percorso di 31 km che collega Ranica a Clusone e che funziona in sinergia con il tram, sul quale è possibile caricare quattro biciclette, ma anche con progettualità più recenti, come la prosecuzione da Clusone a Valbondione, da un alto, e la Conca della Presolana, dall’altro, per un totale di 70 km, il progetto “Ciclovia delle Cinque Terre della Val Gandino” che beneficia di finanziamenti regionali (bando Itinerari), o ancora il collegamento intervallivo tra Roncobello e Ardesio, ovvero tra Valle Seriana e Valle Brembana, una pista agro-silvo-pastorale che costituisce un progetto prioritario per il PTRA “Valli Alpine” (si veda sotto) perché intende favorire lo sviluppo turistico del territorio e la fruizione di luoghi di importante rilevanza paesistica e naturalistica; l’accesso ai fondi, la continuità, il mantenimento e il nuovo avviamento delle attività agricole e forestali della zona; la conservazione del territorio e le attività di taglio e manutenzione boschive. Non da ultimo questo collegamento avrebbe una valenza in termini di pianificazione di emergenza, a supporto degli interventi di Protezione Civile per evitare isolamenti, ancorché temporanei, negli ambiti montani. Un’ultima esperienza che merita di essere menzionata è il progetto “E-Bike Experience” (2019), una rete di noleggio di biciclette elettriche lungo i percorsi ciclabili della Valle Seriana e della Val di Scalve promossa da “Promoserio” con la collaborazione della Fondazione “ITS Mobilità Sostenibile”. Tale iniziativa è il frutto della sperimentazione del progetto europeo CESBA ALPS nel territorio della Valle Seriana, che ha visto una proficua collaborazione tra Enti e istituzioni locali e ha permesso un attento confronto sui temi di maggior interesse per il territorio (turismo, mobilità sostenibile e risparmio energetico).
Economie
Economia e le specializzazioni produttive
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L’Area della Valle Seriana e Val di Scalve ospita un totale di 33.645 addetti (ASIA, 2019), pari al 23% degli abitanti dell’area (ISTAT 2019). L’attività manifatturiera, storicamente legata al fiume, si concentra nella bassa Valle per le maggiori estensioni e le migliori condizioni di accessibilità, ma è presente anche in Valle Gandino e nell’altipiano di Selvino-Aviatico, più periferici. La meccanica rappresenta il settore distintivo della specializzazione economica di questa area produttiva. La tradizione industriale fa parte dell’identità di questo territorio. In Valle Seriana è presente il distretto tessile, sviluppatosi dall’Ottocento (storicamente denominata “La Valle d’oro”), che comprende i comuni di Albino, Cene, Vertova, Fiorano al Serio, Casnigo, Leffe, Peia, Gandino e Ponte Nossa. La Val Gandino, in particolare, è luogo storico di localizzazione di attività legate alla lavorazione della lana. Il settore ha vissuto una profonda crisi dagli anni Ottanta e fino a metà degli anni 2000. Diverse aziende hanno cessato l’attività e numerosi sono stati i licenziamenti o le casse integrazioni, soprattutto fra addette di età già relativamente avanzata, difficilmente ricollocabili. Alcune imprese, come la RadiciGroup, fondata nel 1941 e oggi con 30 stabilimenti nel mondo, hanno nel tempo diversificato la propria produzione e investito in innovazione, riuscendo così a diventare leader del settore e a internazionalizzare. Ma l’industria locale non è solo tessile. Ad Alzano Lombardo hanno sede diverse cartiere, fra cui la Pigna, la cui area dismessa è oggi in corso di riqualificazione. Nel 1864 a Scanzo è sorta la Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica, la progenitrice dell’Italcementi. In molti casi, la classe imprenditoriale ha investito sul territorio e nei servizi di welfare aziendale, per migliorare le condizioni di vita degli abitanti. Presenti, ad esempio, diversi villaggi operai, oggi però in abbandono. Più