chevron_left Indietro

Glossario e fonti delle elaborazioni dati e cartografiche

Chiusura documento: 11/09/2024

Indice sezioni:

0.1 Evoluzione del sistema insediativo 1954 - 2019

La carta rappresenta l’evoluzione del sistema insediativo dal 1954 e al 2019. Per sistema insediativo intendiamo l’assetto fisico degli insediamenti umani. In particolare, si distinguono le Aree urbanizzate e le aree con Destinazione d’Uso del Suolo Agricolo e Forestale

Fonte: Elaborazione su dati Dusaf, Lombardia, 1954, 1919.

0.2 Indice di Fragilità Territoriale/Indice di Svantaggio

Indice composito elaborato da Polis Lombardia per l’individuazione di comuni caratterizzati da condizioni di svantaggio multidimensionale al fine della perimetrazione delle aree target della Strategia del Controesodo di regione Lombardia ovvero le “aree interne” (delibera n. XI/5587 del 23/11/202). L’indice è basato sulla metodologia AMPI (Adjusted Mazziotta-Pareto Index) ed è composto da un set di 35 indicatori suddivisi per 6 tematiche, specificatamente:

  1. Demografia (7 indicatori)
  2. Sviluppo sociale (8 indicatori)
  3. Sviluppo economico e povertà (11 indicatori)
  4. Sviluppo ambientale (2 indicatori)
  5. Patrimonio culturale e turismo (5 indicatori)
  6. Sicurezza (2 indicatori).

Fonte: Polis Lombardia

Popolazione

L’evoluzione della popolazione e le sue caratteristiche

Indice sottosezioni:

1.1 Andamento della Popolazione nelle aree interne lombarde

I valori indicano l’andamento della popolazione residente nelle 14 aree interne lombarde al censimento dal 1971 al 2021.

Fonte: Istat, 1971, 1981, 1991, 2001, 2011, 2021.

1.2 Variazione percentuale della popolazione residente

Il valore indica la differenza percentuale fra il valore iniziale della popolazione residente e quello finale in un determinato periodo di tempo. I due intervalli di tempo considerati sono 2009-2014 e 2015- 2019. Valori positivi indicano un aumento della popolazione, valori negativi una diminuzione. Questo indice permette di valutare quali comuni presentano dinamiche di crescita, di stasi e decrescita nell’arco temporale di riferimento.

Fonte: Istat, 2009, 2014, 2015, 2019.

1.3 Indice di Efficacia Migratoria (Migration Effectivness Index)

L’indice di Efficacia Migratoria/Demographic Effectiveness Index (MEI) misura l’efficacia della migrazione quantificando il grado di (dis)equilibrio tra flussi di nuovi residenti in entrata e controflussi di vecchi residenti in uscita. I valori dell’indicatore possono oscillare da -100 a 100. Valori negativi indicano che una data partizione - un comune, un quartiere - di un territorio “respinge”, mentre valori alti suggeriscono capacità attrattiva del territorio. L’indice viene calcolato sulla base dal rapporto fra flussi: iscritti - cancellati/iscritti + cancellati, Essendo indipendente dalla dimensione della popolazione, è confrontabile fra realtà territoriali anche di diversa ampiezza demografica. Gli intervalli considerati sono: 2009 - 2014 e 2015-2019. L’indice può essere definito anche Demographic Effectiveness of Migration Index (DEM).

Fonte: Elaborazioni da banca dati Progetto Metromosaic. Modelli, motivazioni e impatti della mobilità residenziale nelle regioni urbane di Milano e Roma. Fonte primaria: Demo ISTAT, Bilancio demografico della popolazione, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019.

1.4 Indice di Ricambio Migratorio (Turn Over Rate)

Il Tasso di Ricambio Residenziale/Turnover Rate (TO) misura il volume del movimento della popolazione, ovvero quanto la composizione effettiva della popolazione di una data partizione - un comune, un quartiere urbano - è cambiata in un dato intervallo. L’indicatore TO è calcolato sulla base del rapporto fra la somma de flussi (iscritti e cancellati) ed il numero assoluto della popolazione residente. , Questo Indicatore - che presenta sempre valori positivi - esprime la misura del ricambio della popolazione dovuta ai flussi migratori: un valore basso dell’indice indica un impatto limitato delle migrazioni sul ricambio della popolazione. Gli intervalli considerati sono: 2009 - 2014 e 2015-2019.

