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L'agenda strategica dell'area dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano

gavel 47 comuni

groups_2 131.522 abitanti

Chiusura documento: 12/09/2024

Indice sezioni:

Le aree interne lombarde costituiscono un mosaico territoriale fatto di diversità produttiva, culturale, sociale, ambientale, paesaggistica. La forte diversificazione produttiva, in particolare, è uno dei fattori che ne qualifica la diversità territoriale: nelle aree interne lombarde si praticano, nello spazio di pochi chilometri, l’agricoltura di montagna, l’artigianato e la manifattura, la ricreazione ed il turismo.

Oggi queste aree si trovano di fronte a una varietà di punti di rottura, che segnalano la necessità di ripensare e ri-orientare la propria traiettoria in direzione di un futuro più desiderabile perché più giusto e sostenibile, e quindi più abitabile. Crisi correnti, crescenti e fra loro intimamente connesse, quali quelle che manifestano l’avanzare del cambiamento climatico – la siccità o lo scioglimento dei ghiacciai alpini - oppure quelle che manifestano la crisi del modello di sviluppo ereditato – lo spopolamento di alcune porzioni del territorio o il declino di alcuni settori produttivi - indicano la necessità per gli attori locali di riconoscere tali punti di rottura, e di renderli oggetto di intervento e soprattutto di progetto.

Tale progetto, per rivelarsi efficace, non può che muovere dal riconoscimento della diversità di ogni territorio. Diversità che va difesa, sviluppata e proiettata nel futuro in alternativa a qualsiasi monocultura economica e territoriale che, come tale, in un mondo sempre più interdipendente è fonte di rischi crescenti. Pur in un quadro difficile, ogni territorio può e deve cercare il proprio percorso, che non sia il replicare modelli altri e che definisca le condizioni e le forme di una prosperità possibile.

Le aree interne lombarde continuano, in gran parte, a essere capaci di trattenere quote significative di popolazione. Tuttavia, sappiamo che al loro interno questa va polarizzandosi, nelle valli come nei centri maggiori. Per correggere questi squilibri e migliorare le condizioni concrete di abitabilità sia per chi già ci vive – e in particolare i più fragili - sia fra chi vorrebbe poterci vivere è sempre più necessaria una diversa organizzazione territoriale. Questo significa operare – soprattutto attraverso una nuova politica dei servizi e della casa - per stabilizzare, se non aumentare, la popolazione dove ve ne siano condizioni e possibilità, ed egualmente progettare nel tempo medio un futuro e delle vocazioni diversi dove tali condizioni e possibilità non sono presenti.

Le aree interne lombarde sono innervate da saperi e conoscenze diffusi, alcuni ancora vitali, alcuni in declino e altri ancora da creare e far rinascere perché necessari per il futuro. Questi saperi sono di frequente diffusi e riprodotti da importanti istituti di formazione e istruzione, altre volte da altri attori locali e dal sistema sociale nel suo complesso. Tuttavia, tali saperi e tali conoscenze non riescono ad arrivare all’insieme della popolazione, determinando così l’esclusione di alcuni gruppi sociali, né sono sempre sufficienti a rispondere alle aspettative delle giovani generazioni che si trovano a non poter proseguire in queste aree i propri progetti di vita, sia che vi siano nati sia che vogliano venire da altrove.

Le aree interne lombarde sono attraversate da una straordinaria biodiversità senza la quale gli equilibri ambientali dell’intera regione sarebbero ancora più precari, e il suo futuro ancora più a rischio. Come ancora più precaria sarebbe sia la capacità del suo territorio di contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico sia quella di adattarvisi. La scelta della tutela della biodiversità impone, come proposto dalla Commissione Europea, un “necessario cambiamento radicale” che non è più rinviabile. E che vede le aree interne lombarde in una posizione di forza rispetto alle aree urbane, ma anche di fragilità, se non le si dedicano la cura e l’attenzione sempre più necessarie.

Per conseguire questo futuro più desiderabile non basteranno le azioni locali alla scala di ogni singola area. Pur nella loro diversità, tali aree dovranno imparare a parlarsi e cooperare. Come dovranno ridefinire il proprio rapporto con le grandi aree urbane della regione, non per replicarne i modelli, ma per costruire una nuova relazione, fondata su una nuova interdipendenza. Inoltre, politiche pubbliche a tutti le scale, da quelle delle aree metropolitane a quelle nazionali, dovranno trasformarsi ed evolvere, sia per ridurre drasticamente i loro impatti negativi sulla traiettoria di queste aree, sia per lasciare che sviluppino, viceversa, le loro potenzialità. In questo quadro pur complesso, gli attori locali possono giocare un ruolo decisivo, e la costruzione di una strategia territoriale è da questo punto di vista un’occasione preziosa. Senza una più forte cooperazione fra tali attori ed una più forte integrazione delle politiche e dei progetti tale promessa rimarrà tuttavia disattesa: le aspettative delle nuove generazioni come lo spopolamento, la biodiversità come gli impatti del cambiamento climatico, non conoscono né tollerano confini comunali.

Questa agenda è stata redatta sulla base di una varietà di operazioni di ricerca - in particolare la redazione del ritratto territoriale a cura del gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano - e di quanto emerso dai due workshop con gli attori locali. I due incontri sono stati realizzati in collaborazione tra il gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano e gli uffici regionali. Il primo incontro – svoltosi a Marone il 25 maggio 2023 - ha avuto come obiettivo quello di una migliore definizione dei problemi, delle risorse e delle politiche e iniziative in corso nella Area. Il secondo incontro – svoltosi a Lovere il 7 giugno 2023 - ha avuto come obiettivo quello della individuazione di obiettivi e progetti della futura strategia. Coerentemente, il testo è organizzato in due parti: la prima presenta la traiettoria attuale dell’area e i rischi verso i quali la valle va incontro in assenza di nuovi e diversi interventi, la seconda presenta invece la traiettoria desiderabile articolata in tre possibili corsi d’azione per conseguirla.

L’agenda intende quindi restituire a chi opera sul territorio una visione possibile e alcuni modi per realizzarla. Si tratta di uno testo aperto, non esaustivo, che intende proporsi come strumento per il prosieguo del percorso di elaborazione della strategia d’area da parte degli attori locali.