recentemente (2018) è stato elaborato “Beatrice”, un progetto di welfare territoriale promosso dall’Ambito Territoriale delle politiche sociali dei comuni della Valle Seriana e sviluppato all’interno dei Piani Territoriali di conciliazione finanziati dalla Regione Lombardia. Tra i partner, sono presenti tutti i comuni delle Valli Seriana e di Scalve, diverse aziende del territorio (Persico Group, Sitip Spa, Fondazione Sant’Andrea RSA, Fondazione Honegger RSA, Acerbis Italia Spa, Modulor Progetti Srl, P.Plast Srl) e la Provincia di Bergamo. Il progetto si concretizza in una piattaforma online nella quale le aziende aderenti costituiscono una rete e possono personalizzare l’offerta di servizi di welfare per i propri dipendenti. La Val di Scalve, invece, è storicamente legata all’attività estrattiva e alcune miniere dismesse sono state recuperate e ora hanno una funzione museale (Schilpario). Il passato produttivo è testimoniato dalla presenza di importanti siti di archeologia industriale, come il cementificio Pesenti di Alzano Lombardo, il cotonificio Honegger-Spoerry di Albino e il Cotonificio Valle Seriana di Cene. In vista dell’Expo 2015, la Provincia di Bergamo nel settembre 2011 ha firmato un Protocollo per avviare il recupero del cementificio di Alzano: 30 milioni di euro il costo previsto. Nel 2018 Regione Lombardia ha aderito all’Accordo di programma finalizzato alla realizzazione della “Fabbrica dei nuovi imprenditori” per trasformare l’ex stabilimento produttivo in un polo per la formazione terziaria di scala sovralocale. Si parla di un piano di recupero da 40 milioni di euro, in sei fasi. Sempre ad Alzano la trasformazione dell’opificio Italcementi ha dato vita nel 2009 ad Alt – Arte, lavoro e territorio, spazio per l’arte contemporanea. A Ponte Nossa nel 2004 ha chiuso il Cotonificio Cantoni. La storia del “dopo chiusura” si lega alla nascita della STU (Società di Trasformazione Urbana) “Ponte Nossa Kilometro Verde”, che arriva a indire un bando europeo per il recupero dell’area, senza però ottenere adesioni. Nel 2019 con un piano attuativo si decide che l’enorme complesso (un’area di oltre 75.000 mq, di cui oltre 33.000 mq coperti) torni a ospitare attività industriali, fra cui le imprese Officine Meccaniche di Ponte Nossa, Cantoni Itc, Ster spa e Sides srl. Le maggiori aziende del territorio denotano la varietà settoriale e produttiva: la Fassi spa (gru); il maglificio Gipsy; la Green energy di Scame Parre; Acerbis di Albino (abbigliamento sportivo); Ktm Italia; Salumi Bortolotti; PBG Trading (parquet) di Clusone; Sinergia di Onore; Vemec di Ardesio; Comelit di Rovetta (videocitofonia); Fas Pendezza di Villa d’Ogna (bigliardino); Moreschi di Vilminore di Scalve (laser); EffeDi Meccanotek, con sede a Pezzolo di Vilminore di Scalve (meccanica di precisione), che ha dato vita a un consorzio di dieci piccole imprese per l’internazionalizzazione; Essenza (pronto-moda), con sede a Cerete; Punto Azzurro, sede a Rovetta (indumenti per il recupero muscolare); Graphicscalve di Vilminore di Scalve, specializzata nei servizi di arti grafiche per stampa roto offset; ML Engraving di Onore (texture laser 3D); Scame di Parre. Accanto alla necessità di innovare e competere in un contesto globale, le imprese industriali locali segnalano la necessità di migliorare i livelli di istruzione e formazione (il livello di scolarizzazione è basso, inferiore alla media nazionale) per poter aumentare il valore aggiunto della produzione, così come la necessità di investire in opere infrastrutturali e interventi di rigenerazione urbana dei molti siti dismessi. Infatti, accanto a fenomeni di abbandono, emerge anche la necessità di nuovi spazi per nuove produzioni. Ci sono, tuttavia, anche esternalità negative connesse con la forte presenza industriale, come fenomeni di inquinamento di acqua e aria, dovuti anche ai flussi di pendolarismo dei lavoratori.