Fonte: Elaborazioni da banca dati Progetto Metromosaic. Modelli, motivazioni e impatti della mobilità residenziale nelle regioni urbane di Milano e Roma. Fonte primaria: Demo ISTAT, Bilancio demografico della popolazione, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019.

1.5 Dinamiche demografiche dei comuni. Matrice Crescita-Decrescita

La matrice crescita-decrescita analizza l’andamento demografico dei comuni in 5 intervalli di tempo distribuiti in oltre 100 anni. Tale scomposizione permette di ricavare, per ogni Comune, una sequenza di bilanci demografici in cui si alternano o ripetono fasi di crescita (C) o decrescita (D). Sono emerse nel complesso 32 tendenze dalle quali per successive aggregazioni sono stati individuati 8 possibili profili evolutivi che si basano sulla relazione fra la traiettoria demografica di lungo periodo di questi comuni e la tendenza registrata negli ultimi intervalli. Gli otto profili sono:

  1. Microstorie.
  2. Contrazione consolidata, ovvero comuni che hanno registrato una variazione negativa della popolazione negli ultimi quattro oppure in tutti i cinque intervalli temporali.
  3. Caduta, ovvero comuni che hanno perso popolazione negli ultimi due o tre intervalli dopo aver guadagnato in almeno due intervalli precedenti oppure comuni che hanno perso popolazione nell’ultimo intervallo e in quello centrale dopo aver guadagnato nei precedenti intervalli.
  4. Ricaduta, ovvero comuni che hanno perso popolazione nell’ultimo o negli ultimi due intervalli dopo aver avuto brevi fasi di crescita negli intervalli immediatamente precedenti.
  5. Rallentamenti recenti, ovvero comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo più recente dopo aver guadagnato popolazione almeno nei due precedenti intervalli.
  6. Ripresa, ovvero comuni che hanno registrato una crescita demografica nell’ultimo intervallo dopo aver perso popolazione solo nei due precedenti intervalli oppure comuni con una variazione negativa nel solo intervallo centrale.
  7. Controstorie, ovvero comuni che hanno registrato una crescita della popolazione nell’ultimo oppure negli ultimi due intervalli dopo aver perso popolazione in almeno due dei precedenti intervalli.
  8. Crescita consolidata, ovvero comuni che hanno registrato una variazione positiva della popolazione nell’ultimo intervallo e almeno in altri tre intervalli precedenti (ad eccezione dei comuni che hanno perso popolazione nell’intervallo centrale) oppure che hanno avuto una crescita continuativa nei tre intervalli più recenti.

Fonte: Istat, 1911, 1951, 1971, 1991, 2011, 2019.

1.6 Indice di vecchiaia

L’indice di vecchiaia stima il grado di invecchiamento di una popolazione descrivendo il peso della popolazione anziana. Esso si definisce come il rapporto di coesistenza tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi.

Fonte: ISTAT a misura di comune, 2019.

1.7 Popolazione anziana

L’indicatore descrive l’incidenza della popolazione anziana residente in ciascun comune in rapporto alla popolazione residente totale. Si osserva in particolare l’incidenza della popolazione appartenente a due coorti: la popolazione di età compresa tra 65 e 80 anni e la popolazione over 80. La distinzione si basa sulla tendenziale differenza fra le due coorti in termini di pratiche d’uso del territorio e bisogni. Mentre la popolazione fino a 80 anni tende ad essere ancora attiva, quella oltre gli 80 è tendenzialmente molto sedentaria.

Fonte: ISTAT, 2019.

1.8 Popolazione scolastica e popolazione attiva

Gli indicatori descrivono l’incidenza delle popolazioni di età compresa tra 6 e 19 anni e tra 6 e 64 anni sulla popolazione residente totale di ogni comune. La prima coorte descrive la popolazione che frequenta la scuola dell’obbligo fino all’ultimo anno di secondaria di secondo grado. La seconda coorte descrive la popolazione attiva che si sposta per motivi di lavoro o di studio, quindi a partire dalla scuola dell’obbligo e per tutto l’arco della vita attiva.

Fonte: ISTAT, 2019.

1.9 Residenti con cittadinanza non italiana sul totale

L’indicatore descrive l’incidenza dei residenti con cittadinanza diversa da quella italiana (stranieri residenti) sul totale della popolazione dei comuni per il periodo di riferimento. Per straniero residente si intende persona con cittadinanza straniera o apolide che ha dimora abituale nell’alloggio o nella convivenza oggetto di rilevazione, ed è in possesso dei requisiti per l’iscrizione in anagrafe.