La traiettoria attuale

Indice sottosezioni:

1.1 Problemi, risorse locali, rischi esogeni ed endogeni

L’area del Sebino Bresciano e dei Laghi Bergamaschi insiste su un territorio molto vasto che comprende 47 comuni, 9 in provincia di Brescia e i restanti 38 in provincia di Bergamo. I due ambiti territoriali presentano situazioni molto differenziate sia per le caratteristiche orografiche del territorio che per quelle socio-economiche. I 38 comuni della provincia di Bergamo fanno capo alla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, nata nel 2009 dalla fusione di tre comunità montane (Monte Bronzone e Basso Sebino, Alto Sebino e Val Cavallina) i cui ambiti sono ancora ben visibili e rilevanti nelle pratiche d’uso del territorio, mentre i 9 comuni della Provincia di Brescia costituiscono la Comunità Montana del Sebino Bresciano.

Gli esiti delle analisi realizzate evidenziano che, mentre i comuni della bassa Val Cavallina riportano dati molto positivi per gli aspetti demografici e socioeconomici, i comuni di Fonteno (in alto Sebino), Vigolo e Parzanica (basso Sebino), Gaverina Terme (Val Cavallina) e Zone nel Sebino Bresciano riportano invece una sofferenza abbastanza importante sia su aspetti socioeconomici sia sulla disponibilità dei servizi, risultando così marginali rispetto alle aree trainanti. Da un punto di vista strettamente sociale sono emerse alcune esigenze ricorrenti su cui porre maggiore attenzione: la necessità di assistenza sociosanitaria per gli anziani e di una maggiore offerta culturale per i giovani e gli adolescenti.

Sul territorio sono presenti degli esempi interessanti di scuole di particolare qualità che hanno capacità attrattiva rispetto ai territori limitrofi. In alto Sebino, Sovere, Pianico, Bossico e Solto Collina hanno un sistema scolastico complementare in cui l’Istituto Comprensivo “Daniele Spada” di Sovere rappresenta un riferimento a livello nazionale, e l’Istituto di Pianico, grazie al servizio mensa, attrae studenti anche dai territori limitrofi. Un ulteriore caso di cooperazione virtuosa tra soggetti locali è il progetto di formazione avviato tra scuole superiori e l’associazione Produttori Guarnizioni del Sebino che ha lo scopo di rafforzare l’offerta formativa di natura tecnica e professionale.

Un tema affrontato in modo trasversale ai diversi tavoli è stato quello della carenza consolidata del trasporto pubblico soprattutto per i comuni interni sul versante bergamasco, così come la mancanza di coordinamento fra i diversi mezzi di trasporto pubblici (ferrovia, trasporto su gomma, navigazione).

Attualmente il trasporto pubblico nell’area interna dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano si caratterizza per un’offerta molto diversa fra le due sub-aree. La gestione del TPL nell’area del Sebino Bresciano è affidata all’agenzia del TPL di Brescia, mentre l’area dei Laghi Bergamaschi è gestita dall’agenzia TPL di Bergamo. Sulla sponda bresciana è presente anche una linea ferroviaria, la linea RE 3 che collega Brescia, Iseo e Edolo. Il TPL su gomma si snoda parallelo alla ferrovia sulla sponda Est e prosegue lungo alcune valli laterali di collegamento con la Val Trompia.

Lungo la sponda Ovest del lago, il TPL corre lungo la SS42 in Val Cavallina e risente dell’importante traffico veicolare e di quello legato alla logistica, dal momento che la statale è l’unica strada che connette direttamente la Val Camonica con la città di Bergamo.

L’area include alcune delle aree industriali più attive e più attrattive rispetto a flussi esterni per motivi di lavoro della Regione. Tra i settori produttivi più dinamici spicca il distretto della gomma nel versante bergamasco. Rilevante per l’area è anche il settore estrattivo con siti attivi nei comuni di Parzanica, nel sito di Ca Bianca, e a Tavernola Bergamasca si segnalano il cementificio attivo fin dal 1902, ora di proprietà di Italcementi, e l’estrazione di pietre da costruzione riunite dalla Camera di Commercio di Bergamo sotto il marchio collettivo “Pietre originali della Bergamasca”, di cui fanno parte il ceppo di Grè estratto a Solto Collina, il ceppo di Poltragno, nel Comune di Pianico, l’arenaria di Sarnico estratta nel comune di Gandosso. L’attività siderurgica, grazie alla presenza della società Lucchini di Lovere, rappresenta un ulteriore comparto importante per l’economia e l’occupazione locale, pur dovendo considerare l’importante impatto ambientale di tale attività. Sul lato bresciano si segnalano realtà consolidate come Tenaris e Mannesmann a Costa Volpino.

Elemento di forte riconoscibilità ambientale e paesaggistica, il Lago di Iseo ha accompagnato lo sviluppo turistico dell’Area. L’attività nautica da diporto è un settore molto attivo grazie alla presenza di un numero significativo di posti barca e di associazioni sportive di storica tradizione agonistica (Canottieri Sebino a Lovere e circolo velico ANS a Sulzano). Numerose sono le attività turistiche e gli sport che hanno luogo nei diversi comuni costieri, anche con aspetti inclusivi e innovativi: a Sarnico, ad esempio, si segnala l’Associazione Disvela che propone corsi di vela per persone diversamente abili. Dal 2010 è attivo il G16 che accomuna i comuni del lungo lago per promuovere attività turistica e la partecipazione a bandi integrati. Il portale visitlakeIseo promuove le attività turistiche della zona.

1.2 Iniziative locali e politiche realizzate

L’esigenza di mantenere i servizi essenziali ha spesso indotto i comuni della zona a sperimentare soluzioni innovative, sfruttando le possibilità concesse dalle normative vigenti.

In riferimento alla scuola dell’infanzia e della scuola primaria si segnala l’iniziativa del comune di Zone che ha adottato, per la fascia della prima infanzia, il sistema integrato per i bambini da 0 a 6 anni, che permette di condividere spazi e servizi per gli utenti di questa fascia di età, mentre per la scuola primaria ha sperimentato il modello delle pluriclassi.

Per quanto riguarda l’assistenza e i servizi dedicati alla popolazione anziana sul territorio sono presenti diverse strutture di residenza e cura (RSA), il comune di Lovere ha in progetto un ampliamento della struttura per reparti dedicati a patologie specifiche (Alzheimer).

La Fondazione Martinoni di Lovere sta sperimentando con il progetto di RSA Aperta, una tipologia di assistenza domiciliare verso le persone non autosufficienti. Il Comune di Zone sta portando avanti la progettazione di una co-residenza per anziani con ancora un buon grado di autosufficienza. Si tratta di un modello di RSA cosiddetta “leggera” che ad oggi non è presente sul territorio, ma di cui molti partecipanti del workshop condividono la necessità.

Il comune di Montisola ha iniziato un progetto sperimentale di telemedicina per i servizi di televisita e di teleconsulto, per ovviare alle difficoltà di raggiungere gli ospedali da parte della popolazione più fragile.