leaderboard Figura 40a. Percentuale addetti settore manifatturiero
leaderboard Figura 40b. Percentuale addetti settore trasporto e magazzinaggio
leaderboard Figura 40c. Percentuale addetti settore alloggi, ristorazione, sport e leisure
L’agricoltura, che si concentra nelle quote più elevate dei versanti e nei pascoli di quota, è legata alla zootecnica bovina e ovina da latte. Si tratta di un settore tutt’altro che marginale, che può contare su un tessuto di aziende agricole di una certa consistenza e solidità, in cui si segnalano positivi processi di avvicendamento generazionale e la presenza di aziende agricole multifunzionali. L’attività agricola è stata preservata soprattutto nei versanti di media montagna, come agricoltura di prossimità. La coltivazione di mais spinato, risalente al 1632 e usato per la polenta, è stata ripresa, specialmente a Gandino, primo luogo dove si è coltivato il mais in Lombardia. Sull’altopiano di Rovetta, invece, è coltivato il “mais rostrato rosso Giovanni Marinoni”. In alcune zone è stato (re)introdotto il castagno, insieme alla coltivazione di piccoli frutti. Consolidata è anche la tradizione forestale che sconta problemi di innovazione e ricambio generazionale, nonostante la sua rilevanza nella manutenzione del territorio e nella valorizzazione turistica.
Oggi il turismo assume prevalentemente i caratteri dell’attività escursionistica ma è in crescita, come mostrano i dati occupazionali. Molto numerose le seconde case, anche se spesso non occupate. Tuttavia, alcuni centri, come Clusone o Castione della Presolana, aumentano la propria popolazione di 4/5 volte nel periodo turistico. A Castione della Presolana sono presenti impianti di risalita legati al turismo della neve. A riguardo, si segnalano due esperienze di sostegno alle località sciistiche: il “Patto Territoriale per la Val di Scalve - Olimpiadi 2026” sottoscritto da Comunità Montana Val di Scalve, i quattro comuni che ne fanno parte e Regione Lombardia, con investimenti per 24,9 mln di euro, finalizzato alla riqualificazione del comprensorio sciistico Colere 2200, oltre che a interventi volti alla destagionalizzazione del turismo attraverso la creazione di un ostello (riconversione Centro civico), la riqualificazione del palazzetto dello sport per il pattinaggio e di un campo da calcio con anche la creazione di un parcheggio interrato; l’Accordo di Programma per il rilancio e lo sviluppo della stazione sciistica del Monte Pora (non ancora sottoscritto). L’industria alberghiera è, infine, di modesta entità e qualità. Dall’analisi svolta nel “Piano di Sviluppo Turistico” di Promoserio (vedi oltre) è risultato che l’offerta ricettiva delle Valli Seriana e di Scalve, riferita all’anno 2017, è costituita da 233 strutture, suddivise fra il settore alberghiero (64) e quello extralberghiero (169), che comprende campeggi, agriturismi, B&B, affittacamere, foresterie, locande, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, ostelli e rifugi con ricettività. Dai dati è evidente come l’intero settore extralberghiero costituisca la fetta maggiore dell’intero comparto ricettivo, al quale vanno sommate anche le strutture presenti sul portale Airbnb, specialmente in alta Valle. Per stimolare la capacità nel fare rete, importante il lavoro di:
- “Promoserio”, l’agenzia di sviluppo locale che si occupa della promozione e comunicazione turistica della Valle Seriana e della Val di Scalve. L’associazione, nata nel 2010, gestisce l’ufficio Infopoint della Valseriana e della Val di Scalve e ha elaborato uno specifico “Piano di Sviluppo Turistico” (2019).