Fonte: ISTAT, 2021.

1.10 Reddito lordo pro-capite

L’indicatore del reddito lordo pro-capite medio per comune è stato calcolato sulla base dei dati rilasciati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in relazione alle dichiarazioni dei redditi dei residenti in quel comune.

Fonte: Ministero dell’economia e delle Finanze (MEF), 2010, 2020.

1.11 Tasso di Occupazione Totale

Il Tasso di Occupazione descrive il rapporto percentuale tra gli occupati di età compresa fra 15 e 64 anni e la popolazione residente totale della stessa classe d’età. Per occupato la definizione dell’Istat intende una persona che nella settimana di riferimento presenti una delle seguenti caratteristiche:

  • ha svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;
  • ha svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;
  • è assente dal lavoro (ad esempio, per ferie, cassa integrazione o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. I lavoratori indipendenti assenti dal lavoro, a eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, continuano a mantenere l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi. Le precedenti condizioni prescindono dalla sottoscrizione di un contratto di lavoro e gli occupati stimati attraverso la rilevazione sulle forze di lavoro comprendono pertanto anche forme di lavoro irregolare.

Fonte, Istat, 2021.

1.12 Indice di Penalizzazione di Genere

L’indice descrive la differenza fra il tasso di occupazione delle donne e il tasso di occupazione degli uomini, in relazione al tasso di occupazione totale calcolati in relazione alla popolazione in età 15-64 anni

Fonte: Istat, 2021.

1.13 Comuni per massimo della popolazione al censimento

L’indicatore descrive il decennio nel quale i diversi comuni hanno raggiunto il massimo della popolazione residente.

Fonte: Istat, 1911, 1951, 1971, 1991, 2011, 2019.

1.14 Tasso di Disoccupazione

Il tasso di disoccupazione descrive l’incidenza della popolazione residente di 15 anni e più in cerca di occupazione e la popolazione residente di 15 a 2021 nni e più attiva, ovvero occupata o in cerca di occupazione.

Fonte: Istat, 2021.

1.15 Incidenza dei NEET (Not in Education, Employment, or Training)

L’indicatore descrive l’incidenza delle persone di 15 - 29 anni né occupate né inserite in percorsi scolastici o formativi sul totale delle persone di 15-29 anni.

Fonte: Istat, 2019.

Patrimoni

Paesaggi, patrimoni naturali e rischi

Indice sottosezioni:

2.1 Aree protette, reti ecologiche e aree prioritarie per la biodiversità

La carta rappresenta l’estensione e collocazione delle Aree Protette, le Aree Prioritarie per la Biodiversità e i Siti Rete Natura 2000. Il sistema delle Aree Protette Lombarde include parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e parchi locali di interesse sovracomunale. I Siti afferenti alla Rete Natura 2000 includono le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di Interesse Comunitario (SIC).

Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Regione Lombardia.

2.2 Inquinamento ambientale

La carta restituisce la collocazione dei siti bonificati, siti contaminati, degli impianti di trattamento dei rifiuti, delle cave attive e cessate e delle discariche.

Fonte: Elaborazione su dati Geoportale Lombardia e Arpa Lombardia.

2.3 Stabilimenti a Rischio di incidente Rilevante

La carta restituisce la collocazione e distribuzione nei territori degli Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) connessi con sostanze pericolose, individuati dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) nell’Inventario Nazionale degli Stabilimenti a Rischio di incidente Rilevante (D.Lgs. 105/2015).

Fonte: Elaborazione su dati Ispra, 2022, Ministero della Transizione Ecologica (MITE) ora Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)

2.4 Indice di rischio idrogeologico comunale

L’indice di rischio idrogeologico, modello elaborato nel Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei Rischi (PRIM) mette in relazione una molteplicità di sorgenti di pericolo differenti che possono interagire sullo stesso territorio: frane, alluvioni fluviali, fenomeni torrentizi, esondazioni lacustri, valanghe – con la presenza di potenziali bersagli (edifici, infrastrutture e altri usi del suolo).

Fonte: elaborazione cura del CCRRLab, Dastu, Politecnico di Milano su Banca dati regionale Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei Rischi (PRIM) e Piano di Gestione dei rischi alluvioni del Bacino del Fiume PO (PGRA).