Per quanto riguarda invece i progetti di mobilità sostenibile si segnala il progetto H2iseO Hydrogen Valley, che prevedendo la riconversione dei treni sulla Brescia-Iseo-Edolo ad idrogeno, si pone l’obiettivo di costruire una catena di valore per la produzione industriale di idrogeno per la mobilità sostenibile in tutta la valle, dal lago d’Iseo fino alla Val Camonica verso Edolo. In relazione alla Mobilità Ciclistica, il territorio è interessato da una serie di itinerari di interesse nazionale e regionale: sul lato bresciano del lago di Iseo la Ciclabile dell’Oglio PCIR12, sul lato sud del lago (Sarnico e Iseo) dalla Ciclovia Pedemontana Alpina PCIR02, e per la Val Cavallina e il Lago d’Endine dal progetto del tratto Bergamasco della Ciclabile Monaco-Milano. Il Piano Nazionale Generale della Mobilità Ciclistica Urbana ed Extraurbana 2022-2024, infine ha riconosciuto l’anello ciclabile del Lago Iseo, come una delle linee di interesse nazionale in Regione Lombardia.

Nel quadro di progettualità inserite nel programma di “Bergamo-Brescia Capitali Italiane della Cultura 2023” si segnala il progetto di Ciclovia Culturale tra Brescia e Bergamo, che innestandosi sul tracciato della Ciclovia Pedemontana Alpina mette a sistema percorsi storico-culturali e ambientali (parchi e riserve naturali) lungo il tracciato.

La conoscenza e la promozione del territorio in un’ottica di maggior cura e sostenibilità è presente in alcune iniziative a livello locale, l’associazione Bossico Borgo Turistico Diffuso per esempio, nell’alto Sebino, ha sviluppato il progetto «Nuove economie di comunità. Proposte di turismo sostenibile delle Terre Alte del Sebino settentrionale», per la conoscenza del territorio e la valorizzazione del patrimonio immateriale con il supporto dell’università di Bergamo.

La Cooperativa L’innesto, promuove iniziative di promozione e conoscenza del territorio in ottica di sostenibilità ambientale. Tra le varie attività, ad esempio, gestisce il Bioparco della Val Cavallina, luogo di promozione di saperi, di tradizioni e di biodiversità.

Nato conseguentemente al progetto Leader JOIN, il progetto “sapere in rete”, promosso dal GAL Valle Seriana e Laghi Bergamaschi si propone di mettere in rete conoscenze, informazioni e contenuti scientifici a sostegno del territorio con particolare attenzione all’agricoltura e a tutte le attività ad essa connesse. Con uno specifico intento formativo, il progetto si pone l’obiettivo di aiutare il territorio a sviluppare imprenditorialità innovative, di favorire nuove esperienze nel mondo del lavoro e di innescare dinamiche di sviluppo nelle aree rurali.

La community Orobiestyle si propone di riqualificare il Sentiero Flavio Tasca (nato nel 1988 come percorso ad anelli di 150 km che si sviluppa fra la Valle Seriana, la Val Cavallina e il Lago d’Iseo), come via di connessione fra il lago e la montagna, per camminatori e cicloturisti (e-bike). Il progetto Malga Amica intende proporre un nuovo approccio al tradizionale sistema delle malghe e degli alpeggi che, in questi ultimi decenni, sono andati incontro a un progressivo abbandono, promuovendo la multifunzione delle strutture di alpeggio.

Il progetto SMART OROBIE, finanziato dal Ministero del Turismo con 2 milioni di euro, intende promuovere l’intero territorio delle Orobie bergamasche quale destinazione turistica “green” e “smart” coordinando le diverse progettualità già in essere. Il progetto sarà coordinato e sviluppato dall’ufficio Europa della Provincia di Bergamo. Il capofila è il GAL della Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi, il quale gestirà gli interventi in collaborazione con altri quattro soggetti attuatori: GAL Valle Brembana2020, Orobiestyle, Promoserio e Nt Next. Tra gli obiettivi principali vi sono: la destagionalizzazione dell’offerta turistica; il prolungamento della permanenza media; il potenziamento delle infrastrutture ciclabili ed escursionistiche già esistenti; il sostegno delle piccole realtà imprenditoriali locali.

Il progetto Orobikeando, con partner il GAL del Sebino e Laghi Bergamaschi, si pone come obiettivo di mettere a sistema e di valorizzare i percorsi cicloturistici delle Orobie, creando una rete integrata per tutte le fasce di pubblico, valorizzare i prodotti agroalimentari, il turismo rurale e le identità locali lungo i percorsi.

1.3 Tendenze dell’area senza interventi

Nonostante la forte riconoscibilità di tutti i comuni presenti nell’area rispetto al valore attrattivo del Lago di Iseo, l’area interna rimane un territorio fortemente diviso tra le due sponde. La divisione amministrativa tra due Province – Brescia e Bergamo - due Comunità Montane - Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi e Comunità Montana del Sebino Bresciano, tre Aziende Socio-Sanitarie - ATS della Montagna, ATS di Brescia, ATS di Bergamo - due Agenzie per il TPL, due Distretti Scolastici e due Camere di Commercio, rispecchia tale condizione.

L’area del Sebino Bresciano e dei Laghi Bergamaschi, inoltre, è caratterizzata da una forte complessità territoriale, e da risorse ambientali e culturali di notevole qualità, tuttavia molte di queste risorse non sono sufficientemente valorizzate, sia dal punto di vista sociale che economico ed ambientale, soprattutto per la mancanza di un approccio sistemico e integrato delle diverse progettualità attive sul territorio La mancanza di conoscenza reciproca e di coordinamento delle varie iniziative, ne riduce fortemente l’impatto e il potenziale strategico. A tali difficoltà contribuisce la forte frammentazione amministrativa già sopra richiamata. Questo problema, se non adeguatamente affrontato, potrebbe portare a processi di polarizzazione e frammentazione del territorio, già in corso, nonché - come si diceva – allo spreco di sue importanti risorse e potenzialità.

A tale proposito, se nel territorio bergamasco sono presenti distretti scolastici considerati di grande qualità ed attrattivi, in quello bresciano le famiglie generalmente tendono a far frequentare le scuole di Brescia e di Bergamo, perché offrono servizi educativi migliori e perché normalmente i genitori lavorano fuori dalla zona di residenza. Tale dinamica, congiuntamente alla carenza degli spazi di aggregazione per i giovani, sta contribuendo a ridurre la vitalità e il senso di comunità in queste zone, incentivando dinamiche di forte polarizzazione verso realtà esterne all’area e di impoverimento culturale dovuto alla mancanza di iniziative e di spazi dedicati alle giovani generazioni.