- “OrobieStyle”, un’associazione di imprenditori nata per coordinare, condividere e promuovere un progetto turistico per la rinascita delle Orobie, stimolando i processi più all’avanguardia, puntando sulla formazione degli operatori e promuovendo esperienze all’insegna dello sviluppo sostenibile del territorio.
- il ruolo di indirizzo e coordinamento della Provincia di Bergamo che ha lanciato il progetto “SMART OROBIE” per potenziare lo sviluppo turistico delle Orobie bergamasche. Numerose le azioni proposte: l’adeguamento di rifugi, baite e strutture ricettive per accogliere i “nomadi digitali” (con servizi di banda larga, connessione satellitare, postazioni di lavoro per lo smart working, spazi di co-living), la valorizzazione di itinerari escursionistici e cicloturistici, il coinvolgimento dei giovani e della comunità locale, la formazione degli operatori del settore dell’accoglienza e della ristorazione. Si segnala, inoltre, il progetto di turismo diffuso “Ospitar”, promosso dalla Società Benefit di Trento Community Building Solutions, a cui nel 2023 ha aderito il comune di Clusone. L’obiettivo del progetto è quello di recuperare e riqualificare a fini turistici l’enorme patrimonio di seconde case, lasciate sfitte, sottoutilizzate o spesso abbandonate.
Il commercio, infine, si concentra prevalentemente nel fondovalle, mentre nei centri di alta Valle è in sofferenza, con veri e propri processi di desertificazione commerciale. È per intervenire in questo ambito che sono stati avviati due progetti: i “Distretti del Commercio”, che hanno l’obiettivo di incentivare e innovare il commercio di prossimità, favorendo l’equilibrio fra i vari format commerciali e il rafforzamento dell’identità dei luoghi, e “Una montagna di botteghe”, progetto locale promosso dai GAL Garda Valsabbia 2020, Val Seriana e dei Laghi Bergamaschi, Valle Brembana 2020 che focalizza la propria attenzione sulle attività commerciali dei piccoli paesi, intese non più come semplici punti di acquisto di beni, ma luoghi di incontro e di socialità. La costruzione della rete prevede anche di migliorare il collegamento tra le botteghe di montagna e le filiere produttive locali, i prodotti tipici e il turismo rurale, ma anche implementare le relazioni tra i conduttori e le istituzioni coinvolte nel progetto (Comunità Montane, Parchi, oltre alla stessa Regione).
Un approfondimento specifico merita, infine, il Piano Territoriale Regionale d’Area “Valli Alpine” (approvato nel 2015), che comprende anche l’area Valle Seriana e Val di Scalve. Si tratta di uno strumento di programmazione regionale per lo sviluppo di alcuni ambiti territoriali, quale occasione di promozione della competitività regionale e di riequilibrio del territorio. Il PTRA è lo strumento di governance territoriale che permette di attuare un’efficace sinergia tra le strategie di sviluppo economico, sociale e di salvaguardia della sostenibilità ambientale del territorio coinvolto, al fine di armonizzare politiche, programmi e progetti. A partire dall’obiettivo generale “Opportunità per uno sviluppo economico sostenibile e compatibile con i territori montani” le scelte di piano per l’ambito specifico si articolano nei seguenti tre obiettivi integrati tra loro:
- valorizzare l’identità locale: riqualificazione, riuso e recupero dei nuclei storici e degli edifici rurali esistenti; valorizzazione di una rete prioritaria intervalliva di livello regionale di sentieristica e mobilità dolce; valorizzazione degli elementi paesaggistici, esemplari di un ecosistema integrato, costituito da aspetti naturali e culturali, che rappresentano l’identità del territorio; valorizzazione del capitale umano e miglioramento dell’offerta formativa