2.5 Indice di Rischio Integrato Comunale

L’indice è una combinazione, effettuata mediante una somma pesata, delle evidenze relative ai rischi individuati dal PRIM 2007- 2010 , ovvero i rischi idrogeologico, meteorologico, sismico, di incendio boschivo, industriale, di incidenti stradali, incidenti sul lavoro, insicurezza urbana. L’indice di rischio integrato descrive il livello di criticità del territorio rispetto alla media regionale che è definita come uguale a 1 e ha una varianza che va da 0 a 10.

Fonte: elaborazione cura del CCRRLab, Dastu, Politecnico di Milano su Banca dati regionale Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei Rischi (PRIM).

2.6 Scenari climatici regionali e locali

Gli scenari climatici rappresentano la possibile evoluzione delle principali variabili climatiche nel futuro rispetto a un periodo di riferimento (generalmente riferito a trentenni), evoluzione stimata attraverso simulazioni basate su modelli climatici tenendo conto di differenti ipotesi di andamento delle emissioni di gas a effetto serra. Gli scenari regionali lombardi fanno riferimento a proiezioni climatiche a medio (2020-2050) e lungo (2070-2100) termine e indicano la variabilità climatica delle principali variabili meteo-climatiche e degli eventi estremi rispetto al trentennio 1961- 1990. Gli scenari di scala locale, e tra questi quelli comunali, richiedono l’approfondimento dei caratteri territoriali e degli ambiti urbani e consente di evidenziare i fenomeni locali che caratterizzano gli specifici contesti.

Fonte: “Rapporto di sintesi della Strategia Regionale di adattamento ai cambiamenti climatici (SRACC)” per la scala regionale e PAESC per la scala locale.

2.7 Suolo Consumato Procapite

Ispra definisce il suolo consumato come la quantità complessiva di suolo a copertura artificiale esistente in un dato momento. Basandosi sulla definizione di suolo consumato, è stato calcolato il Suolo Consumato procapite (mq/ab), al 2021, su fonte dati Ispra (per quanto riguarda il suolo consumato) e Istat (per i dati sulla popolazione).

Fonte: Elaborazione su dati Ispra, 2021e Istat, 2021.

2.8 Consumo Marginale di Suolo

Ispra definisce il Consumo Marginale di suolo come l’indicatore dato dal rapporto tra il nuovo consumo di suolo e i nuovi residenti tra un anno e il successivo. A valori positivi elevati corrisponde un alto e più insostenibile consumo di suolo a fronte di una crescita non significativa. Sulla base di questa definizione, è stato considerato il consumo di suolo rispetto alla variazione della popolazione residente: a fronte di una decrescita demografica si avranno valori negativi, mentre a fronte di una crescita demografica si avranno valori positivi.

Fonte: Elaborazione su dati Ispra, 2021 e Istat, 2021.

Geografie

Geografia dell’insediamento consolidato e patrimoni costruiti

Indice sottosezioni:

3.1 Comuni per epoca di costruzione degli edifici residenziali

L’indicatore descrive la distribuzione degli edifici per epoca di costruzione nei comuni sulla base di questa periodizzazione: Prima del 1918; 1919 - 1945 ; 1946 - 1960 ; 1961 - 1970 ; 1971- 1980 ; 1981- 1990 ; 1991- 2000; 2001-2005; dopo il 2006.

Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle Abitazioni, 2011; Istat, 8mila Census.

3.2 Abitazioni occupate e non occupate

Le carte rappresentano l’incidenza l’incidenza delle abitazioni occupate e non occupate per comune. Per abitazione occupata si intende – secondo la definizione Istat - una abitazione occupata da persone che hanno dimora abituale nella stessa, anche se assenti alla data del censimento. Nelle abitazioni non occupate rientrano quindi fattispecie diverse quali abitazioni a disposizione dei proprietari quali seconde case di villeggiatura, abitazioni vuote perché in attesa di locazione e abitazioni propriamente vuote.

Fonte: Istat, 2019.

3.3 Andamento dei valori immobiliari

Lo schema descrive l’andamento della media del valore – registrato dalle macroaree provinciali OMI di cui è composta ogni area interna – in relazione a tutte le tipologie residenziali (abitazioni signorili, civili, economiche, ville e villini) fra gli anni 2004 - 2020. La quotazione in €/m2 è calcolata come media dei valori centrali degli intervalli di tutte le tipologie residenziali presenti in ogni macrozona OMI.

Fonte: Elaborazione su dati Agenzia delle Entrate, Osservatorio del Mercato Immobiliare, 2004 - 2021.