La mancanza di un efficiente sistema di trasporto pubblico locale è percepita come una delle principali criticità dell’area, soprattutto per i comuni più interni del versante bergamasco. La mancanza di coordinamento fra il sistema ferroviario, il trasporto su gomma e la rete di navigazione pubblica non permette un utilizzo integrato del trasporto pubblico da parte sia dei residenti che dei turisti, con la conseguenza di un utilizzo diffuso del mezzo privato, con elevati fenomeni di congestionamento sulle principali direttrici, di inquinamento dell’aria e di disparità a scapito delle fasce di popolazione più deboli quali anziani, giovani e stranieri non in possesso di auto propria o che hanno difficoltà a guidare. I progetti in essere sulla mobilità ciclopedonale non sono ad oggi completati, nonostante il riconoscimento delle priorità di alcune reti a livello nazionale e regionale. Questo ritardo e questi squilibri minacciano la capacità dell’area di compiere la transizione verso un modello di mobilità maggiormente sostenibile riducendone al contempo la vivibilità e attrattività.

La difficoltà nel reperire personale sia nel settore manifatturiero sia in quello socio-sanitario è stata più volte segnalata ai tavoli di lavoro. Questa carenza può giustificarsi in parte con la scarsa attrattività delle produzioni manifatturiere nei confronti di giovani con più elevata qualificazione, ma anche con il sussistere di forti divari di genere nel livello di presenza e di retribuzione nei settori a più alto valore aggiunto e quindi a maggior reddito. Importante rilevare come il divario di genere sussista, in misura non trascurabile, anche in relazione alla più ampia partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La scarsità di servizi per la conciliazione familiare è un fattore importante che non può che aumentare questo divario. Qualora non si riuscisse a intervenire risolutamente su tali divari, l’area continuerebbe a perdere attrattività nei confronti delle generazioni più giovani negli anni a venire, con l’acuirsi di una varietà di problemi assai significativi.

Dal tavolo tematico è emersa la necessità di un confronto sul tipo di attrattività turistica verso cui orientarsi: se da un lato infatti il turismo può rappresentare un volano economico, dall’altro sono emerse alcune significative dinamiche che alcuni comuni stanno già osservando - in particolare Lovere e Iseo - quali l’aumento dei prezzi delle abitazioni e la specializzazione del commercio nell’offerta per turisti con elevata capacità di spesa con i relativi effetti sulla qualità della vita della popolazione residente. Sebbene il lago possa rappresentare un volano per la riscoperta del patrimonio molto ricco e paesaggisticamente vario del contesto circostante, le numerose attività di promozione turistica basate sulla conoscenza del territorio e sulla sua tutela mancano di una programmazione più coordinata e integrata, e si incentrano principalmente sulla zona lago e non su tutto il territorio, che invece sarebbe da promuovere nella sua totalità (dal lago alla montagna); questo per ovviare a forzature e fenomeni di insostenibilità localizzati in alcune aree, che in alcuni casi, subiscono fenomeni di over-tourism (Torbiere del Sebino). Se questo tipo di fenomeni in alcune limitate porzioni del territorio dovesse aggravarsi, la qualità della vita per i residenti dei centri coinvolti così come la possibilità di attrarne di nuovi – fra i quali i lavoratori essenziali - potrebbe contrarsi in misura significativa con impatti sull’intera area. Egualmente, l’eccessiva pressione su siti naturalistici può nuocere alla biodiversità.

Al tavolo è emersa la scarsità di politiche rivolte alla gestione del patrimonio boschivo e forestale. Senza una politica adeguata di lungo termine, la mancanza di gestione e quindi di cura influirà negativamente l’area nel suo complesso, in termini di controllo del dissesto idrogeologico, di rischio di incendi nonché per la diffusione del bostrico, che ha già colpito in questi territori (Vigolo) e per il quale è necessario elaborare azioni di controllo, gestione e ripristino dei boschi colpiti. La crescente necessità di adattamento imposta dal cambiamento climatico rende l’assenza di un’attiva politica forestale e più complessivamente di cura e manutenzione del territorio nonché di sviluppo della biodiversità una minaccia significativa.

Altro tema affrontato al tavolo è stato quello del commercio. La presenza delle grandi strutture di vendita a valle e la forte stagionalità del settore turistico stanno determinando una forte sofferenza delle strutture di prossimità, soprattutto nei piccoli centri e in alta montagna. Da tale tendenza non sono esenti località anche molto attrattive dal punto di vista turistico, dove si registra la presenza di numerosi locali commerciali vuoti. Senza interventi, la forte polarizzazione sulle grandi strutture di vendita contribuirà ad un aumento del congestionamento e ad un’ulteriore riduzione dell’attrattività di dei centri minori, acutizzando e accelerando i processi di spopolamento.

La traiettoria desiderabile

Indice sottosezioni:

2.1 Introduzione

Il percorso locale di ricerca e i successivi incontro con gli attori locali realizzati nel mese di maggio 2023 nell’Area del Sebino e dei Laghi Bergamaschi hanno fatto emergere tre possibili linee di azione strategiche, che riprendono i temi trattati nei tavoli di lavoro nei due Workshop. Obiettivo dei precedenti e prossimi paragrafi sono quello di delineare un’agenda strategica per il territorio. I tre corsi di azione propongono la transizione dell’Area Interna verso la “traiettoria desiderabile” nel medio e lungo periodo basandosi non solo sullo sviluppo delle vocazioni territoriali già esistenti e radicate, ma anche sulle risorse e gli attori presenti e attivi nel territorio. Questo capitale territoriale, che ad oggi non ha trovato piena espressione, può rappresentare un volano per la coesione e la diversificazione dell’area ed un innesco per l’avvio di un processo di stabilizzazione e sviluppo sostenibile dell’area a contrasto delle criticità esistenti (polarizzazioni, marginalizzazioni, frammentazione).

2.2 Tre possibili corsi d’azione

2.2.1 Fare rete per una migliore qualità di vita

Il primo corso d’azione agisce sul piano dei servizi essenziali alla cittadinanza e del welfare. La necessità di mantenere vivi e attivi i servizi di base (sanità, formazione, trasporto pubblico) è fondamentale al fine di ridurre i fenomeni di spopolamento, e di gestire le dinamiche relative all’ invecchiamento della popolazione residente. Le politiche giovanili cercheranno di promuovere il senso di comunità e superare il disagio percepito da questa fascia di popolazione emerso dai tavoli di lavoro, restituendole protagonismo. La razionalizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, permetterà di consolidare, migliorare e meglio gestire i servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia. Il potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali tramite la promozione di interventi innovativi permetteranno di garantire una domiciliarità in grado di coniugare l’assistenza sociale e sociosanitaria con il rispetto del bisogno di privacy, il mantenimento dell’autonomia abitativa, la tutela dell’identità personale e la libertà di autogestione.