- promuovere un nuovo modello di sviluppo basato sul turismo di qualità: marketing territoriale; potenziamento delle strutture di accoglienza diffusa per un turismo sostenibile e non invasivo; valorizzazione delle filiere produttive tradizionali locali; promozione di tecnologie per la riduzione del digital-divide
- promuovere nuovi modelli insediativi per economizzare l’uso del suolo: supporto agli enti locali per un modello economico delle attività immobiliari che ottimizzi la risorsa delle seconde case; promozione dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati; promozione di strumenti per un uso razionale della risorsa suolo; riconoscimento di ambiti di valenza strategica per il miglioramento della difesa del suolo al fine di promuovere la manutenzione diffusa del territorio. Per quanto riguarda le strategie per lo sviluppo delle Valli Prealpine, l’area beneficia, in particolare, della strategia “Ambiente O.R.O.B.I.E. - Ospitalità, Ricettività, Orizzonti, Boschi, Itinerari, Escursioni” per un totale di contributi assegnati da Regione Lombardia pari a 1.290.000 euro e della strategia “Valle Seriana attrattiva e sostenibile” per un totale di contributi concessi da Regione Lombardia pari a 2.979.756,22 euro.
Governance
Gli attori, la governance e le politiche pubbliche
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Guardando alla frammentazione della governance pubblica sovra-locale, la Valle Seriana e Val di Scalve appare in una posizione complessivamente favorevole. Ci sono diversi enti e istituzioni che gestiscono i servizi sul territorio: la Provincia, gli Uffici Scolastici Territoriali, l’Azienda di Tutela della Salute, l’Ambito Territoriale Ottimale, i Parchi Regionali, le Comunità Montane, l’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale, le Camere di Commercio.
L’area della Valle Seriana e Val di Scalve rientra nel territorio della Provincia di Bergamo, cui fanno capo l’Ambito Territoriale Ottimale per la Gestione delle Acque, l’Ufficio Scolastico Territoriale, l’Agenzia di gestione del TPL, la Camera di Commercio. L’area fa capo all’ATS di Bergamo per la gestione dei servizi sanitari e sociali. L’area corrisponde al territorio di due Comunità Montane: la Comunità Montana della Valle Seriana e quella della Val di Scalve, a nord-est. Nell’area si trovano anche il Parco delle Orobie Bergamasche a nord e il Parco dei Colli di Bergamo a sud-ovest, nel comune di Ranica.
Sono state poi valutate la dotazione di organico
Per quanto riguarda la localizzazione delle sedi della governance, la dimensione e la capacità amministrativa (fig. 41), si evidenzia che le sedi amministrative dei diversi organi di governance sono prevalentemente posizionate nei capoluoghi di Provincia. In Valle Seriana e Val di Scalve le rispettive Comunità Montane hanno sede a Clusone e a Vilminore di Scalve. Da un punto di vista della dotazione di organico, sono 14 gli impiegati per la Valle Seriana e 11 per la Val di Scalve.
Infine, il numero di Unioni e Fusioni tra comuni rappresenta la misura della capacità di cooperazione tra gli enti locali. Nell’area della Valle Seriana e Val di Scalve si segnala la piccola Unione di comuni dell’Asta del Serio, mentre altre due esperienze sono poste in prossimità del perimetro dell’area: la Media Valle Cavallina a sud e gli Antichi Borghi di Vallecamonica a est. Sul territorio operano tre Gruppi di Azione Locale (GAL): il GAL Val Seriana e dei Laghi Bergamaschi che riguarda buona parte dei comuni; il GAL Valle Brembana 2020 che interessa alcuni territori a ovest; infine, il GAL dei Colli di Bergamo e del Canto Alto che coinvolge un solo comune nell’area, quello più meridionale (Ranica).