3.4 Valori Immobiliari per Macroarea OMI

La carta rappresenta la quotazione in €/m2 a livello di macroaree provinciali OMI di cui è composta ogni area interna ed è calcolata come media dei valori centrali degli intervalli di tutte le tipologie residenziali (abitazioni signorili, civili, economiche, ville e villini) presenti nell’area.

Fonte: Elaborazione su dati Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI), Agenzia delle Entrate, 2021.

3.5 Andamento del Numero di Transazioni Normalizzate (NTN)

L’indicatore descrive il numero di unità o porzioni di unità immobiliari residenziali oggetto di compravendita in un determinato territorio e in un determinato intervallo di tempo (dati su base trimestre).

Fonte: Elaborazione su dati Agenzia delle Entrate, Osservatorio del Mercato Immobiliare, 2021.

3.6 Intensità del Mercato Immobiliare (IMI)

L’indicatore rappresenta la quota percentuale dello stock di unità immobiliari oggetto di compravendita. Consente di percepire la movimentazione degli immobili compravenduti rispetto allo stock presente in un determinato territorio. È considerato un indicatore utile a restituire il livello di vitalità del mercato immobiliare.

Fonte: Elaborazione su dati Agenzia delle Entrate, Osservatorio del Mercato Immobiliare, 2021.

3.7 Architetture Vincolate

La carta restituisce il numero di Architetture Vincolate per Comune.

Fonte: Elaborazione su Vincoli in Rete, Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Ministero della Cultura (MiC).

3.8 Musei ed Ecomusei, Geoportale di Regione Lombardia, Sistema Museale Lombardo

La carta restituisce la distribuzione territoriale dei Musei riconosciuti dal Sistema Museale Lombardo e i Comuni di competenza agli Ecomusei riconosciuti da Regione Lombardia.

Fonte: Elaborazione su dati Geoportale di Regione Lombardia, Sistema Museale Lombardo, Dati Open Ministero della Cultura (MiC).

3.9 Branding territoriale

La carta restituisce il la presenza di Comuni che sono parte di associazioni che promuovono attività di branding territoriale in ogni area interna.

Fonte: Elaborazione su dati Associazione Borghi più Belli d’Italia, Associazioni Borghi Autentici, Touring Club Italiano – Bandiere Arancioni.

3.10 Consistenza delle abitazioni storiche occupate

La carta descrive l’incidenza delle abitazioni occupate costruite prima del 1919 e il totale delle abitazioni occupate.

Fonte dati: elaborazione su dati Istat 8000 Census, anno 2011.

Vita quotidiana

Servizi, mobilità e vita quotidiana

Indice sottosezioni:

4.1 Servizi di Welfare

La posizione e il numero dei servizi di welfare è ricavato dai database di regione Lombardia. I dati sono stati verificati durante i workshop e arricchiti grazie alle informazioni fornite dagli attori locali.

Fonte: Distribuzione dei servizi sociosanitari, Regione Lombardia, 2022; Servizi educativi, MIUR, 2021.

4.2 Distribuzione e la tipologia dei servizi educativi di scala territoriale

La carta restituisce la distribuzione e la tipologia dei servizi scolastici per ogni ordine e grado di istruzione. Quando sono presenti più plessi scolastici in prossimità, è indicato il numero di scuole in un raggio di 500m.

Fonte: elaborazione su dati MIUR 2021.

4.3 Distribuzione e la tipologia dei servizi sociosanitari di scala territoriale

La carta restituisce la distribuzione e la tipologia dei servizi ospedalieri, sociosanitari e delle farmacie.

Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia 2022.

4.4 Indice di mobilità e di mobilità in uscita

L’indice di mobilità restituisce la percentuale di persone che si spostano quotidianamente per motivi di studio e di lavoro rispetto alla popolazione del comune di età compresa tra 6 e 64 anni (popolazione attiva). L’indice di mobilità in uscita misura il dinamismo di un territorio attraverso la percentuale di persone che si spostano quotidianamente per motivi di studio e di lavoro fuori dal comune di residenza rispetto alla popolazione del comune di età compresa tra 6 e 64 anni (popolazione attiva).

Fonte: elaborazione Maud Lab- Dastu-Polimi su dati Istat, 2019.