Investire su un sistema di mobilità intermodale e flessibile, da programmare alla scala territoriale, permetterà una migliore raggiungibilità e coesione del territorio sia per la vita quotidiana degli abitanti sia per quella dei visitatori.

Il primo corso di azione prevede di operare secondo tre macro-strategie di azione:

  • Razionalizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali
  • Attuazione di politiche e progetti per i giovani
  • Trasporto pubblico locale.

Razionalizzazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali

Qualificazione dei servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia e potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali.

L’esigenza di mantenere i servizi essenziali ha già indotto i comuni della zona a sperimentare soluzioni innovative, sfruttando le possibilità concesse dalle normative vigenti.

In linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la Legge Regionale 14 dicembre 2021, n. 22, Regione Lombardia ha previsto il potenziamento e la creazione di strutture e presìdi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Nelle intenzioni della legge, le Case di Comunità costituiscono un punto di riferimento continuativo per i cittadini, che possono accedere alle prestazioni sanitarie erogate. Si tratta di strutture polivalenti che garantiscono funzioni d’assistenza sanitaria primaria e attività di prevenzione. All’interno di queste strutture saranno presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali e con le Centrali operative territoriali (COT). L’infermiere di famiglia e di comunità (IFEC) è una nuova figura con competenze specialistiche nelle cure primarie e in sanità pubblica e si occupa di aiutare il paziente a gestire una malattia o una disabilità cronica in stretta sinergia con il medico e con gli operatori della rete ospedaliera e territoriale. L’apertura della Casa di Comunità e la sua messa in funzione implica una più generale riorganizzazione dell’offerta territoriale di servizi.

La possibilità di fare rete e di coordinare le progettualità attive sul territorio permetterà alle iniziative presenti di evolvere verso una progettualità più integrata e sistemica e di considerare i progetti già attivi come progetti pilota da trasferire su tutta l’Area Interna.

Nello specifico il corso di azione prevede le seguenti linee strategiche:

  • Promuovere tipologie di assistenza domiciliare verso persone non autosufficienti, come il progetto RSA Aperta, promosso da Regione Lombardia, con l’obiettivo di offrire la possibilità di usufruire di servizi sanitari e sociosanitari a domicilio utili a sostenere la permanenza nella propria casa della persona il più a lungo possibile, con l’obiettivo di rinviare nel tempo la necessità di un ricovero in una struttura residenziale; iniziative simili già presenti sul territorio (esempio nel comune di Lovere) potrebbero essere prese da esempio come progetti di riferimento per rendere tali pratiche più sistemiche e diffuse in tutta l’Area Interna.
  • Prevedere e progettare tipologie alternative di assistenza, che permettono una tipologia residenziale intermedia, nella forma del senior housing o della co-residenza, per fasce di anziani ancora in parte autosufficienti. come nel progetto presentato dal Comune di Zone. Questo permetterebbe sia una maggiore accessibilità dal punto di vista economico sia il mantenimento da parte degli utenti di una maggiore autonomia, nonché un buon livello di socializzazione.
  • Creare un sistema di telemedicina territoriale, già in essere a livello sperimentale nel Comune di Montisola, per le attività di diagnosi e di sorveglianza socio-sanitaria, nonché per interventi di telesoccorso con l’obiettivo di razionalizzare le attività di monitoraggio e di cura della popolazione anziana e degli utenti in situazioni di disagio sociale, in difficoltà a raggiungere gli ospedali.

Attuazione di politiche e progetti per i giovani

Spazi aggregativi e politiche culturali a loro dedicati

Da più parti si è sottolineato il tema della mancanza di servizi e spazi di aggregazione per i giovani e soprattutto rivolti agli adolescenti con conseguenze negative anche sul resto della comunità. Da questo punto di vista i comuni con più criticità risultano essere i comuni lacustri del lato bresciano: in questi territori i ragazzi spesso frequentano le scuole di Brescia o Bergamo, che offrono servizi educativi migliori. Tale dinamica, unita alla mancanza di opportunità per i ragazzi, ha contribuito molto a indebolire il tessuto sociale e il senso di comunità in queste aree.

Nello specifico il corso di azione prevede le seguenti linee strategiche:

  • Promuovere proposte e iniziative culturali finalizzate ai giovani adolescenti e preadolescenti, con la possibilità di mettere in rete le biblioteche del territorio, organizzare attività specifiche per i ragazzi (come, per esempio, dopo-scuola con attività didattiche e ricreative) ed ampliarne gli orari di apertura, attivando forme di co-gestione con gli stessi studenti, al fine di aumentare la partecipazione e la responsabilizzazione e promuovere un maggior coinvolgimento da parte degli utilizzatori.
  • Prevedere degli spazi di aggregazione per i giovani, per permetterne l’utilizzo anche ai fini aggregativi e di socializzazione (attività sportive, culturali, laboratori d’arte, musica, teatro ecc…). In questa direzione si potrà valutare l’apertura degli edifici scolastici e il loro utilizzo al di fuori dall’orario di lezione, prevedendo a supporto un idoneo trasporto pubblico, non limitato ai soli orari scolastici. Al fine di sensibilizzare i giovani utenti verso la cura dello spazio pubblico e di attivare un processo di maggior responsabilizzazione potranno essere prese in considerazione attività di autogestione anche per sopperire alla carenza di personale e di custodia degli spazi stessi.
  • Prevedere delle politiche partecipative e collaborative rivolte ad adolescenti e giovani dell’area attraverso meccanismi di finanziamento di iniziative culturali, ambientali, sportive e aggregative proposte da giovani e adolescenti. Tali politiche potrebbero fare leva sull’utilizzo degli spazi citati – spazi scolastici, nuovi spazi di aggregazione, siti ambientali, centri abitati – ed avere una dimensione di attivazione e coinvolgimento del territorio di più comuni, al fine di rafforzare le relazioni interne all’area.

Potenziamento del sistema di trasporto pubblico locale

Sviluppo di intermodalità e sensibilizzazione verso un uso della mobilità sostenibile

Un servizio di trasporto pubblico potenziato, ripensato nel suo modello funzionale, integrato e intermodale potrebbe ridurre i flussi veicolari che si concentrano soprattutto sulle principali direttrici di traffico, e rispondere alla carenza di servizio soprattutto per le categorie più fragili (stranieri, anziani e giovani) limitandone la marginalizzazione. Un corretto piano di sensibilizzazione e formazione verso un nuovo tipo di fruibilità, potrà incentivare l’uso di una mobilità alternativa all’auto in un’ottica di un approccio più sostenibile nei confronti del territorio, riducendo il congestionamento del traffico veicolare sulle principali direttrici e l’inquinamento ambientale. Per realizzare tale corso d’azione sarà fondamentale anche un’opera di sensibilizzazione nei confronti della possibilità e desiderabilità di modelli alternativi di trasporto rispetto al mezzo privato.