Infine, un’ulteriore misura della capacità di cooperazione alla scala dell’area è lo stato della pianificazione energetica e per il clima. In Valle Seriana e Val di Scalve quasi tutti i comuni (93%) sono dotati di Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES); solo Alzano Lombardo, invece, è dotato del successivo Piano di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC) (fig. 42). Ardesio, Leffe e Schilpario sono gli unici comuni che ancora non hanno attivato il processo di pianificazione. Nella valle non ci sono, infine, casi di pianificazione intercomunale.
Prospettive
Dove va l'area Valle Seriana e la Val di Scalve? Tre temi verso l’agenda strategica
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7.0.1 Polarizzazione: metromontagna a sud e vallate marginali a nord
L’area della Valle Seriana e Val di Scalve è una realtà molto articolata e conosce una doppia differenziazione: tra bassa e alta Valle; tra alta Valle e Val di Scalve. La bassa Valle è un contesto pianeggiante, fortemente urbanizzato, attrezzato e industrializzato che, di fatto, appartiene alla cintura del capoluogo e che, grazie alla rapida connessione con Bergamo assicurata dalla tramvia veloce fino ad Albino e dalla ciclabile, può essere ricondotta al concetto di “metromontagna”
In una prospettiva di sviluppo, oltre a lavorare in un’ottica di maggiore cooperazione, è importante riflettere sulla riforma del sistema sanitario territoriale, pesantemente impattato dalla pandemia e oggi critico in molti territori dell’alta Valle. Per quanto riguarda, invece, il sistema scolastico, ancora abbastanza distribuito sul territorio, è importante ragionare sulla qualità dei servizi offerti, oltre a un potenziamento dell’offerta 0-6 in alta Valle, in ottica di attrazione delle giovani famiglie, e sull’ampliamento delle opportunità ricreative, sportive, culturali e formative per i giovani, anche fuori dall’orario scolastico.
7.0.2 Sistema economico: ripensare gli spazi per nuove forme di produzione e di turismo
La Valle Seriana e la Val di Scalve sono storicamente territori manifatturieri, dove le specializzazioni legate all’estrazione, alla meccanica e al tessile hanno conosciuto uno sviluppo importante nel XX secolo, garantendo un diffuso benessere. La crisi di questi settori è però di vecchia data e ha lasciato sul territorio non solo situazioni socioeconomiche di difficoltà, soprattutto per alcuni strati della popolazione (come le donne), ma anche spazi abbandonati, le cui architetture sono in alcuni casi riconosciute come importanti monumenti di archeologia industriale. Al contempo, mentre alcune industrie sono riuscite ad adeguarsi alle nuove dinamiche del mercato, grazie a processi di internazionalizzazione e innovazione, altre produzioni emergono, richiedendo spazi – anche estesi – di nuova concezione. La necessità di rigenerazione urbana si accompagna a una necessaria riqualificazione e formazione del capitale umano, che potrebbe ridurre anche i non bassi valori di disoccupazione giovanile e attrarre nuove figure professionali, interessate anche a innovative forme di welfare aziendale già in sperimentazione.
Il commercio conosce un processo di profonda polarizzazione, con l’accentramento nei fondivalle e nella bassa Valle e una progressiva desertificazione nei borghi di montagna dove a venir meno non è solo l’attività economica, ma anche un punto di riferimento e incontro per la comunità. È in quest’ottica che si sta intervenendo per sostenere le piccole botteghe, anche in chiave di prossimità e multifunzionalità.
L’agricoltura è diffusa soprattutto in media e alta Valle, soprattutto nella forma della coltivazione cerealicola di pregio (mais) e nella zootecnia. La silvicoltura è un’attività importante, anche in un’ottica di manutenzione dei sentieri a fini turistici.