4.5 Motivo degli spostamenti

L’indicatore descrive la distribuzione delle motivazioni degli spostamenti osservati nelle aree interne. La matrice Origine e Destinazione (O/D) della regione Lombardia – che misura gli spostamenti delle persone di età maggiore di 14 anni - è stata analizzata classificando i flussi interni (FI), quelli cioè con origine e destinazione all’interno dell’area interna, in entrata (FE) con destinazione in uno dei comuni delle aree interne, in uscita (FU) con origine all’interno delle aree interne. I flussi sono stati pesati sul numero di abitanti dell’area. Gli spostamenti per motivi occasionali sono effettuati per impegni legati ad attività quali acquisti, commissioni, accompagnamento. Nei motivi degli spostamenti non sono stati presi in considerazione i ritorni. Da un punto di vista metodologico si evidenzia che in caso di piccoli comuni la zona di rilevamento è costituita dall’aggregazione di più comuni.

Fonte: Elaborazione su matrice dei flussi origine-destinazione (O/D) Regione Lombardia.

4.6 Struttura e frequenza del Trasporto Pubblico

La carta illustra la struttura del trasporto pubblico nelle diverse aree interne lombarde. In particolare, per il trasporto ferroviario è stata rappresentata la rete ferroviaria con le stazioni classificate in base al numero di treni che si fermano in stazione nell’arco delle 24 ore (fonte Regione Lombardia); per il trasporto pubblico locale sono state individuate le linee di percorrenza degli autobus e le fermate (fonte aziende locali di trasporto e OSM).

Fonte: Elaborazione su Matrice dei flussi origine/destinazione (O/D) Regone Lombardia.

Economie

Economia e le specializzazioni produttive

Indice sottosezioni:

5.1 Addetti per settore nelle diverse aree interne lombarde

L’indicatore misura la percentuale di addetti per settore Ateco nelle diverse aree interne sul totale degli addetti.

Fonte: Elaborazione su dati Asia-Istat, 2019.

Governance

Gli attori, la governance e le politiche pubbliche

Indice sottosezioni:

6.1 Gli attori della governance pubblica nelle aree interne lombarde

Il diagramma alluvionale rappresenta la distribuzione delle aree interne in riferimento al perimetro di competenza di alcuni attori della governance pubblica, in particolare: Province, Comunità montane, Aziende territoriali per la salute, Camera di Commercio, Ufficio Scolastico Territoriale, Ambiti territoriali omogenei, Agenzie del Trasporto Pubblico, Parchi Regionali.

6.2 I confini della governance pubblica

La carta rappresenta i perimetri di competenza degli attori della governance pubblica in relazione al perimetro di ciascuna area interna, in particolare: Province, Comunità montane, Aziende territoriali per la salute, Camera di Commercio, Ufficio Scolastico Territoriale, Ambiti territoriali omogenei, Agenzie del Trasporto Pubblico, Parchi Regionali.

6.3 Localizzazione e dimensionamento degli organici degli attori della governance pubblica sovralocale

La carta descrive la localizzazione delle sedi di Province, Comunità Montana, Azienda di Tutela della Salute, Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale, Enti gestori degli Ambiti Territoriali Omogenei e le dimensioni del rispettivo organico inteso come unità di persone impiegate con rapporto di lavoro dipendente.

Fonte: bilanci degli enti Province, Comunità Montana, Azienda di Tutela della Salute, Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale, Enti gestori degli Ambiti Territoriali Omogenei.

6.4 Indicatore della frammentazione della Governance Pubblica

L’indicatore di frammentazione del sistema di governance nelle aree interne è stato calcolato in base ai diversi organismi di gestione di servizi sul territorio: la Provincia, gli Uffici scolastici territoriali, l’Azienda di tutela della salute, l’Ambito Territoriale Ottimale, i Parchi Regionali, le Comunità montane, il Trasporto Pubblico Locale, le camere di commercio. A un livello di frammentazione elevato corrispondono aree in cui i diversi confini di governance attraversano il territorio dell’area interna. È stato quindi valutato il posizionamento dei diversi organismi di governance e la loro dimensione con riferimento alla dotazione di organico. I dati sulla dotazione di organico sono stati reperiti dai bilanci dei diversi enti; non vi sono indicazioni per la dimensione organica delle Diocesi e degli enti di gestione dei Parchi Regionali.

6.5 Stato di approvazione della pianificazione energetica e per il clima

La carta descrive la diffusione di Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e dei successivi Piani di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC) sia comunali sia intercomunali nei comuni in ogni area interna

Fonte: elaborazione a cura del CCRLab, Dastu, Politecnico di Milano su informazioni presenti sui siti istituzionali dei comuni al 2023.