Nello specifico il corso di azione prevede le seguenti linee strategiche:

  • Lavorare per un sistema di mobilità più efficiente, in ottica intermodale e integrata tra i diversi sistemi di trasporto (ferrovia, gomma, navigazione) con la mobilità ciclabile, a servizio sia della mobilità turistica che per i residenti. Affinché sia possibile realizzare questa integrazione si rende necessario un sistema di progettazione e gestione integrata della mobilità alla scala territoriale, mediante dei Tavoli di confronto permanenti tra i diversi attori locali e sovralocali ma anche attraverso la definizione di un “Piano di Mobilità” specifico per l’intera area, che definisca piani, orari e frequenze dei diversi sistemi di trasporto.
  • Sperimentare forme innovative di mobilità quali gli approcci MAAS (mobility as a service), il trasporto a chiamata, i sistemi collettivi di trasporto non convenzionali per la gestione dell’ultimo miglio, nuove forme di trasporto collettivo aziendale. In queste sperimentazioni sarà fondamentale il ruolo degli attori pubblici ma anche privati, quali le aziende e soggetti nuovi di cui si potrebbe sostenere la fase di start-up, quali nuove cooperative di comunità.
  • Migliorare le condizioni di accesso al trasporto pubblico e collettivo. Il riconoscimento del ruolo dei punti in interscambio come possibili Hub intermodali, strutturati per l’erogazione di servizi - bike sharing, manutenzione e noleggio, info point territoriali, negozi multiservizi - dovrà condurre a questo proposito ad una loro riprogettazione. Anche le fermate del trasporto pubblico dovrebbero essere oggetto di una riprogettazione.
  • Potenziare e connettere la navigazione del lago potrebbe decongestionare il traffico veicolare, incentivare la “ricucitura” tra le due sponde ed essere a supporto del previsto completamento dell’anello ciclabile del lago d’Iseo (inserito nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica).
  • Completare e potenziare i percorsi ciclabili previsti dai piani regionali e nazionali (ciclovia dell’Oglio, ciclovia Milano-Monaco, Pedemontana Alpina, Anello del Lago Iseo), incentivando l’uso della bici elettrica anche per la mobilità privata e non solo turistica.

2.2.2 Tra innovazione e tradizione: la differenziazione del modello economico

Il secondo corso d’azione agisce sul piano della formazione e dell’innovazione d’impresa al fine di avviare un modello economico più sostenibile, resiliente e diversificato. Formazione e trasferimento tecnologico sono le due chiavi per favorire l’accelerazione degli investimenti nella transizione digitale ed ecologica. Centri di competenza, hub di innovazione digitale, istituti tecnici superiori e Corporate Academy potrebbero rappresentare una via per sviluppare un sistema educativo innovativo che risponda alla domanda di tecnologia e di capitale umano da parte delle imprese locali.

Il tavolo di lavoro ha riconosciuto la natura prevalentemente manifatturiera ed artigiana dell’area e la necessità di difendere e promuovere la varietà delle specializzazioni locali. Queste specializzazioni sono fortemente radicate nel territorio e, diversamente da altre aree interne, appare molto limitata la spinta a delocalizzare le produzioni.

Nonostante l’esistenza di attori e progetti rilevanti nell’ambito della formazione professionale per questi settori, le difficoltà di reperimento professionale vanno accentuandosi, anche in relazione ai processi demografici in atto, e alla poca attrattività di questo tipo di attività rispetto alle nuove generazioni. Le strategie da mettere in campo dovranno avere come obiettivo far tornare questi territori attrattivi per assicurare il ricambio generazionale, attraverso politiche e azioni rivolte all’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale, e al superamento del divario di genere; una nuova politica del commercio alla scala dell’intera area dovrà essere capace di dare risposte innovative e differenziate, a fronte della crisi del commercio tradizionale.

Nello specifico il secondo corso di azione prevede le seguenti linee strategiche:

  • Promuovere un laboratorio d’area per la sostenibilità e la transizione ecologica dell’economia locale che metta assieme imprese, organizzazioni sindacali e datoriali, istituzioni locali, università ed istituti di formazione e istruzione. Il Laboratorio dovrà accompagnare attraverso una varietà di strumenti – incentivi, formazione e capacitazione - la nascita di nuove imprese.
  • Ripensare alcune specializzazioni esistenti in termini di innovazione e incentivare e promuovere l’insediamento di nuovi settori produttivi emergenti sul territorio, con specializzazioni rilevanti in una prospettiva di sostenibilità: energia, alternative alla plastica, ciclo dell’acqua. In tal senso, la Rendicontazione della Sostenibilità prevista dall’Unione Europea (Direttiva Europea CRSD), che sarà resa obbligatoria dal 2028 per le PMI quotate, potrebbe essere un’opportunità per le imprese per sviluppare strategie innovative. Questi percorsi potrebbero innescare processi inediti, incentivare la ricerca in attività più sostenibili, nonché migliorare l’attrattività del territorio verso le nuove generazioni e professioni a più alto livello di specializzazione. A questo proposito il tema della dismissione è da questo punto di vista rilevante. Fra Pisogne e Costa Volpino vi sono fenomeni di dismissione produttiva che rappresentano un problema ma anche un’opportunità per immaginare nuove funzioni. (ad esempio, un Hub Innovation Lab per promuovere sinergie e progetti innovativi).
  • Promuovere forme di mitigazione per gli impatti ambientali e paesaggistici prodotti dalle attività manifatturiere, anche in ottica di sviluppo turistico del territorio. Alcuni processi in atto soprattutto sul monitoraggio delle emissioni, testimoniano come il territorio stia iniziando ad affrontare il tema.
  • Investire su azioni formative per i lavoratori del settore produttivo in quanto, nonostante l’esistenza di attori e progetti rilevanti nell’ambito della formazione professionale (CFP Zanardelli, Istituto Serafino Riva di Sarnico), è emersa la crescente difficoltà di reperire profili adeguati da parte delle imprese locali.
  • Promuovere e sperimentare modelli innovativi di negozi multiservizio. I negozi multiservizio sono attività commerciali “di prossimità” che integrano la vendita al dettaglio di beni alimentari e di prima necessità, nonché di prodotti tipici del territorio, ad alcune attività di servizio, svolgendo quindi anche il ruolo di “terminali territoriali” delle istituzioni locali. I negozi alimentari e di prima necessità nonché i pubblici esercizi potrebbero diventare un presidio territoriale, (possibilmente posizionati negli hub intermodali del Nuovo Piano della Mobilità proposto nelle strategie precedenti) capaci cioè di erogare più servizi quali per esempio il ritiro pacchi, il noleggio di biciclette, nonché erogare servizi essenziali quali per esempio prenotazioni di visite, ritiro dei farmaci, servizi postali, bancomat o consegna a domicilio della spesa, fino a fare attività di promozione territoriale, tutto ciò a fronte della crisi del commercio tradizionale e dei numerosi spazi commerciali vacanti nei diversi centri dell’area.