Il turismo si concentra prevalentemente nei luoghi di maggiore pregio paesaggistico (escursionismo) o in quelli attrezzati per lo sci. Il turismo della neve è tuttavia in crisi, soprattutto per l’effetto della concorrenza con altre località più attrattive. Il settore alberghiero è di modesta entità e qualità. Le seconde case sono numerose ma spesso inutilizzate – come evidenziano anche i dati di Airbnb; per questo alcuni comuni, come Clusone, stanno cercando di promuovere forme di ospitalità diffusa per accogliere un turismo più lento e destagionalizzato, interessato al patrimonio storico-culturale, ambientale ed enogastronomico. Sempre in quest’ottica altri progetti puntano a potenziare i percorsi ciclabili.
7.0.3 Un vasto patrimonio storico-culturale e ambientale da valorizzare e mettere a sistema lungo alcuni corridoi
Nonostante la forte polarizzazione tra alta e bassa Valle, per l’ampia articolazione del territorio e la lunga storia dei suoi insediamenti, è interessante notare come ogni ambito si caratterizzi per una ricchezza di risorse dal valore storico-culturale e ambientale, ciascuno con le sue specificità, da mettere in valore. Nei comuni a sud numerosi sono i beni vincolati, i musei e gli esempi di archeologia industriale, in alcuni casi già riattivati, come ad Alzano (ex Italcementi). Nonostante la forte industrializzazione e urbanizzazione valliva, che comportano anche problematiche legate all’inquinamento, non mancano risorse ambientali preservate o recuperate, come il PLIS Naturalserio e l’area prioritaria per la biodiversità dei monti Misma, Pranzà e Altino.
La media e alta Valle si caratterizzano per contesti ecologico-ambientali di pregio: dal PLIS del Monte Varro a est, al Parco delle Orobie Bergamasche, che connette l’area con la Valle Brembana a ovest. Laddove l’altimetria aumenta compaiono anche alpeggi e malghe, in parte preservate e valorizzate da alcuni progetti, come “Smart Orobie”. I borghi ospitano beni vincolati e alcuni comuni, anche periferici come Gromo, sono insigniti della bandiera Arancione dal Touring Club Italiano o sono parte dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” (Clusone). In Val di Scalve le miniere abbandonate sono state recuperate a fini museali.
Questo vasto patrimonio rappresenta sicuramente una risorsa importante per incentivare l’attrattività turistica, oltre che per fornire servizi ecosistemi e occasioni di svago alla popolazione locale, ma necessita di visioni unitarie e coerenti che riconoscano sistemi territoriali più vasti, in particolare lungo alcuni percorsi ciclabili – esistenti e molto frequentati, come quello sviluppato lungo l’ex ferrovia fino a Clusone, o da implementare – e vie d’acqua. Il fiume Serio, in particolare, rappresenta un corridoio ecologico primario; è un sistema da cui muovere per interventi di riorganizzazione territoriale, che connette (anche fisicamente con percorsi ciclo-pedonali) spazi pubblici urbani, aree agricole da preservare, parti di territorio di notevole interesse ambientale e paesaggistico da salvaguardare.
- Comunità Montava Valle Seriana, GAL Val Seriana e dei Laghi bergamaschi (2021), Per un documento di candidatura della Valle Seriana alla seconda stagione della Strategia Nazionale Aree Interne.
- Associazione Family (2022), Dinamiche e prospettive demografiche nel territorio della Comunità Montana Valle Seriana.
- Centro Studi sul Territorio-DiathesisLab dell’Università degli Studi di Bergamo (2017), Il sistema scolastico della Valle Seriana nella prospettiva dei Piani di Zona.
- SPACELAB: Laboratori di comunità educante ed inclusiva (2019), Comunità educante e povertà educativa: un contributo per la definizione dei Piani di Zona.
- I dati sulla dotazione di organico sono stati reperiti dai bilanci dei diversi enti; non vi sono indicazioni per la dimensione organica degli enti di gestione dei Parchi Regionali.
- Barbera F., De Rossi A. (a cura di) (2021), Metromontagna. Un progetto per riabitare l’Italia, Donzelli, Roma.