2.2.3 Dal lago alle terre alte: tra promozione, cura e tutela del territorio

L’Area del Sebino e dei Laghi Bergamaschi rappresenta un’importante risorsa dal punto di vista naturalistico, la cui promozione, a partire dai primi anni 2000, è stata una strategia efficace per incrementare l’attrattività del territorio. Questa andrebbe però indirizzata maggiormente verso principi di sostenibilità ambientale oltre che economica e sociale. Il lago rappresenta un volano per la riscoperta del patrimonio ricco e paesaggisticamente vario del contesto circostante. La tutela e la salvaguardia di questo territorio nella sua ricchezza e nel suo valore ambientale dovranno essere alla base delle strategie promosse in ottica promozione turistica, di cura e tutela del patrimonio boschivo e dei problemi legati al dissesto idrogeologico.

Nello specifico il terzo corso di azione prevede le seguenti linee strategiche:

  • Promozione di un turismo sostenibile, destagionalizzato, diffuso su tutto il territorio (dal lago alle terre alte), attraverso la promozione di un modello di fruizione “lenta” tramite la messa a sistema della rete di percorsi ciclabili, dei cammini e percorsi escursionistici esistenti (sentiero Flavio Tasca, sentiero agrituristico del Lago d’Iseo, Antica Strada Valeriana).
  • Predisposizione di un piano integrato per il completamento della rete ciclabile; questo permetterebbe di valorizzare e promuovere il turismo legato a questo settore (mountain bike, bicicletta da passeggio ed e-bike), fornendo il territorio di servizi adeguati (colonnine di ricarica, info point ecc.).
  • Superamento del concetto di infopoint turistici tradizionali, attraverso la costituzione di laboratori per la conoscenza, intesi come luoghi di promozione di saperi, di tradizioni, di biodiversità e di sostenibilità (Associazione Bossico Borgo Diffuso, Cooperativa L’innesto ne sono gli esempi).
  • Promozione e conoscenza del territorio devono essere poste in relazione necessariamente alle attività di tutela e sviluppo della biodiversità, della cura del territorio, del paesaggio, della produzione agroalimentare. Le attività agro-silvo-pastorali di montagna, attualmente in contrazione a causa dei bassi rendimenti, degli alti costi, e della difficoltà di ricambio generazionale, andrebbero maggiormente inquadrate in questo scenario, verso la multifunzionalità dell’agricoltura, la tutela degli alpeggi e la promozione della filiera corta.
  • Mantenimento e recupero dei prati e dei pascoli alpeggi e malghe, in particolare incentivando il protagonismo e il coinvolgimento dei giovani, motivandoli a rimanere sul territorio. I pascoli e i prati presenti nel contesto montano sono habitat di fondamentale importanza, in quanto svolgono funzioni di tipo ecologico e compongono, con i boschi e gli usi del suolo minori, un sistema territoriale montano che garantisce la vita di un elevato numero di specie animali e vegetali. La presenza, infatti, di prati e pascoli ricavati all’interno dello spazio naturale delle foreste costituiscono elementi di alternanza che realizzano una composizione varia di ambienti diversificati nei quali si può sviluppare la massima biodiversità. I Pagamenti dei Servizi Ecosistemici (PES) potrebbero essere un veicolo per il riconoscimento concreto del valore di queste attività e incentivarne la loro permanenza (vedi progetto Malga Amica).
  • Elaborazione prioritaria di una politica di gestione forestale, al fine di garantire e riconoscere il ruolo fondamentale per la cura, la custodia e la gestione del territorio di questa attività, anche in virtù degli eventi determinati dai cambiamenti climatici. Il patrimonio boschivo svolge infatti un ruolo primario nella regolazione del ciclo delle acque, nella funzione di protezione dai dissesti idrogeologici superficiali, dalla caduta massi e dalle slavine. Al fine di affrontare le difficoltà dovute alla frammentazione fondiaria e alla poca attrattività economica della gestione dei boschi, Regione Lombardia promuove la costituzione delle Associazioni Fondiarie, che permettono di ovviare al problema condividendo strategie e interventi nei territori dei soci aderenti. Incentivando questa forma di associazionismo ci si potrebbe orientare verso una serie di azioni condivise: creare una metodologia condivisa per la creazione di associazioni, trovare gli strumenti per facilitare l’accesso dei piccoli proprietari forestali a forme di finanziamento pubblico e privato; nonché contribuire nel percorso verso una metodologia nazionale per la misurazione e il monitoraggio dello stoccaggio del carbonio nei progetti forestali, promuovendo anche il Codice Forestale Nazionale del Carbonio. In questo modo si potrebbero facilitare il reperimento di finanziamenti privati per le attività di gestione che aumentano lo stock di carbonio, tenendo anche in considerazione le iniziative di carbon farming previste dalla Commissione Europea e certificazioni tipo FSC (Forest Stewardship Council).

2.3 Governance di valle, cooperazione intervalliva e il rapporto con le città capoluogo

Un ultimo punto di attenzione riguarda la struttura di governance che più efficacemente può portare avanti una strategia integrata, unitaria, condivisa per l’intera area e, contestualmente, il sistema relazionale da costruire a partire dalle valli per sostenere questa visione al futuro.

Innanzitutto, trovandosi quest’area a cavallo tra due Province e conoscendo, dunque, processi di più accentata frammentazione nel governo settoriale (ATS, Uffici Scolastici, Agenzie della Mobilità, ecc.), è cruciale che sia dialogo e cooperazione a scala vasta, di ambito esteso.

Le Comunità Montane sono riconosciute come importante risorsa da numerosi attori locali e sono gli enti che, insieme al Gal Valle Seriana e Laghi Bergamaschi, meglio possono governare il processo di coinvolgimento degli stakeholders, definizione della strategia locale e governo degli interventi. Tuttavia, è importante che ci sia una maggiore unità di intenti tra le singole amministrazioni e che le Comunità Montane si facciano portavoce di una visione al futuro per il territorio, non limitandosi alla gestione di alcuni servizi in comune.

È inoltre fondamentale che i soggetti pubblici, a vari livelli, si mettano in ascolto del mondo associativo, cooperativo e del Terzo settore che già opera attivamente sul territorio e che, oltre a conoscere bene i bisogni dei cittadini, può anticiparne le richieste, partecipando attivamente alla programmazione e alla progettazione di politiche e interventi. Considerato il buon livello di cooperazione e promozione dell’area (G16, visitlakeiseo.it) si auspica l’attuazione di un processo di co-progettazione inclusivo, che preveda numerosi momenti di confronto e discussione pubblica, come avviato con il percorso locale condotto da Regione Lombardia e DAStU – Politecnico di Milano, e appositi strumenti partecipativi, come un “Bilancio partecipativo d’Area”.

Entro questo processo dovrà essere posta particolare attenzione anche al legame con i contesti limitrofi (scala meso), come la Valle Seriana, Val Camonica, e Val Trompia attraverso forme di cooperazione progettuale, come sperimentato, ad esempio, con il PTRA “Valli Alpine” e le attività dei GAL. (il GAL Valle Seriana e Laghi Bergamaschi, già opera tra le due Aree Interne Valle Seriana e Sebino e Laghi Bergamaschi)

Un ulteriore riflessione deve riguardare il rapporto, in termini di relazioni e interdipendenze, con la città di Bergamo, a cui peraltro la Val Cavallina è molto prossima, e con la città di Brescia, in stretta relazione con la parte bresciana dell’Area Interna attraverso il territorio della Franciacorta. Questo ragionamento riguarda sicuramente il ruolo dell’Area Interna come fornitore di servizi eco-sistemici fondamentali per l’area urbana, in un quadro di criticità ambientali e di cambiamento climatico, ma anche il possibile ruolo ricreativo e di educazione ambientale che l’Area possono svolgere rispetto alle popolazioni della città, o la creazione di filiere di produzione e consumo che possano attualizzare lo storico legame esistente tra montagna e pianura, o ancora il possibile ribilanciamento di quote di popolazione che possono vivere in valle (non solo nella parte più vicina) e muoversi quotidianamente in città in modo sostenibile, veloce e confortevole. Un’altra questione cruciale è riequilibrare l’affluenza turistica della valle, attirando gli importanti flussi che quotidianamente raggiungono Bergamo o Brescia (spesso in giornata), anche in conseguenza della nomina delle due città a Capitale Italiana della Cultura 2023, o che transitano nei rispettivi aeroporti.

La natura strategica dell'Agenda

I tre corsi d’azione descritti in questo documento permettono di ragionare su possibili strategie per il territorio del Sebino e dei Laghi Bergamaschi.

Il primo corso d’azione agisce sul piano dei servizi essenziali alla cittadinanza e del welfare. La necessità di mantenere vivi e attivi i servizi di base (sanità, formazione, trasporto pubblico), è fondamentale al fine di ridurre i fenomeni di spopolamento, e di gestire le dinamiche relative all’ invecchiamento della popolazione residente; intervenire sulle politiche giovanili permetterà di promuovere il senso di comunità e superare il disagio percepito da questa fascia di popolazione ed emerso dai tavoli di lavoro; investire su un sistema di mobilità intermodale e flessibile, da programmare alla scala territoriale, permetterà una migliore raggiungibilità e coesione del territorio sia per la vita quotidiana degli abitanti sia per quella dei visitatori.

Il secondo corso d’azione agisce sul piano della formazione e dell’innovazione d’impresa al fine di avviare un modello economico più sostenibile, resiliente e diversificato; si propone inoltre di proporre un modello innovativo di commercio per superare la crisi di quello tradizionale, nonché di attuare politiche verso il superamento delle disparità di genere.

Il terzo corso d’azione agisce sul riconoscimento del patrimonio ambientale come presupposto fondamentale per la cura e la tutela del territorio nella sua totalità (dal lago alla montagna, dai pascoli al patrimonio boschivo), per affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici, al dissesto idrogeologico e alla promozione della biodiversità, indirizzando verso un approccio sostenibile le attività economiche (filiera bosco-legno, agricoltura multifunzione, turismo lento).

Si tratta di tre corsi d’azione fortemente sinergici da cui avviare una nuova traiettoria territoriale. Sostenere i nuovi processi di ripopolamento e di attrattività significa anche migliorare le condizioni abitative della popolazione locale e della sua fascia di popolazione più marginale, dei giovani nella fase di transizione dall’istruzione all’occupazione e dei i nuclei familiari in età attiva. Inoltre, costruire sinergie tra i numerosi attori attivi nel territorio può generare lo sviluppo di nuove economie più resilienti ai mutamenti territoriali, sociali ed economici in corso. La cura e la valorizzazione del patrimonio ambientale può diventare un mezzo per attivare nuove attività, creare lavoro, oltre che generare una maggiore consapevolezza e cultura territoriale.

Le leve proposte nell’agenda strategica sono fortemente sinergiche e hanno un’ulteriore dimensione ad esse trasversale che appare egualmente strategica, ovvero la formazione di nuove competenze locali, attraverso un investimento sulle persone, in particolare sui giovani, come capitale umano attraverso il quale costruire nuove forme di cooperazione locale e la costruzione di nuove istituzioni e attori locali capaci di gestire alla scala sovracomunale le azioni strategiche.

Infine, alcune attività di accompagnamento allo sviluppo di questi corsi d’azione appaiono rilevanti:

  • la prima è una estesa e coordinata azione di mappatura delle condizioni, potenzialità e profili proprietari di una varietà di patrimoni e in particolari quelli immobiliari pubblici e privati, quelli fondiari della montagna e quelli delle connessioni quali sentieri e strade agro-silvo-pastorali;
  • la seconda è quella di una mappatura delle progettualità attive sul territorio, al fine di poter coordinare e razionalizzare gli interventi,
  • la terza è quella di completare la dotazione di rete internet in tutta l’area (Piano strategico Banda Ultra Larga – Ministero delle Imprese e del Made in Italy), la quarta è quella di mappatura e successiva fornitura dei dati alle ASST territoriali, per razionalizzare il sistema promosso da Regione Lombardia con la legge 22/2021 al fine di ottimizzare e razionalizzare gli interventi sul territorio.

Per ogni corso di azione saranno individuati i possibili canali di finanziamento nel contesto dei fondi SNAI (FSE+, FESR, fondi regionali) e saranno segnalate, dove possibile, altre possibilità di risorse economiche in termini di bandi e fondi (regionali, PNRR, FEASR).